Fatta bene

Io non sono un fanatico della messa in latino, anche se devo ammettere che certe preghiere suonano molto meglio in quella lingua. E devo dire che reggo poco chi pone il criterio dell’essere cristiano in un certo tipo di liturgia, quasi che il piatto di portata conti più del gusto del suo contenuto, e il gusto più del nutrimento. Stringendo stringendo, il punto è fare memoria di Cristo, il resto è in qualche maniera in sovrappiù. Se no si finisce per far contare un ritratto più della persona che vi è raffigurata.
Però stasera, di fronte ad una messa vecchio stampo, mezza cantata, con tutte le parole al posto giusto senza essere corrette sociologicamente, la gente usciva dicendo “che bella”.

Io credo che la bellezza abbia una valenza morale: coagula su di sé tutti gli attributi trascendentali dell’Essere, li tiene insieme, li esalta. La verità è anche estetica, e al godimento estetico la temperanza non si applica. Ciò che è fatto bene è cattolico, perché persegue quell’infinita perfezione a cui ogni uomo anela, quell’infinito a cui il cristianesmo dà un nome. Se una messa lascia indifferenti vuol dire che le manca qualcosa, non porta verso ciò cui dovrebbe fare memoria. Non lo trasmette – in latino tradere, da cui tradizione. Se la tradizione non è memoria è vuota ripetizione, ma se manca la tradizione che si trasmette? Certo, la bellezza è negli occhi di chi guarda, e i nostri occhi sono spesso chiusi, velati, gonfi di croste. Ma ancora qualcosa distinguere sanno.

Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 25 ottobre 2018 su tra lassù e quaggiù. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 18 commenti.

  1. Beh, la Santa Messa è un pò di più che “fare memoria di Cristo”…

  2. E di certo la gente non ha smesso di andare in chiesa “perché la Messa è noiosa”, come se uno andasse lì per divertirsi. Eppure al sinodo sono convinti di questa idiozia.

  3. E si celebra tutti insieme in una lingua sola, Giapponesi, Scozzesi, Nigeriani, Portoghesi etc. etc.

  4. P.S. Colonia o giù di lì? (la foto)

  5. Intendendo “memoria” nel senso moderno del termine, hai ragione. Ma “memoria” in origine ha un significato più profondo.

  6. “La bellezza salverà il mondo”. Cvetan Todorov

  7. (titolo a sua volta ripreso dall’ IDIOTA di Dostoevskij) :)

  8. Assistere a una Messa in rito Tridentino (Rito antico) è entrare in un’altra dimensione del sacro.
    In queste celebrazioni il soprannaturale della liturgia viene avvertito e percepito in modo differente da quello moderno in maniera – oserei dire – più intima.

    Per me è il massimo della sacralità in cui non è permesso osare il toccare e l’avvicinarsi oltre le balaustrate al Corpo di Cristo.
    Si prende allora coscienza di essere al cospetto di Dio come entità reale e suprema.

    Tutto questo anima il fedele devoto a indugiare a non staccarsi dal divino e trascendente come succedeva alle Liturgie di Padre Pio.

  9. Nei primi anni 2000 lessi (con qualche difficoltà) “Häresie der Formlosigkeit” di Martin Mosebach, scoprendo cosa si era persa la Chiesa in quell’ostinata determinazione a voler “aggiornare” la liturgia, nel voler stare al passo col sentire moderno dando nuova forma allo spazio e all’azione sacra.
    C’era qualcosa di incoerente nelle nuove chiese e nel nuovo rito, ma ancora non riuscivo a capire; poi, quando venne il timido tentativo di rilanciare il vetus ordo missae, capii che da lì Benedetto XVI intendeva ripartire per recuperare alla fede un popolo confuso, smarrito in quell’eresia dell’informe nella quale il cristianesimo stava precipitando.
    Quel tentativo, da subito ostacolato, è naufragato nell’indifferenza e nello scetticismo pratico del clero e dei laici.

  10. Ruggero Romani

    voi sapete che anche in chiesa il latino era pronunciato secondo la pronuncia nazionale , in modo tale che la messa era incomprensibile anche ad un latinizzato di altra nazione?

  11. Ruggero Romani

    comunque la liturgia di S.Giovanni Crisostomo è molto più bella….

  12. x Webmistress: Quasi. Münster, 1946.
    xRuggeri: ho assistito a messe latine pronunciate da stranieri vari. Se ti abitui, non è poi così difficile da capire (anche se a volte sembra di sentire celebrare Stanlio e scappa da ridere)
    x Malgarida “Fate questo in memoria di me”. Questo intendevo.

  13. Quest’estate (precisamente il 27 luglio), alla St.Mary’s Pro-Cathedral di Dublino, con mia grande sorpresa (e anche un po’ di amarezza, perchè a Venezia questo non succede) la Messa era celebrata in gran parte in latino, con i canti del tardo-gregoriano (Missa de Angelis).
    E’ stato un “dono”, e devo dire che la pronuncia (almeno dei coristi) mi è sembrata perfetta.

  14. La mia impressione ( vorrei chiarire che , data la mia età, ho assistito alla Messa in latino fino a quattordici anni) è che la Messa in rito antico è un incontro tra la persona e il Mistero, un avvicinamento dell’anima a Dio Onnipotente. La messa in italiano, almeno come viene celebrata in quasi tutte le parrocchie, è una allegra scampagnata fra amici, con picnic finale. Non la sopporto più….

  15. Mi permetto di dissentire dal fatto che il punto della Santa Messa sia fare memoria di Cristo. I fini principali della Santa Messa sono dare gloria a Dio, ringraziarLo, placarLo e ottenere grazie per noi, come dice il Catechismo di san Pio X.
    Da questo punto di vista, al di là della disposizione del celebrante, credo che la Messa in rito antico sia oggettivamente più sacra di quella in rito moderno, anche solo per il fatto che il sacerdote non è costretto a dare le spalle al Santissimo (nel caso migliore in cui Esso sia ancora nel centro della chiesa) .

  16. Beh, visto che è stato Lui a domandare “fate questo in memoria di me”, tenderei più a dare ragione a Lui che a lei.
    Il punto del “sacro” è il suo oggetto. Se l’oggetto della sacralità della Messa è l’Eucarestia, non vedo come potrebbe essere meno sacra. Non confondiamo l’involucro con il contenuto.

  17. Sono d’accordo in parte: secondo il Bartmann (Teologia dogmatica, VI ed. 1958, p. 1367), “la Messa, in quanto sacrificio di lode e di ringraziamento, produce i suoi effetti di per se stessa, per il solo fatto di essere celebrata (ex opere operato).
    In quanto sacrificio propiziatorio ed impetratorio la Messa non produce i suoi effetti “ex opere operato”, ma come una preghiera (per modum impetrationis) […] (e in questo senso) il suo effetto non è infallibile. Anche le disposizioni soggettive di coloro che offrono, e più ancora di coloro per i quali si offre il sacrificio, hanno un’efficace influenza.”
    Più sotto si dice poi che i frutti della Messa che i fedeli ricevono corrispondono alla loro partecipazione speciale, interna, al sacrificio.

    Quindi per quanto riguarda l’effetto propiziatorio ed impetratorio (placare Dio e chiederGli grazie) e i frutti, conta anche la disposizione interiore del celebrante e dei fedeli. Per cui è cosa buona e giusta (come sottolinea anche don Leonardo Maria Pompei nelle sue catechesi) andare da sacerdoti che celebrino degnamente (come facevano i fedeli con le Messe di padre Pio), perchè sotto questo aspetto non tutte le Messe sono uguali. Quindi anche l'”involucro” diventa rilevante, se questo influenza il modo in cui assistiamo al Santo Sacrificio.

  18. Sì, con questo sono d’accordo anch’io.

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