Urla

Non so se vi ricordate il Salone del Libro dello scorso anno, quando un assembramento di focosi sostenitori dell’omicidio del non nato impedì, a forza di ingiurie e schiamazzi, al ministro Roccella di parlare. Quei coprolalici individui diedero allora un fulgido esempio di ciò che intendono per democrazia: eliminare chi non è democratico, cioè chi non la pensa come loro.
Mi giunge oggi la notizia che la procura ha archiviato il procedimento nei confronti di quelle allegre menadi, perché
Non vi è traccia di condotte implicitamente o esplicitamente minacciose, violente o intimidatorie poste in essere dalle manifestanti. Non è stato posto in essere nessun comportamento latamente minatorio, se non intonare cori e sovrastare con la propria voce la voce dei relatori”.

Evviva la democrazia, evviva la libertà! Plaudo alla decisione giudiziale: non c’è assolutamente niente di violento o intimidatorio nel coprire l’altrui voce e pensiero con i propri schiamazzi. Grazie a questa sentenza è sbolognato il grido democratico e antifascista: il potere e l’impunita gloria spettano a chi urla più forte, a chi sopprime con baldo orgoglio l’opinione avversa. Coloro con polmoni deboli o che tentano di ragionare sono certamente in torto o, comunque, esclusi. Se ci tenessero, allora alzerebbero il volume.
Non chiamatela censura! Far tacere coloro che dissentono è un dovere per chi a cuore la libertà di fare che cavolo vuole. E’ la legge darwiniana del chi grida più forte, tonsilla per tonsilla, sputazzo per sputazzo.

Potrebbe essere un valido sistema per vincere qualsiasi dibattito: basta coprire il discorso altrui con il proprio, come ci insegnano i talk-show televisivi. La rivincita di Stentore, l’araldo greco dell’Iliade che gridava come cinquanta uomini, che finì ammazzato perché sì, qualcuno preferì la violenza. Quei figli di Troia erano sicuramente antiabortisti, infatti gli Achei presa la città i bambini li sfracellarono, com’era loro diritto. Quelli sì che avevano capito come va il mondo, ah, se ritornassero quei tempi!

‘Extinction Rebellion’, ‘Non Una di Meno’ e ‘Fridays for Future’, le sigle artificiali a medesimo libro paga che effettuarono la contestazione, gioiscono ed esultano pure loro. Hanno censurato, ma si ergono a vittime. Poarette, sono emarginate, nessuno parla di loro, come osano quei rappresentanti eletti avere una loro opinione? L’unica ammissibile è quella del loro finanziatore (famoso peraltro per la munificenza verso la classe giudiziaria), l’importante è avere la cassa toracica e quella di risonanza, l’onda sonora, il fiato. Non certo, a giudicare dalle loro parole, la verità.

Mi domando se chi ha preso la decisione di non procedere voglia silenzio quando parla, oppure preferisca un sano confronto non violento come quello che ha giudicato.

Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 23 aprile 2024 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 5 commenti.

  1. Ricordo, ricordo benissimo. E a questi araldi di morte vorrei fare notare, parafrasando la tag-line di un famoso film di fantascienza, che a differenza di quanto è stato purtroppo riconosciuto a loro, “Nel ventre di tua madre nessuno può sentirti urlare”. Purtoppo

  2. Chi vosa püsé, la vaca l’è soa…

    in Lombardia si dice così, credo sia comprensibile

  3. Ho qualche dubbio sugli amici a sud della via Emilia. “Chi grida di più la vacca è sua”.

  4. Ciò che più colpisce è quel “se non”. Il magistrato scrive “nessun comportamento violento, se non impedire la voce dei relatori”, che è appunto un comportamento violento (e censorio).

    A questa stregua, se Tizio dà uno schiaffo a Caio e Caio lo denuncia per violenza, il magistrato Sempronio può dare ragione a Tizio, perché la sua condotta non è stata violenta, “se non” per quel momento in cui è stata violenta.

    Un magistrato così sarebbe capacissimo di dare ragione al lupo della favola di Esopo e condannare l’agnello per inquinamento acqueo: in via postuma, perché il lupo se lo è già mangiato.

  5. Ho sempre percepito le urla deliberatamente prolungate come una grave forma di aggressione psicofisica.

    Purtroppo con Munch l’urlo è entrato trionfante nell’empireo dell’arte, e siccome “Il mondo ha bisogno di artisti” (che ovviamente lo liberino dalla violenza del razzismo, della xenofobia et cetera…) tutti possono sentirsi artisti, basta urlare. Attenzione però, bisogna sapere da che parte urlare, altrimenti sono c…i.

    Qui un esempio fresco di “street art” inneggiante (com’è evidente) alla non violenza.
    stop violenza

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