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Non si può dire
Sto guardando un anime giapponese dove il protagonista, il più in gamba del suo liceo, decide di andare a frequentare l’università a Stanford, una tra le più celebri facoltà americane.
Non sono sicuro che sia una scelta così buona, oggi. Pare che anche laggiù il vento dei “woke” stia spazzando via tutto quanto di buono aveva reso famoso l’ateneo. La media dei voti negli ultimi vent’anni si è alzata di più di un punto su cinque, e non perché gli studenti siano migliorati. Si istituiscono corsi dai temi improbabili (“Equità razziale nell’energia”, “Progettare esperienze nere” sono corsi di ingegneria), mentre si aboliscono quelli classici. Il tutto mentre i costi sono alle stelle, dato che c’è più personale che studenti da mantenere.
In mezzo a tutto questo ci si raccomanda di non usare come esempio a lezione poster di film troppo mascolini, o utilizzare insiemi di ragazzi e ragazze per illustrare le funzioni biiettive. E, naturalmente, censurare il linguaggio.
Pochi giorni fa è stata pubblicata una lista di parole che non si dovrebbero usare in Università perché potrebbero ferire o offendere qualcuno. La lista è lunghetta, e comprende termini vietati per ragioni etiche, sessuali, razziali e chi più ne ha più ne metta. Ad esempio, sapete che si può essere licenziati, incriminati o addirittura arrestati perché ci si rifiuta di chiamare qualcuno con il pronome che ha scelto. Bene, non si deve dire più “pronome preferito“, ma semplicemente il “pronome” perché “preferito” indicherebbe che la scelta di un genere non binario sarebbe, appunto, una scelta. Scusate, ma non era proprio tutto lì il punto? Se fosse una cosa naturale non ci sarebbe bisogno di forzarlo, no?
Così guai a chiamare “straight” coloro che hanno una sessualità “normale“, chiamateli eterosessuali. “Signore e Signori“, Ladies and Gentlemen, vanno pure fatti sparire, sostituiti con “tutti” (everyone – eh?). Tutto ciò che ha “nera” nel nome – lista nera, pecora nera, scatola nera – non si può usare, come pure tutto ciò che ha bianco, sarebbe razzista. Immagino che grigio possa ancora andare, però. Abominevole ciò che contiene la parola “uomo” (che so, le ore uomo) e anche lui e lei, da cambiare prudenzialmente con “essi“. Le persone di discendenza sud europea, prevalenza ispanica ma anche noi italiani, vanno chiamate Latinx – un termine inventato che i suddetti tra parentesi odiano.
Ora, ditemi voi se questa non è sorprendente (sostituire pazzo con sorprendente, potrebbe essere offensivo). Colui che usa è cliente di questa lista nera lista negata scritta probabilmente da una Karen donna bianca assillante deve essere una persona alquanto scema non vocale se pensa che il rispetto si possa fondare sui termini e non sull’attenzione a chi si ha di fronte. E’ apparenza, non sostanza, volute da persone che per non opprimere opprimono, per non proibire proibiscono, per essere liberi imprigionano. Rifiutano termini come nonno perché potrebbe offendere e usano sono clienti di giri di parole per indicare prostituta (persona che si dedica a lavori sessuali), ma è perché non hanno le palle si prendono rischi, chiusi in un moralismo che terrorizza.
Come diceva Eliot, sognano sistemi così perfetti che non ci sarebbe più bisogno di essere buoni.
Vorrei suggerire di abortire l’iniziativa, ma non posso farlo perché il termine “potrebbe non intenzionalmente sollevare questioni morali o religiose sull’aborto”, hip hip hurrà.
Chissà se il protagonista dell’anime di cui parlavo, una volta laggiù, sarebbe abbastanza (bravo-> nulla) da dire loro che sono noiosi.

Scomposti
Reazioni scomposte di politici e intellettuali che scoprono che perdere le elezioni, a differenza di quanto avvenuto finora, può comportare che al potere ci vada gente che la pensa in modo differente da te.
Ci sono persone veramente traumatizzate dal fatto che il governo potrebbe non fare come vogliono loro, e nemmeno seguire i loro “consigli”. A questi sembra del tutto impossibile che si possano avere opinioni e valori diversi e avere posto sulla terra.
Sarei davvero curioso di capire la parola “democratico” cosa pensavano significasse. Così, per farmi quattro risate.

Lo si fa tanto per ridere
Quasi ogni giorno diverse testate giornalistiche e televisive mi chiedono di commentare questa o quella notizia. Naturalmente ricevo molte chiamate anche da politici, e pure qualche capo di stato. Ma, in mezzo, c’è sempre il buontempone, quello che si finge qualcun altro. Alcune volte lo capisci subito, prendi ieri. “Ciao, sono Zelensky”, e io: “Vladimir, guarda che conosco la tua voce”, e quello giù a ridere.
In fondo, non è un problema, fa allegria. In un certo senso è satira. Per quelli che conoscono l’inglese, c’è uno spettacolare saggio “amicus curiae“, cioè una memoria su una causa legale fornito da esperti terzi, scritto da quei simpatici di “The Onion” (La cipolla), una rivista satirica. Nell’immagine l’incipit, ma vale la pena leggerlo tutto, fa ribaltare.

“The Onion” è l’agenzia di notizie più influente nel mondo, e offre notizie altamente acclamate e universalmente riverite di eventi eccezionali nazionali, internazionali e locali. Espandendosi dalle sue umili origini nel 1756 come giornale stampato, “The Onion” ora vanta una platea di 4,3 miliardi di lettori giornalieri ed è cresciuta fino ad essere la più potente e influente organizzazione nella storia umana…”
Il parere, scritto per difendere in un processo un umorista che ha usato Facebook per prendere in giro la polizia della sua città, vuole dimostrare come la satira sia elemento antico ed essenziale della democrazia. Sostiene che chi la pratica non deve necessariamente avvertire che il suo pezzo rientra in quella categoria; lo priverebbe dell’effetto voluto. Anche se non tutti riescono a rendersi conto che quanto scritto è scherzoso, questo non implica che sia fatto con l’intenzione di ingannare. Il lettore dovrebbe essere abbastanza intelligente da capire che lo si vuole prendere in giro con intenti, per così dire, educativi, tanto assurde sono le pretese e le argomentazioni.
E’ qualcosa che sembra essere stato recepito anche a livello mondiale. Negli ultimi tempi abbiamo veduto diversi personaggi e testate giornalistiche importanti lanciarsi in tentativi di satira. Ad esempio, davvero qualcuno ha creduto che le accuse alla Russia di avere distrutto i suoi stessi gasdotti Nord Stream fossero altro? Andiamo, chi farebbe saltare in aria in pieno territorio avversario, sotto il naso di una flotta ostile, un suo enorme investimento che gli serve come bastone e carota? La sola ragione che viene in mente è per farsi dichiarare incapace d’intendere e di volere, e quindi capace di tutto. Dai, basta vedere le facce degli americani mentre ne parlano. “Oh, sì, che pessima mossa Putin, adesso l’Europa è costretta a comprare da noi, ahr ahr! Come potremmo essere stati noi a riversare nell’atmosfera millemila milioni di litri di metano, noi che ci preoccupiamo delle loffie delle mucche, wink wink?”. Tutta satira, ragazzi, è evidente. Per sostenere una posizione del genere credendoci veramente bisognerebbe essere del tutto idioti, e non mi sembra che loro lo siano.
A meno che non credano che lo siamo noi.
Rime a posteriori
Par che sostenga la Chiesa belga
più non si pecchi sodomizzar le terga.
Excusatio non petita fatta, a me pare,
da qualcuno che ti vorrebbe inculare.
Se così è, comunque, son più rilassato:
mandarli a fanculo non è peccato.

Il grande caldo
A Roma fa così caldo che si sono sciolte pure le Camere.
Quest’estate a quanto pare non avremo il solito dilagare di notizie spiaggiaiole e inconsistenti, ma saremo ossessionati dall’alta politica e dalle promesse elettorali. Peccato, le prime erano più attendibili.
Dalle teche RAI non usciranno gli sketch di Tognazzi ma i comizi di Berlinguer.
Grande sconcerto tra i professionisti dell’informazione. Ma il governo non era coeso? Non aveva ricevuto la fiducia millemila volte, pure su autentiche schifezze e atrocità? Il banchiere più grande di tutti non dominava incontrastato con la sua saggezza narrata da profeti e aedi? Extra Draghi nulla salus, ci ripetevano. C’è da fidarsi, anche quando spara balle evidenti. Però, rifletteteci: chi si fida del proprio banchiere?
Sarà interessante seguire lo svelto riposizionarsi di commentatori e giornalisti, le abbuffate di coloro che si rimangeranno le balle giuringiurate fino a pochi giorni prima per meglio rifluire nel prossimo contenitore termico che li tenga al caldo e non al fresco.
Ci saranno invocazioni ai valori e trasferimento di valori, in attesa del ricambio di favori. Che ne sarà delle grandi battaglie? Sicuramente i grandi strateghi le combatteranno, mentre gli umili soldati e i passanti cercheranno il modo di sopravvivere.
Ho il sospetto che le grandi manovre estive scivoleranno sul corpo degli italiani come la sabbia nei sandali, o il sudore dalla fronte. Sì, perché la gente in fondo sa che, se siamo sopravvissuti a questo governo più letale di una medusa e più contaballe di un venditore abusivo sulla spiaggia davvero niente può farci più del male, qualsiasi abominio lo possa seguire.
Sarebbe bello un governo che governi e non si faccia governare, ma in fondo sappiamo che sono come le speranze di un adolescente imbranato che arriva al mare sperando di incontrare ragazze disponibili, e finisce a giocare a carte con la nonna al bar. E la vecchia bara.

L’America che odia le donne*
“Ciao, donna americana”
“Ciao. Ci conosciamo?”
“Sono il tuo datore di lavoro”.
“Davvero?”
“Potrei esserlo. Se tu non fossi incinta”.
“Oh. E’ un problema per te?”
“No, è un problema per te! Come farai a fare carriera ed essere felice, se non lavori?”
“Bella domanda”.
“Ma non ti preoccupare, ho la soluzione. Certamente avrai sentito che i giudici della Corte Suprema, servi degli oligarchi capitalisti, hanno tolto il diritto all’aborto dalla nostra bella Costituzione a stelle e strisce…”
“Per la verità, loro sostengono che non c’è mai stato”.
“Ah, sei informata! Ma informata male; evidentemente non leggi attentamente i miei giornali o non guardi le mie televisioni con la dovuta attenzione. Come ho spiegato più volte, quello di abortire è un diritto innato delle donne. A dirla tutta, spesso le leggi sono fin troppo arretrate e limitative: una donna dovrebbe potersi liberare del suo fardello fino al momento della nascita, e magari anche subito dopo. E’ sempre un grumo di cellule senza diritti: in fin dei conti, che differenza c’è tra la quindicesima settimana e il nono mese?”
“E’ quello che chiedono anche coloro che non vogliono l’aborto”.
“Oh, ma loro si sbagliano. I diritti è lo stato che li dà, e li dà alla nascita”.
“Scusa, ma non mi è chiaro: se i diritti li dà lo stato, allora il diritto di abortire di cui dicevi…”
“E’ diverso, non ti confondere. La decisione della Corte Suprema è illegittima”.
“E perché?”
“Perché dice il contrario di quello che affermo io. E’ per questo che bisognerebbe abolirla”.
“Ah”.
“Ma torniamo a noi. Come dicevo, ci sono, per tua e mia fortuna, diversi Stati in cui l’aborto come piace a noi è legge. Io, come tuo possibile datore di lavoro, mi offro di pagarti viaggio e cure fin laggiù”.
“E perché questa generosità?”
“Perché tengo alle donne, è chiaro. Io sono per tutti i diritti delle minoranze”.
“Mio figlio potrebbe essere down”.
“Ragione di più per abortirlo”
“Ma non proteggevi le minoranze?”
“Oh, c’è minoranza e minoranza, credo che ci capiamo”.
“Cosa significa quell’occhiolino?”
“Cosa, oh, niente, un tic nervoso. Come dicevo, ci tengo alla libertà delle minoranze. Combatto perché uomini e donne possano abortire”.
“Ma gli uomini non…”
“Oh, non sarai bigotta? Se gli uomini possono restare incinti, possono anche abortire, è chiaro”.
“Chiarissimo, certo. Come ho fatto a non pensarci”.
“Dalla tua reazione, però, capisco che hai ricevuto un’educazione oppressiva. Ti tranquillizzo subito: mi sto battendo anche perché i bambini, fin dall’asilo, possano accedere ad anticoncezionali, apprendere tutto del sesso da professionisti per poter sperimentare e formarsi una mentalità aperta”.
“I bambini dell’asilo?”
“Sì, certo. Se esistono è perché sono nati in famiglie oppressive che non li hanno abortiti, quindi occorre educarli. Ma non ti devi preoccupare, perché se ascolterai i miei consigli queste cose non ti riguarderanno”.
“Ancora non mi è chiaro però. Tu mi stai offrendo…”
“Un viaggetto tutto spesato in uno Stato dove i medici non possono rifiutarti l’aborto. Hai tempo di decidere fino alla nascita, e magari anche un poco dopo”.
“Non ho capito quel dopo… Hai ancora quel tic all’occhio”.
“Nel senso che chi è inutile e non può provvedere a se stesso dovrebbe essere soppresso, per il suo stesso bene e quello della società tutta. Non sei d’accordo?”
“Uhm… e chi sarebbe inutile?”
“I bambini indesiderati, i vecchi, e anche chi si rifiuta di collaborare alla costruzione del nuovo meraviglioso mondo del progresso”.
“Ma cosa ci guadagni, tu?”
“La consapevolezza di avere fatto la cosa giusta e avere difeso la libertà; inoltre, un’impiegata a cui non devo pagare il congedo di maternità e che sarà in seguito completamente dedicata non a dei figli, ma al suo lavoro e al suo cane. E’ qualcosa a cui le nostre grandi aziende, cioè quasi tutte le maggiori corporazioni, tengono molto”.
“Scusa, prima non avevi detto che gli oligarchi capitalisti erano contro l’aborto?”
“Infatti non siamo oligarchi, siamo filantropi liberali. I cattivi sono gli altri. Se non vogliono l’aborto, sono certamente cattivi”.
“Avevi anche detto che lo facevi per le donne”.
“E certo. Chi le vorrebbe, con i pargoli al seguito? Offriamo loro un vantaggio. E’ win-win. Senza lavoro non potrai mantenere la famiglia”.
“Ma se abortisco non avrò una famiglia da mantenere”.
“Vedi? Ancora più conveniente”.
“Sono incinta di una femmina. Vuoi eliminare una donna?”
“Ecco che ricompare la bigotta. Non puoi dire che sia femmina. Di che genere sarà lo deciderà lei, all’asilo o più tardi. Dopo essere stata adeguatamente istruita”.
“Sai, credo che alla fine questa figlia la farò nascere. Rifiuto l’offerta”.
“Sei un essere indegno, il putridume della terra. Spero tu perda la bambina e sia costretta a prostituirti per nutrirti”.
“Oh, l’hai chiamata bambina…”

*”L’America che odia le donne”, titolo de “La Stampa” del 25 giugno
Metaforicamente e fisicamente
Leggendo di certi atti e dichiarazioni di alcuni uomini di Chiesa, non posso fare a mano di pensare che mirino alle nostre terga, sia metaforicamente che fisicamente, dichiarando puro ciò che puro non è.
Le potranno forse guardare ma non toccare, in quanto saranno troppo distanti; sarà quella parte di noi che mostreremo loro, metaforicamente e fisicamente, andandocene.

La lettera perduta
Quando lo notai, era seduto fuori dai gradini della chiesa. Si teneva la testa tra le mani. Per quanto potevo vedere, aveva una mascherina sul volto.
Poveretto, pensai. Chissà cosa gli è successo.
Mi accostai a lui. “Sa, all’aperto non c’è più l’obbligo della mascherina”, scherzai, per attaccar bottone.
Lui tirò su la testa. “E che callo”, bofonchiò, poi si ricompose. “Non posso toglierla”, mi disse, esibendo un sorriso tirato sotto i baffetti, “se no comprometterei la mia identità segreta”.
“Ah, un cosplayer”, pensai. “Perché, è una specie di supereroe?”, domandai accennando al suo abito.
“Sì, certo. Per il mondo sono solo un ricco annoiato ma in realtà sono un vigilante con doti atletiche e di combattimento eccerionali che si veste di nero per proteggere i deboli, usando un nome che ricorda un animale in un linguaggio… ma perdoni, sto divagando”.
“No, no, è interessante… mi scusi, però, le è successo qualcosa?”, chiesi.
“Sono a pelli. La verità è che sono finanvariamente rovinato”, spiegò. “Sa, la guerra”.
“Ah, capisco. Investimenti sbagliati”.
Lui scosse il capo. “No. Ho perso tutti i miei profili social e le sponsorittarioni. Avevo la speranta di ricevere da un giorno all’altro una lettera dal mio produttore, che invece non arriverà mai. Buttato fuori, dopo tutti i soldi spesi per promuovere il mio marchio”.
Feci un passo indietro. “Sostiene Putin? E’ dell’opinione che la NATO abbia le sue colpe? Forse non odia i russi?”, chiesi, pronto a scappare.
“Neanche questo. Sono perfettamente allineato. Sa, avevo anche in programma una puntata speciale in cui combattevo con il Cattivo Oligarca e il suo scagnoppo Sergente Yuri. Tutto annullato”.
“Ma perché?”
“Per via del marchio!”
“Ma quale marchio?”, chiesi esasperato.
“Ma non legge le noticie? Non posso dirlo, callo!” Urlò lui. “Capisce che parria? Non posso scriverlo, non posso fare locandine, non posso neanche tracciarlo con la spada. Tutto interdetto, tutto vietato. Solo perché quella lettera sta scritta su quei maledetti messi corallati”.
“Cosa c’entra il corallo?”, chiesi, confuso.
“Oh, lasci perdere. Sa, la mia identità segreta può permettersi di stare nell’olio, ma io non riesco a rimanere fermo. Così sono venuto a cercare certe mie conoscenbe per capire cosa potessi fare d’altro, ma Padre Felipe della missione è andato ad una marcia per la pace…”
In quel momento arrivò un ometto pelato che conduceva, tenendolo per le briglie, uno stupendo stallone nero.
“Ah, Bernardo”, fece il mio interlocutore, attaccando a parlare con l’ometto tramite il linguaggio dei segni.
“E’ muto?”, chiesi.
“No, è stato silenriato dai social per le sue opinioni politiche”, rispose lui.
Mi schiarii la voce e cercai di cambiare discorso. “Bel cavallo. Come si chiama?”
“Tornado”, mi rispose.
“Per via del suo temperamento?”
“No, per via del cambiamento climatico. L’avevo chiamato Brecca, ma il mio agente ha detto che ci voleva un segnale forte per sensibilillare l’opinione pubblica”.
“Ah. Capisco. Ma non costa parecchio mantenere un cavallo?”
“Sta scherdando? Le mie auto sono immobilirrate in garage, sono in bancarotta, con i pretti che ci sono non posso permettermi un pieno. Con il cavallo risparmio, il fieno non è aumentato”. Montò in sella. “Non sono ancora finito. So combattere, mi arruolerò volontario. Pare che quelli che si vestono di nero adesso vadano per la maggiore. Farò vedere loro se non sono all’altella!”
Spronò la bestia e partì al galoppo verso est. Lo salutai, orgoglioso di avere conosciuto un simile personaggio. Gli gridai, mentre si allontanava cavalcando verso l’alba, “In bocca al lupo, Batman!”

Sana e robusta Costituzione
Forse non tutti sanno che è cambiata la Costituzione. Massì, quella Costituzione che era la migliore al mondo, che già prima era bellissima e adesso è morbidissima.
Hanno modificato due articoli, il 9 e il 41, praticamente all’unanimità.
All’articolo 9 è stata aggiunta la frase “[La Repubblica] Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.” E chi potrebbe non essere d’accordo con questo? A volere essere cattivelli, oggi sembrano essere più tutelati gli animali che le future generazioni, ma apprezziamo la buona volontà.
Quella dell’articolo 41 è più complessa:

Ora, voi direte, che problema c’è? Tutto ciò è bellissimo. Dovuto. Perché non l’hanno fatto prima, quei trogloditi dei nostri padri costituenti?
Però a noi, che siamo cattivi, un sospetto viene. Un piccolo tarlo (protetto), specie di fronte a queste seconde modifiche. E’ che sono un po’ vaghe. Chi è che decide quale sia il danno alla salute, o il danno all’ambiente da cui verremo protetti? Solo per quanto riguarda la salute, non vi viene in mente proprio nessun provvedimento recente in merito che sia discusso o discutibile? No? Rassegnatevi, pericolosi negatori della tutela della salute pubblica, adesso sta scritto in Costituzione che avete torto, e per voi sono cazzi.
E l’ambiente, oh l’ambiente, sappiamo che c’è chi vorrebbe impedirti di usare l’auto o lavarti in nome della protezione da una emergenza climatica che nessuno ha mai visto, se non in previsioni puntualmente smentite dai fatti. Questa emergenza è percepibile solo nei prezzi alle stelle causati dai provvedimenti per contrastarla e nelle nuove tasse per finanziare illusioni collettive. Altrimenti, come l’araba fenice che ci sia ognun lo dice dove sia nessun lo sa.
Quindi la domanda è: non è che questi due articoli saranno usati come mazza ferrata per permettere ai soliti padroni del vapore (ecologico e da inalazione) di avere ancora più potere per menare i dissenzienti?
La domanda me la faccio, ma poi mi rassicuro; che bisogno in fondo hanno i nostri capi di modificare una Costituzione che hanno dimostrato abbondantemente di considerare meno dei giornali del giorno dopo?
Santa pazienza
Il Signore sospirò, scacciò con la mano un paio di cherubini ronzanti e si sedette sulla sua poltrona preferita. Era il fine settimana, e non vedeva l’ora di staccare: per Lui il riposo era sacro.
Cominciò a fare zapping sulla Terra. Non aveva girato che un paio di nazioni che si fermò, guardò meglio, e quindi esclamò “O Gesù!”
“Mi hai chiamato, Papà?” disse una voce alla sua destra.
Il Signore indicò lo spettacolo davanti a Lui. “Guarda un po’ che roba. Sono i Tuoi amici. Come lo giustifichi? Devo ancora avere pazienza?”
“Oh, non Mi mettere in croce pure Tu”, rispose la voce. “Hanno il libero arbitrio, lo sai benissimo. Io, ho fatto il possibile.”
Il Signore alzò gli occhi a se stesso, poi chiamò. “Michele! Preparami subito un diluvio. E stavolta non voglio sentire parlare di Arche.”
Lo Spirito Santo si posò sulla poltrona. “Ehm, Ti ricordo che abbiamo promesso… basta diluvi…”
“Già, è vero.” Ci pensò su un attimo. “Vediamo, niente pioggia d’acqua… allora pioggia di fuoco! La vedranno chi sono Io!”
Lo Spirito Santo sbuffò. “Sì, così danno la colpa al cambiamento climatico.”
“Va bene, allora che faccio, Signor Saputello?”
“Potresti essere originale. Che so, una pioggia di pangolini”.
Il Signore si lasciò andare nella poltrona. “Basta, sono stufo di pensare me stesso pensante a qualcosa. Uno lavora per rendere tutto un Paradiso, e poi basta una mela marcia per rovinare tutto. Peccato. Mi sa che anche stavolta mi limiterò ad una protesta ufficiale con il responsabile di quello schifo. Ma prima o poi mi arrabbio davvero, e quel giorno viene giù il mondo.”
Si girò verso gli arcangeli. “Chiamate subito Berlicche”.

Giornate storte
Io ho un amico. Si chiama Piergiorgio, ma tutti quanti lo chiamano Peggio, per via di una sua caratteristica: spunta sempre fuori quando le cose ti vanno storte. Se hai una giornata no, stai sicuro che che lo incontrerai per strada, o ti farà una telefonata, o sarà a bere con te al bar di Giacomo. In effetti, trovarselo davanti è una sorta di garanzia che ormai il brutto te lo sei lasciato indietro perché, invariabilmente, al racconto delle tue disavventure ti dà una pacca sulla spalla e ti dice “Beh, poteva andare peggio”. E da quel momento tutto gira per il verso giusto.
E’ dalle prime ore di oggi che penso a lui. Giochiamo insieme a fantacalcio, e ieri per me è stata una giornata pessima, per lui trionfale. Questo mi ha messo di cattivo umore fin dalla prima mattina, perché me lo immagino comparirmi davanti e sfottermi. Magari lo incontrassi, mi dico adesso, almeno gli racconterei tutto e le sue parole sarebbero il segno che il disastro è finito. Perché da stamattina la mia vita sta andando a rotoli.
Entro in ufficio, e percepisco subito una strana aria. Apro la posta, leggo gli annunci e capisco: quella promozione che davo per certa l’hanno data a un altro, quell’antipatico del Beretti, che ha molta meno anzianità di me. Vado dal capo per chiedere il motivo, e il capo mi fa, siediti. Dobbiamo fare una riduzione del personale e mi dispiace, dopo tutto questo tempo, ma dobbiamo licenziarti. Esco dall’ufficio del capo, distrutto, e vedo che i miei colleghi con cui lavoro da anni si stanno scambiando gran risate, abbracci e strette di mano. Appena mi vedono ritornano seri e letteralmente scappano via.
Vado via prima dall’ufficio. Mi guardo attorno, Piergiorgio non si vede. Entro un attimo in un bar, bevo qualcosa per calmarmi i nervi, cercando di immaginare cosa potrò dire a casa. Prendo la macchina, faccio cinquanta metri e al primo incrocio centro in pieno un’auto della polizia. Sono positivo all’etilometro, ritiro immediato della patente. La mia automobile non riparte, arriva il carro attrezzi e la porta via. Faccio per chiamare casa, ma mi accorgo che ho lasciato il telefono nella macchina. Come l’auto, era nuovo.
Faccio a piedi i cinque chilometri fino alla mia abitazione, a metà strada inizia a piovere a dirotto. Mentre cammino mi guardo intorno, ma Piergiorgio non si vede da nessuna parte. Quando arrivo ho i brividi, spero non sia Covid. E’ molto presto rispetto al solito, sarà già tornata a casa mia moglie? Sento rumori sospetti al piano di sopra, faccio piano nel caso siano intrusi. No, con mio sollievo non sono ladri. E’ mia moglie. Assieme al mio migliore amico, il compagno di sempre, quello che ha fatto carriera in magistratura. Si stanno accoppiando con foga e passione in maniere che pensavo fossero fisicamente impossibili. E’ evidente che c’è lunga sintonia. Non mi hanno visto; di tanto in tanto rivolgono un apprezzamento nei miei confronti, che non trascrivo.
Striscio fuori di casa senza fare rumore, e mi reco al bar di Giacomo. Mi siedo sullo sgabello, mentre cerco il portafoglio, che non trovo. Avrò lasciato anche quello in macchina? Giacomo mi guarda, capisce che qualcosa non va. “Giornata storta, eh?” Mi fa, per risollevarmi un poco. Io annuisco. “Hai visto Piergiorgio… sai, quello che gioca con me a fantacalcio, il tipo che chiamano Peggio?”, chiedo.
“Sì”, mi dice, “il Peggio è passato, e ti ha lasciato detto che non hai ancora visto niente”.

Il dibattito
Il dibattito si stava scaldando.
“Due più due fa quattro!” disse il Matematico sventolando le carte che teneva in mano.
“Cretino! Sei un incompetente! Non vali niente! Inganni il pubblico con queste false informazioni!” gli urlò contro il Giornalista. “Non posso credere che tu vieni ancora invitato!”
“Basta, facciamo un po’ d’ordine!” la conduttrice cercò debolmente di interrompere la valanga di contumelie. Solo il sorrisetto la tradiva.
“Non si possono fare affermazioni del genere” pontificò il Politico, rivolto al Matematico. “Sarebbe come accusare il Governo e la Scienza di mentire”.
“Ma i dati! I dati!” provò a intervenire il Matematico.
“Non sono attendibili”, lo sovrastò il Numerologo. “Ci sono altre spiegazioni, le sue sono affermazioni che sono già state dimostrate come false.”
Il Matematico cercò di ribattere, ma la conduttrice lo fermò. “Un attimo, sentiamo cosa ha da dire la Cantante”.
La Cantante, in collegamento, sentenziò: “Io sono sempre stato convinta che due e due possa fare anche tre, c’è anche nel mio ultimo album, e la Scienza lo conferma”.
Il Numerologo rilasciò un urletto di soddisfazione. “Oh, finalmente, una voce ragionevole!”
“Non se ne poteva più di sentire assurdità” rincarò il Politico. Il Pubblico in sala si mise ad applaudire. La Conduttrice indicò il Sondaggista, e le telecamere lo inquadrarono prontamente.
Il Sondaggista mostrò un cartello con dei grafici. “Come si vede dai nostri ultimi rilevamenti, la maggioranza delle persone ammette che due più due possa fare anche tre, o cinque, con una percentuale significativa anche per il sei.”
“Questa è democrazia!” disse il Politico. “Noi abbiamo sempre appoggiato le minoranze, e siamo per la tolleranza del diverso, anche quando è un terrapiattista sovranista che non ascolta la Scienza e ha opinioni screditate e assurde”. Si voltò platealmente verso il Matematico. “Però non possiamo ammettere che questi spacciatori di bufale scientifiche possano fare disinformazione verso i soggetti deboli e suggestionabili. Il prossimo nostro Decreto Legge darà una salutare stretta agli imbroglioni che, magari via internet, propagano nozioni ingannevoli”. “Oh, finalmente”, si udì dal pubblico.
“Ma…” fece per dire il Matematico, però la conduttrice lo precedette. “Abbiamo già sentito la sua opinione, ora lasci parlare gli altri”.
Il Matematico curvò le spalle. “Sempre più persone vedranno quanto fa due più d…”
Il suo microfono si spense.
La Conduttrice riprese allegramente: “Dopo la pausa, vedremo un servizio dei nostri inviati sugli inganni della matematica e sul sequestro delle calcolatrici non a norma, poi ascolteremo le opinioni dei nostri ospiti in proposito. Restate su questo canale. Pubblicità!”
Le telecamere si spensero. Il Politico rise e, chinandosi verso il Matematico, gli sussurrò: “Non vede quanto è stupido? Secondo lei, un governo a cui non interessa la realtà della matematica può farsi un problema di quante persone sappiano contare?”

Meme bollenti!
Quando il tempo è cupo, e non mi riferisco alla copertura di nubi, è ora di alleggerire un po’. Di seguito alcune vignette (meme) che ho trovato in giro. Sono in inglese, sotto la traduzione.
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Questa è per noi vecchi fan di Guerre stellari

1- Strangolamento pre-Covid
2- Strangolamento a distanziamento sociale
3- Strangolamento in telelavoro
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Prima vignetta: “Due settimane (di lockdown) per appiattire la curva”; “Dai fiducia al governo”; “Lavati le mani”; “No assembramenti”
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E se non ci fosse nessuna COSPIRAZIONE e il nostro governo fosse davvero così stupido?
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“Condividevo dei meme bollenti con un piccolo gruppo di persone che la pensavano come me”
Una questione filosofica
Li augelli cantavano lieti nel nascosto giardino dove il filosofo Sallocrato intratteneva i suoi discepoli con dotte discussioni. Una statua marmorea della dea Atena Callipigia vegliava sull’erudito consesso.
Erimedonte, uno dei giovani allievi, si rivolse al Maestro.
“O Saggio Maestro, posso avere l’ardire di porre una domanda circa un dubbio che mi attanaglia?” chiese il perplesso giovinetto.
“Poni, poni”, replicò il saggio filosofo contemplando placido i piccoli cavalli che pascolavano quietamente ai margini del praticello.
“Oggi i messi annunziarono con evidente gaudio”, principiò Erimedonte, “che in una terra lontana i giudici di quelle genti avrebbero permesso ad un povero malato di farsi togliere la vita da conoscenti, senza che questi subissero ingiuria per il loro luttuoso agire.”
“Anch’io udii questa notizia”, replicò Sallocrato contemplando con sospetto una foglia di insalata.
“Molti di coloro che di tale nuova gioirono sono i medesimi teorizzanti che il non iniettarsi la sostanza detta vaccino equivarrebbe a decretarsi la morte, e sostengono i renitenti a tale pratica essere degli scellerati”, continuò Erimedonte.
“Continua”, disse il filosofo aggrottando le folte ciglia.
“Perché quindi codesti renitenti non sostengono che sì, il loro astenersi dal fluido galenico è un suicidio, e quindi meritarsi l’approvazione e il plauso di coloro che sino a pocanzi li schernivano?”
Una pausa di silenzio stupefatto seguì tali parole, poscia Sallocrato afferrò la statua della dea e si mise a percuotere lo stolto giovinetto sulla cervice.

Emergenza!
(ding, fa la campanella alla porta. Entra un UOMO di mezz’età, ben vestito, orologio e vestiti di marca, aspetto accuratamente trasandato. Si guarda attorno. Dietro il bancone appare un COMMESSO)
COMMESSO: Buongiorno
UOMO (leggermente sorpreso): Buongiorno! Non l’avevo vista, sembra apparso dal nulla
COMMESSO (suadente): Esattamente
UOMO (scuote la testa, come per scacciare un pensiero): Mi hanno indirizzato qui… volevo sapere se avevate una e…hm
COMMESSO: Una che?
UOMO: Una… una…
COMMESSO: Una emergenza, forse?
UOMO: Ecco! Sì, mi serve un’emergenza.
COMMESSO: E’ nel posto giusto, ne abbiamo di tutti i tipi e dimensioni. Lei per caso è in politica?
UOMO: Sì, come fa a saperlo?
COMMESSO: Intuizione. Sa, qui vengono persone dalle professioni più disparate: dottori, intellettuali, industriali… anche mogli o mariti, e persino l’occasionale ragazzo che si è dimenticato i compiti o non ha studiato. Ma i politici sono il nostro business principale. Posso chiederle se è per lei o è per la patria?
UOMO (scandalizzato): La patria è una costruzione capitalista!
COMMESSO: La nazione allora?
UOMO: Non sono un nazionalista!
COMMESSO: Allora lo stato? il popolo?
UOMO: Sì, ecco, loro.
COMMESSO: Benissimo. E il tipo di emergenza? Posso chiederle l’uso?
UOMO: Dobbiamo impedire certe manifestazioni di estremisti.
COMMESSO: Ah, ho capito. Vediamo… potrebbe andare bene un’emergenza sanitaria? Ne ho di tipi differenti.
UOMO: Posso vedere?
COMMESSO: Ma certo. Questa è un picco di contagi… Questa è un manifestante che si ammala… è in offerta, se la prende le regaliamo anche una “Assembramento”, che l’anno scorso vendeva moltissimo.
UOMO: Non so, non vorrei ricadere nel già visto… cosa ha d’altro?
COMMESSO: Da questa parte abbiamole politiche. C’è la “Fascisti!”, che va bene un po’ per tutto, e poi la “Costituzionale”… no, questa no. La “Democratica” neanche…Che ne dice di una “Potenza straniera?” Viene venduta con un kit per assegnare di quale potenza si stia parlando.
UOMO: Me ne metta da parte una, però preferirei qualcosa di un poco diverso. Cos’è quella?
COMMESSO: Ah, questa è l’emergenza climatica. Hanno rebrandizzato la vecchia riscaldamento globale, con nuovi gadget.
UOMO: Mi piaceva più prima, che c’erano gli orsi
COMMESSO: Che vuole, quando un’emergenza dura trent’anni senza che si capisca dove sia bisogna rinnovarla di tanto in tanto.
UOMO: Non credo si adatti molto al mio target
COMMESSO: Non la sottovaluti. In nome suo si può fare di tutto.
UOMO: Oltre a questo, cosa rimane?
COMMESSO: Parecchio. Vediamo, Emergenza Istituzionale, Emergenza Lavoro, Emergenza Morale, Emergenza Sicurezza, Emergenza Migranti, che è in offerta, Emergenza Finanziaria…
UOMO: Ecco! Questa potrebbe andare. Faccia vedere… Le manifestazioni danneggiano l’economia e quindi vanno sospese. Richiesta popolare… E’ perfetta.
COMMESSO (lo guarda con espressione di circostanza): E’ sicuro? Ha controindicazioni severe, occorre non avere buttato via soldi nei mesi precedenti per cose inutili e costose. Abbiamo prodotti migliori.
UOMO: No, no, va bene questa, la prendo.
COMMESSO: Gliela incarto con un giornale o la porta via così?
UOMO: La prendo così, ai giornali pensiamo dopo. Grazie molte, sa, avevamo proprio finito le idee. E’ stato d’aiuto.
COMMESSO: Grazie, è il mio mestiere.
UOMO: Per il pagamento…
COMMESSO: non si preoccupi, con comodo, passiamo noi alla fine (sorride). Non è un’emergenza.

Fichi secchi
Dal Vangelo secondo Mattia, l’apostolo che non c’era
In quel tempo, il Signore si avvicinò ad un fico e vide che non portava frutto. Allora stese la mano e disse, “Hey, ragazzi, questo è colpa del cambiamento climatico, come la tempesta dell’altro giorno sul lago. Dovete smetterla di accendere fuochi inquinanti per cucinare, e sviluppare fonti rinnovabili”.
Pietro prese la parola e disse: “Maestro, come possiamo fare ciò?” Gesù gli rispose: “Occorre sviluppare una coscienza ecosostenibile. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Il turpe commercio di animali deve essere interrotto, passando a forme di commercio bioeticamente corrette”.
Pietro sbottò: “Maestro, sono parole dure e noi non le capiamo”. Allora Gesù prese una bambina bionda con le trecce che manifestava lì vicino, la pose in mezzo a loro e disse: “I potenti delle nazioni le dominano, e voi fate come loro. Se non diventerete come questa bambina, non raggiungerete mai l’obbiettivo di azzerare la CO2”. Al che Tommaso disse: “Ma che c’entra un fico secco…?” <il frammento si interrompe>

Il domatore
“Il mio sistema è abbastanza semplice”, disse il domatore. “Comincio facendo fare loro cose normali. Camminare, aspettare, stare buoni, azioni facili. Se lo fanno do loro una ricompensa, se si rifiutano una punizione. Quando hanno imparato, passo a qualcosa di più impegnativo, ma non troppo. Faccio portare qualcosa, premere un grosso pulsante, robe così, e di nuovo sono ricompense e punizioni.”
“E poi passa ai compiti più impegnativi”, disse il giornalista.
“Esatto. Routine sempre più complicate, anche rischiose, cose che non farebbero mai da soli. Ormai però si sono abituati a obbedire, a venire premiati quando fanno quello che impongo loro e a venire puniti quando si rifiutano. Poco per volta, sempre aumentando le richieste, fino all’obbedienza completa. Il trucco è farlo gradualmente, in modo che non si accorgano che sto costringendoli.”
“Ma se si rifiutano?”
“Intanto, bisogna dire che in un gruppo che viene addestrato. se qualcuno non fa quello che chiedo. punisco specialmente chi si rifiuta, ma anche tutti quanti gli altri. Per questo sono spesso gli stessi compagni che spingono chi si ribella a obbedire, obbligandoli con la forza o escludendoli dal gruppo, capisci? Quindi chi si ostina è un caso raro. Intendiamoci, non è che comprendano quello che fanno, non sono così intelligenti, è che non vogliono perderci per quei pochi che si rifiutano. Non si pongono neanche il problema se le loro azioni abbiano un senso, o perché debbano fare quello che fanno. Ecco, non importa il senso, l’importante è che imparino ad ubbidire. Sei tu che sai perché devono fare così, mica loro. Questo significa addestrare. Poi, se ci fosse il caso di quello strano, del ribelle che si rifiuta proprio, allora prima lo punisci davanti a tutti, perché imparino la lezione, e poi via, prima che rovini gli altri”.
“Via?”
“Massì, mi ha capito.”
“E, mi dica, con quali bestie lavora abitualmente?”
“Bestie? Ma io parlavo di uomini.”

Opinioni diverse
Gooogle e YourTube hanno annunciato, questo giovedì, una nuova politica che impedirà ai no-liberopensiero di monetizzare i loro contenuti sulle piattaforme del gruppo, sia mediante pubblicità che per quanto riguarda le richieste di contributi.
E’ una delle misure più aggressive che le maggiori piattaforme tecnologiche abbiano intrapreso per combattere la disinformazione sul libero pensiero e le posizioni antiscientifiche.
Gli inserzionisti e coloro che pubblicano su queste piattaforme non potranno trarre profitto da contenuti che contraddicano “il ben stabilito consenso scientifico sulla inesistenza di qualsiasi essere superiore o divinità”, ha annunciato la compagnia.
“Questo include contenuti che si riferiscano alle divinità come esseri reali che agiscono sul mondo, ad affermazioni che l’unica morale accettabile sia quella attribuita a queste ipotetiche entità superiori, e dichiarazioni che negano la nefasta influenza delle religioni sul mondo e sulla storia.”
Pubblicità e monetizzazioni saranno ancora permessi per argomenti correlati come discussioni filosofiche, dibattiti sugli impatti delle religioni sulla civiltà e nuove ricerche sul tema.
Gooogle afferma che ha deciso di implementare questi cambiamenti in risposta alle frustrazioni degli inserzionisti e dei creatori di contenuti che vedono i loro messaggi apparire insieme al negazionismo del libero pensiero.
“Gli inserzionisti non vogliono che quel tipo di annunci siano visti dal pubblico abbinati ai loro”, dice la compagnia. “Facciamo tutto questo per ridurre la disinformazione e assicurarci che chi nega il libero pensiero con la scusa di una morale divina non ottenga remunerazione per le sue attività.”
Il gigante tecnologico dice che valuterà puntualmente i contenuti rispetto alla nuova politica: “distingueremo accuratamente il contesto in cui quelle affermazioni sono fatte, differenziando tra contenuti che pongono false affermazioni come fatti rispetto a contenuti che invece mettono in discussione quelle affermazioni”.
La compagnia afferma che ha consultato esperti, come i rappresentanti del Comitato delle Nazioni Unite per la Regolazione delle Religioni, per creare questa politica. Il rapporto dice che c’è evidenza “inequivocabile” che non esiste nessun essere supremo di alcuna sorta. “Non esistono prove”, dicono gli studiosi.
Gooogle conferma che utilizzerà una combinazione di strumenti automatici e revisori umani per imporre la nuova politica.
Le compagnie Internet sono da tempo sotto pressione da parte degli attivisti antireligiosi perché facciano di più per contrastare la negazione del libero pensiero sulle loro piattaforme.
La politica sarà attiva dal prossimo mese.
Ops! Mi sono sbagliato. Nel tradurre l’articolo ho inavvertitamente sostituito “Religione” a “Cambiamento climatico”. Sono coloro che negano che ci sia un’emergenza climatica – che come l’araba fenice che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa – che verranno colpiti da questi indefessi rafforzatori del pensiero unico, il loro. Per la stretta sulla religione dovremo aspettare ancora qualche tempo; ma non credo così tanto.

Catastrofi
Credo di avere sottovalutato la cosa. Avevano ragione quelli che parlavano di cambiamento climatico, che alzavano l’allarme; colpa mia che non ho prestato attenzione. Adesso temo sia troppo tardi. L’evidenza non si può più negare.
Ho davanti agli occhi un albero. Non più tardi di un paio di settimane fa era tutto verde; ora le foglie stanno ingiallendo e cominciando a cadere, morte. Pensavo potesse essere una malattia ma no, lo stesso sta accadendo in tutto il vicinato. Mi chiedo: dovevamo aspettare che le cose arrivassero fino a questo punto per intervenire? Ho appreso che si stanzieranno miliardi e miliardi per porre un freno a questo disastro. Era ora; dobbiamo correre ai ripari. Sarebbe gravissimo che le generazioni future non potessero più vedere gli alberi a causa di questa catastrofe.
Gli scienziati affermano che, con gli opportuni investimenti, in qualche mese si dovrebbe trovare una soluzione. Speriamo.
Siamo ad ottobre. Chissà se riusciremo a salvare il mondo per Natale.

Pass dopo pass
D: Intervistiamo oggi il Presidente Perenne del Consiglio d’Emergenza.
Cominciamo proprio di qui. Eccellenza, quando finirà questa emergenza? Sono ormai trent’anni…
R: Proprio il fatto che duri da trent’anni deve renderci consapevoli della sua gravità. Non possiamo sapere quando avrà termine: gli scienziati sono molto cauti in proposito. Ci sono segnali che lasciano però ben sperare. Ma non possiamo abbassare la guardia, per questo la settimana prossima si approveranno nuovi provvedimenti per contrastare il Disastro Ambientale.
D: Cosa rischiamo se i provvedimenti non dovessero essere approvati a breve?
R: Che l’intero ecosistema del nostro paese possa collassare nel giro di dieci anni. I ghiacci coprirebbero le nostre città e le coltivazioni morirebbero, esponendoci alla carestia.
D: Sembra uno scenario apocalittico
R: Invece la maggioranza degli scienziati concordano su di esso. Ogni giorno escono decine di pubblicazioni sull’argomento. Pure le televisioni ne parlano continuamente, perciò non può che essere vero. La glaciazione è imminente.
D: Eppure in questi giorni fa molto caldo
R: Il caldo degli ultimi giorni è anch’esso provocato dallo scompenso climatico. So che ci sono alcuni che lo dubitano, i cosiddetti no-eco: sono degli irresponsabili, e la causa principale dei ritardi del nostro paese rispetto al resto del mondo.
D: A questo proposito, state per varare misure per il contrasto a questi ignoranti antiscienza.
R: Esatto. Con l’istituzione del Greener Pass, sarà certificato ogni cittadino che abbia addotato un comportamento ecologico attivo. Senza di esso non sarà possibile l’accesso a tutti i luoghi in cui la coscienza ecologica fa la differenza, ovvero il posto di lavoro, la scuola, i mezzi pubblici e i trasporti in genere.
D: Qualcuno ritiene che un provvedimento del genere sia illiberale
R: Assolutamente no. Lasciamo i cittadini liberi di decidere se vivere una vita responsabile, dedita al bene della comunità, contribuendo al benessere comune, oppure egoisticamente pensando solo a loro stessi. In quest’ultimo caso, per il loro stesso bene e quello di chi sta loro intorno, devono essere allontanati dall’ambiente produttivo. Il Greener Pass certifica che abbiamo compiuto il nostro dovere, assumendo comportamenti consoni alle direttive governative.
D: Quindi chi non ha il Greener Pass…
R: …Non potrà lavorare, frequentare lezioni, avere un conto in banca, spostarsi, usufruire di gas o luce elettrica. Ma, sia ben chiaro, è una scelta individuale assolutamente libera.
D: Qualcuno parla di dittatura, però.
R: Voglio i nomi.
D: Ehm, no, era una domanda generica
R: Ah-ah, certo. Come dicevo, ognuno può decidere in coscienza come comportarsi, però deve assumersene anche le conseguenze. C’è gente che è senza cibo da settimane per colpa di questi fantomatici no-eco, un pugno di fanatici eterodiretti senza nessun seguito. Nessuna rivista scientifica seria pubblicherebbe le loro menzogne, e ciò dimostra che hanno torto.
D: A sentire loro, il Disastro Ambientale non sarebbe altro che un trucco per dare soldi alle Grandi Industrie obbligando ad acquistare oggetti inutili, come i minigeneratori eolici da tasca o i ciclopattini solari…
R: Per che testata ha detto che è l’intervista?
D: Ehm…
R: Perché, se la sua testata accede ai fondi per lo Sviluppo della Verità, dovrebbe avere firmato un documento che la obbliga a non nominare queste menzogne, sotto pena di licenziamento.
D: Ma certo, ma non è la mia posizione, io parlavo di quello che i no-eco…
R: Ripetere quello che affermano i no-eco è quasi come essere uno di loro. Come giornalista, dovrebbe essere più prudente riguardo a cosa espone alla attenzione indifesa dei suoi concittadini. La gente comune può non comprendere il pericolo che corre ascoltando posizioni antiscientifiche.
D: Grazie della correzione, Eccellenza.
R: Doveroso. E’ compito di tutti noi evitare comportamenti a rischio che possano compromettere la salvezza della nazione, e segnalarli tempestivamente all’autorità.
D: Per concludere, vuole lasciare qualche pensiero per gli ascoltatori?
R: Il bene di noi tutti passa anche attraverso piccoli sacrifici. Il razionamento di energia, il doverci nutrire di insetti o il non poterci lavare sono niente in confronto al potere mettere fine al Disastro Climatico che sta conducendo i leoni all’estinzione. Chi non si adegua e critica la nostra politica fa una scelta legittima ma che non può avere posto in un consesso civile. Le misure che stiamo per prendere potranno ad alcuni sembrare dure, ma sono assolutamente necessarie. Noi tutti del governo Permanente d’Emergenza confidiamo nella vostra obbedienza.
…Ho finito, spenga pure. E ora, cosa diceva prima a proposto di trucchi?
La Proclamazione del Nuovo Governo
Il brusio della riunione online si azzerò mentre il Presidente Annunciato entrava nella stanza virtuale. Portava, come da prassi, la tuta integrale anti Covid-42, nonostante fosse solo. Era la legge, erano assolutamente vietate apparizioni pubbliche se non coperti: le durissime condanne inflitte a quei ragazzini milanesi per i loro video online erano ancora fresche nella memoria di tutti.
Si schiarì la voce, si posizionò davanti alle telecamere. “Ho l’onore di annunciare la lista dei ministri che ho presentato al Presidente della Repubblica”
Tutti i giornalisti collegati si affrettarono a postare le ultime scommesse, poi rimasero in attesa delle parole seguenti.
“Al ministero della Transizione Ecologica, Giulio Boratti”. Fin qui niente di imprevisto.
“Al ministero dell’Accoglienza Globale, Chang Din”. Anche questo come abbondantemente preventivato.
“Al ministero della Conversione Educativa, Alexa Zorda detta Tuttifrutti”. Ah, ecco una sorpresa! Che la porno-influencer riuscisse ad ottenere un ministero non era per niente scontato, nonostante la sua nota relazione con il Presidente Annunciato. Probabilmente il nulla osta del Vaticano della settimana precedente aveva fatto pendere la bilancia in suo favore.
“Al ministero dei Nuovi Media, Carlotto Biraghi”. Così alla fine Biraghi l’aveva spuntata su Maltese. Ciò voleva dire che Nuova Democrazia probabilmente avrebbe avuto qualche altro ministero importante in sostituzione.
“Al ministero di Demografia Attiva e Diritti Sessuali, Samantha Toccaferro”. Come preventivato, a Programma Europa era toccato un ministero importante. Cosa avrebbero detto gli alleati?
“Al ministero delle Politiche per il Sorpasso e la Realizzazione Sospesa, Duccio Cavillari”. “Ah, ecco la controparte!”
“Al ministero della Procrastinazione Interattiva, Ahmed Jussuf”. Oh, oh! Ci sarebbe stata maretta questa sera tra i Pseudo-Interventisti!
“Al ministero delle Sinergie Popolari, Ughetta Bagutta Casorati-Bellini”. Con questa, anche i Radical-Riformisti Neocomm sarebbero stati contenti.
“Al ministero della Carcerazione Creativa e del Perdono, Enrica Basutti”. Ok, un’altra nomina prevedibile. Restava…
“Al ministero della Riforma Permanente, me stesso ad interim”. Che colpo di genio! In questa maniera rimandava le prevedibili discussioni su a chi dovesse toccare indefinitamente. Niente da dire, L’Annunciato era veramente in gamba politicamente.
La figura infagottata nell’elegante un-pezzo antivirus di gala terminò con le solite frasi di rito e si congedò. I giornalisti aleggiarono ancora qualche istante nella chat, bramosi di commentare ma timorosi di offrire a qualche collega la scusa per un pezzo di colore o un nefasto flame con querela annessa.
Fu uno degli ultimi arrivati, il classico novellino, che formulò la domanda che tutti avevano sulla lingua da anni, ormai, ma nessuno osava esprimere:
“Scusate, ma qualcuno ha idea a cosa dovrebbero servire questi ministeri?”
Avviso importante – Operazione Benevolenza© è cominciata!
Ciao!
Se stai leggendo queste parole vuol dire che hai consultato materiale sedizioso, negazionista, violento, fondamentalista oppure semplicemente falso e discutibile. Se si trattasse di un errore o se sei stato attirato con l’inganno avrai modo di discolparti. Prima di prendere provvedimenti più gravi vogliamo assicurarci della tua effettiva volontà di avere a che fare con questo genere di idee.
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Sappi però che se tu non ti rendessi disponibile ciò potrebbe avere conseguenze sulla tua possibilità di collegamento in rete, partecipazione ai social, disponibilità finanziaria, posizione di lavoro e accesso all’assistenza sociale e sanitaria. La tua famiglia e i tuoi cari soffrirebbero per le tue scelte, perciò pensaci bene prima declinare la nostra generosa offerta.
Sappiamo tutti che chi sceglie di ascoltare opinioni già dimostrate fraudolente mette a rischio la sicurezza propria e di coloro che lo circondano, e rappresenta un pericolo per l’intera comunità. Per tale motivo, per il bene di tutti dovrà essere impedito, con qualsiasi mezzo, la diffusione di idee e comportamenti non corretti. Le misure prima accennate non rappresentano una punizione ma una inevitabile conseguenza del rifiuto di contribuire al bene comune. Anche se sembrassero severe, è meglio un piccolo sacrificio piuttosto che mettere a rischio i diritti di tutti.
I nostri scienziati e i nostri esperti sono a tua disposizione per guidarti e chiarire ogni dubbio. Molti di loro li conosci: li hai visti alla televisione, al cinema, hai letto i loro articoli sui giornali oppure online, quindi sai già che puoi fidarti. Solo i migliori collaborano con noi. Ti aiuteranno a distinguere quando una certa dichiarazione o un determinato avvenimento rientrano tra quelli di cui è meglio impedire la diffusione.
Non esitare a contattarci anche per segnalare quanti, tra i tuoi conoscenti o all’interno della tua stessa famiglia, dovessero indulgere in attività a rischio, in modo da poter aiutare anche loro. Sono previsti premi per i più diligenti sostenitori della nostra Operazione.
Questo è il primo avviso. Se adempierai quanto ti abbiamo richiesto riceverai direttamente a domicilio un simpatico omaggio e ti sarà permesso di cambiare la tua icona sui social con una di quelle approvate dalla campagna Operazione Benevolenza©.
Tanti tuoi amici hanno già aderito, cosa aspetti? Per la pace e la fratellanza, ti aspettiamo tra noi, non mancare!
Il Presidente Z
L’avvenimento più epocale di tutti i tempi, un punto di svolta nella nostra storia che sarà ricordato in eterno, si è tenuto oggi davanti a tutta la nazione festante. Oggi si è celebrato l’insediamento del nostro sempre amatissimo Presidente Z, che ha ufficialmente inaugurato il Suo ottantaquattresimo mandato.
Sarebbe inutile cercare di descrivere l’entusiasmo delle folle acclamanti, il delirio del popolo unanime per questo evento politico così importante. Per ragioni di sicurezza, solo i fortunati e gloriosi soldati dell’esercito preposti alla Sua incolumità hanno fatto da pubblico. Ma, virtualmente, gli occhi della nazione oggi erano tutti rivolti a Lui, il nostro Grande Presidente che, contornato dal corteo di indiscusse e geniali menti che sono i suoi consiglieri e gli alti esponenti del Partito, ha preso possesso della poltrona che per nostra fortuna è Sua per diritto di elezione da tanti anni.
Sebbene anche questa volta sia mancata l’abituale raduno oceanico a causa della perdurante pandemia, ciononostante occhi e cuore dei nostri cittadini erano tutti con Lui, rivolti virtualmente verso quel suo cuore sì fermo, ma che simbolicamente non smette di battere per il suo popolo. E come potrebbe essere diversamente? Anche questa volta le elezioni hanno segnato il Suo nuovo massimo di popolarità, arrivando al 99,994% delle preferenze, in progresso dello 0,001 sul record precedente. Non dubitiamo che presto anche i pochi stolti e ribelli residui che non sono ancora convinti della Sua magnanimità e grandezza saranno convertiti, se non dai fatti, dai funzionari appositamente stanziati a tale scopo.
Attorniato dagli sposin* presidenziali, il nostro Grande Presidente Z si è quindi diretto al podio preparato per la Sua proclamazione. La fame di spettacolo del popolo era già stata saziata dai comici, poeti e cantanti presidenziali, ma era questo ciò che tutti attendevano. Come un’anima sola tutti i media hanno inneggiato a Colui che ha saputo portare la nostra nazione a traguardi mai neanche sfiorati. Il suo discorso è stato trasmesso in diretta su ogni piattaforma, e le sue parole risuonavano in ogni fortunata casa del nostro paese. Ha ricordato gli impegni presi per il suo mandato: per primo, la lotta ai cambiamenti climatici, che se non combattuti renderanno entro vent’anni il nostro pianeta inabitabile. Ciò comporta ancora una volta il bando di ogni tecnologia inquinante, ma i sacrifici sono necessari per il bene del”umanità. Avremo poi la legalizzazione del matrimonio con i piccoli roditori e le piante ornamentali, essenziale nell’ottica di quelle conquiste civili che formano il progresso di ogni nazione; la promessa di difendere la democrazia di cui la nostra bella nazione è esempio fulgido in tutto il mondo, con qualsiasi mezzo. Promessa che ha già dimostrato di sapere mantenere, e che gli è fruttata il Nobel per la Pace per centoquarantotto anni consecutivi. Sul fronte dell’emergenza virus che da tanto tempo ci costringe nelle nostre abitazioni e ci vieta gli assembramenti, se la distribuzione dei vaccini mensili ha subito un rallentamento, ha asserito, è colpa delle forze a lui ostili, di esseri immondi che saranno identificati, processati e giustiziati quanto prima. Nessuna tregua ai nemici della nazione che mirano a sopprimere la libertà con i loro pensieri violenti e sediziosi.
Sì, siamo felici che ancora una volta la nostra democrazia abbia funzionato e sia stato rieletto. A che serve vivere se non si è grandi come Lui? L’invidia di coloro che respirano non lo tocca, perché lui non dà solo la vita per noi, ma anche la morte. Lunga vita al Presidente Zombie!*
* nota dell’ufficio repressione fake news: per quest’ultima frase, l’estensore dell’articolo è stato trovato colpevole di dissenso ironico e condannato a 10 anni di lavori socialmente utili. Le ceneri sono già state riportate ai parenti. Se avete sorriso, ai sensi dell’articolo 675 bis potreste essere ritenuti complici. Sarete avvisati dalla sparizione di tutti i vostri profili social e conti bancari. In tal caso, aprite già la porta senza opporre resistenza.