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Le nuovissime lettere di Berlicche – LXXI – Quanto alla pensione?
Caro Malacoda,
Ti lamenti che hai troppo lavoro da fare per cercare di mandare qua sotto quanti più umani è possibile, ma la realtà è che i tuoi protetti finirebbero quaggiù anche senza il tuo intervento. Forse non sei tu ad essere un pessimo tentatore, sono quei mortali ad essere dei pessimi tentati. Pensare che ci siano umani buoni e umani cattivi è fuorviante e sbagliato, ed è la fonte dei tuoi problemi. Gli umani sono tutti, senza eccezione, cattivi, solo che alcuni di loro appartengono a fazioni opposte. Il guaio è che anche la loro cattiveria è cattiva.
Là sulla Terra troverai gente che seguirà ogni moda, adorerà ogni idolo, ignorerà ogni iniquità. Una cattiveria banale, quotidiana. Non la malvagità creativa dei grandi peccatori, ma un’oscurità dell’anima fatta in serie, industrialmente. Peccati compiuti senza nessuna traccia di originalità. Loro accettano il male non perché gli dicono sì, ma perché non sanno dire di no.
Quando anche credano al Nemico-che-sta-lassù, non lo temono più, perché pensano che avrà misercordia di loro; mentre lui avrà misericordia solo di chi lo teme. A noi che rimane da fare, se non raccogliere quanto è stato seminato ed è seccato al sole? Penso sia ora di finirla con le manfrine e procedere all’ultimo raccolto. Difficilmente avremo condizioni più favorevoli di adesso. In fondo il modo più rapido per arrivare al cuore dell’uomo è attraverso il suo petto.
Preparati, quindi. Non so se Nostro-Padre-che-sta-Quaggiù accetterà di anticipare la mietitura, ma penso sia quasi ora di goderci per l’eternità il risultato del nostro lavoro. Sento che la pensione è vicina.
Tuo affezionatissimo zio
Arcidemone Berlicche

Le nuovissime lettere di Berlicche – LXX– Insider job
Vittoria! Malacoda, caro nipote, sono così contento che scrivo persino a te, demonio malriuscito, e se non riesci a coglierne la portata allora meglio che ti metta a fare l’angelo.
Ero su twitter a insultare quando ho visto passare questo messaggio dai nostri arcinemici. Anzi, ex arcinemici, come presto vedrai:

All’inizio ho pensato che fosse uno scherzo, ho anche pensato che l’account fosse stato rubato dai nostri ragazzi della decima bolgia. Invece no! E’ un lavoro fatto dall’interno: le porte hanno ceduto, anzi, sono state spalancate per noi dal di dentro, e neanche se ne rendono conto. Sembrano essersi scordati ciò che erano.
E’ difficile dire cosa faccia più piacere in esso. Il fatto che i giorni che per i servi del Nemico erano i più sacri, quelli dedicati alla penitenza e al pentimento, ora siano trasformati in volontarismo moralista lo trovo di una perversità impareggiabile. Invece di chiedere al Nemico-che-sta-Lassù pietà e misericordia per la propria anima, meditare sui peccati commessi e pentirsene, presumono di poter salvare il mondo andando in monopattino elettrico. Al confronto quelli che confondevano il digiuno con la dieta erano quasi dei santi.
Il Cielo è buttato fuori a calci dalla Quaresima, tuttalpiù lo si guarda per controllare il tempo, che il riscaldamento globale non l’abbia vinta. Sembra che il fatto che possa essere Nostro Padre-che-sta-Quaggiù a trionfare non li impensierisca, forse perché hanno smesso di credere tanto a lui che al Nemico lassù e adorano nuovi dei che si sono creati. Finché temeranno il caldo stagionale invece che il caldo che sentiranno quando saranno nostri ospiti qui sotto noi non possiamo sperare di meglio. Operazione riuscita.
E’ meravigliosa anche questa ridefinizione di peccato: chi usa i combustibili fossili. Chissà se i chierici moderni pretenderanno la confessione per chi adopera l’automobile, o se andare in motorino e farsi una doccia calda siano solo peccati veniali. Sembra il male non esista più, a parte mettere gasolio nel serbatoio. Poi, certo, bisogna anche far finire la guerra, e certamente i pannelli solari la faranno terminare prima. Credevo che avessero chiuso i rubinetti del gas, non l’intelligenza. Questi mortali sono così semplici da ingannare, una volta che nessuno più insegna loro cosa devono temere davvero. Fanno quasi tenerezza, viene voglia di divorarli poco per volta; peccato che abbiano poco sapore.
Un poco preoccupato però sono, caro Malacoda: se la stampa stessa del Nemico ci ruba il lavoro e fa di tutto per distogliere i mortali da ciò che è importante per l’anima, non rischiamo di finire disoccupati?
Tuo zio, l’arcidiavolo Berlicche
Le nuovissime lettere di Berlicche – LXIX– Di cosa è fatto il matrimonio
Questa missiva infernale è stata pubblicata nel numero di ottobre di Notizie di Pro Vita e Famiglia.
Caro Malacoda,
quando ho saputo che avresti preso in custodia un umano di sesso femminile quale tuo nuovo incarico, non mi aspettavo che avresti avuto problemi così presto. Stento a credere che tu sia nipote mio, io che sono uno dei tentatori più rinomati di tutte le bolge infernali. Che razza di demone sei, per non riuscire ad allontanare dal bene la tua protetta?
Il tuo compito era semplice: tenere la mortale che ti era stata affidata immersa nel mondo che la nostra stirpe diabolica ha così faticosamente corrotto. Sai quanto sforzo ci va per spegnere ogni focolaio di virtù che possa sorgere? Occorre continuamente stare in guardia: il Nemico-che-sta-Lassù ha intessuto nella sua creazione questo abominevole desiderio del bene, e dobbiamo stare attenti a soffocarlo ogni volta che rispunta fuori. Non è che ci manchino gli strumenti: possiamo annegarlo nel piacere effimero, intimorirlo con la derisione, impaurirlo con la pressione sociale, liquidarlo con mille false filosofie. Ma, più importante di tutti, ricordati che gli esseri umani sono soggetti all’illusione primaria: quella di essere in grado da soli di fare girare il mondo a loro piacimento e raggiungere la felicità. Ridicolo, vero? Solo noi demoni siamo in grado di ottenere ciò: non per niente ci siamo ribellati al Nemico-che-sta-Lassù, che voleva opprimerci con la ridicola affermazione che solo in lui risiede la nostra gioia. E’ la debolezza del Nemico: pretendere che scegliamo le sue catene invece che il nostro piacere. Lo stesso sbaglio che ha commesso con gli uomini: quello di lasciarli liberi. Sfruttiamo quell’errore!
Proprio per questo trovo incredibile quanto tu mi scrivi, cioè che la tua protetta desidera il matrimonio. Com’è possibile? Quella parola non dovrebbe rientrare neanche nel suo vocabolario. Tu, giovane come sei, non hai davvero idea della fatica che abbiamo sudato noi antichi demoni per cancellare quell’obbrobriosa istituzione dalla mente umana, o quantomeno svuotarla del suo significato. Essa è uno dei più biechi sotterfugi usati dal Nemico per propagandare alla razza mortale il suo paradiso. Perché, se guardiamo bene, il matrimonio è fatto della stessa sostanza del cielo: il desiderio di qualcosa di eterno, che duri, che non finisca, il rispetto che nasce dall’amore e l’amore che nasce dal rispetto, una promessa da mantenere e mantenuta.
Può esserci cosa più vomitevole?
Quanto è più logico sfruttare l’altro finché serve, ridurlo ad un guscio vuoto e poi buttarlo via. Quanto è più dolce prenderci chi piace e, passato l’istante, sostituirlo con chi piace di più ancora. Legami stabili? Ah! La parola legami è da considerarsi solo parlando di schiavi, non quando essi siano reciproci. Quel tipo di eternità non fa per noi, l’abbiamo già rifiutata una volta e continueremo a farlo sempre.
Come fare a togliere dalla testa della tua protetta quell’idea malsana, chiedi. Intanto non dovevi farcela entrare, ma visto che per questo è tardi, devi avere ben presente quali siano le bellezze che l’umana in tua custodia vede in quella triste pratica.
Forse ella soffre di una nostalgia per i tempi andati, quando le spose si vestivano di bianco e andavano felici all’altare. Vuol dire che non è stata corrotta abbastanza da bambina, e magari è pure cresciuta in una di quelle famiglie felici che sono state la nostra fonte di dolori principale per tanti anni. Grazie a Nostro Padre che sta Quaggiù, però, oggi siamo riusciti a mettere un freno a questo tipo di infanzie mielose. Le bambine di oggi fanno sogni ben diversi, e se avremo mano libera saranno più diversi ancora. Le stiamo preparando per una vita perennemente precaria e insoddisfatta, ponendo come loro idolo ciò che non ha consistenza e non dura.
Ma se la mortale in questione è cresciuta così, c’è poco da fare.
Come rimedio, puoi sostituire l’apparenza alla sostanza: il colore dell’abito con la reale purezza, il fotografo quale officiante al posto del prete, spennellare tutto di zucchero che si muterà in amaro alla prima difficoltà. L’illusione porta alla delusione, nostra grande alleata.
Se per nostra fortuna avesse genitori o conoscenti il cui matrimonio è in bilico, porta loro come esempio del fatto che esso è uno sbaglio; altrimenti, indicale i tanti umani famosi il cui pubblicizzato matrimonio è andato a rotoli. Non occorre far notare che si tratta di persone speciali, su cui abbiamo concentrato i nostri sforzi, e che spesso se sono importanti è proprio perché hanno già da un pezzo accondisceso ai nostri consigli. Uno dei piaceri più grandi che un tentatore può avere è consigliare qualcosa che all’apparenza appartiene al Nemico, ma che ben sa che è destinato a dissolversi in vizio e dolore perché parte da una falsità piuttosto che dal vero. Il frutto al di fuori sembra sano, ma dentro è marcio e verminoso. Un sacramento bugiardo e blasfemo è ben più goduria per noi di nessun sacramento.
E’ con questi mezzi che, in pochi anni, abbiamo tolto l’idea del matrimonio dalla testa di tutti. Oggi, chi si sposa più? Sesso quando capita, con chi capita; o, tuttalpiù, convivenze più o meno lunghe. Abbiamo sostituito la tranquilla certezza che l’altra persona della coppia fosse una fortezza contro i mali del mondo, un sostegno e un aiuto, con l’incertezza e la paura. E se mi lascia? E se mi tradisce? La stabilità e la fiducia reciproci, altre due di quelle bellezze di cui parlavo, le abbiamo rimpiazzate con la precarietà e il sospetto. Spero che tu apprezzi la meravigliosa perversità di questo. Più ci si tira indietro da un impegno totale per paura, più cresce il sospetto; più cresce il sospetto più ci si tira indietro. Che c’è da stupirsi che simili convivenze si sfascino in breve tempo? Se non si è scelto consapevolmente di legarsi per l’eternità, si è deciso che il legame si sarebbe sciolto alla prima difficoltà seria. Che, come noi sappiamo bene, non tarda ad arrivare. Il matrimonio aveva un giuramento per questo, che era già una corda sottile e pronta a spezzarsi, senza l’aiuto di Lassù; figurarsi ora che nessuna promessa viene più scambiata.
Se tutti attorno a te tradiscono, bisogna essere ben forti per non cedere. Anche se questo ti condanna ad una esistenza solitaria seppure affollata di passanti. Dove lui e lei insieme costruivano case forti e durature per la famiglia presente e futura, oggi c’è l’inflazione di appartamenti colmi di cani e gatti. Dove c’era la tranquillità della vita domestica, oggi c’è il lavoro che ti assorbe e ti estranea. Dove c’era la stabilità, c’è il precario bilanciare gli sfuggenti piaceri suggeriti con la realtà ostile. E, senza stabilità, chi può desiderare dei figli? Così anche quest’ultima bellezza, quella della sola permanenza che è concessa alla stirpe umana, viene a mancare. E questo non è forse male?
Si, lo è. Quanto mi piace!
Senza un matrimonio, senza quel rapporto umano così speciale, la luce degli occhi degli umani piano piano si spegnerà in una vecchiaia triste piena di solitudini e rimpianti, quando capiranno come sia ormai troppo tardi per correggere l’errore. È di quella amarezza, di quella rabbia, di quel peccato – perché il peccato è proprio quello, un bene rifiutato – ciò di cui noi ci nutriamo.
Hai capito, Malacoda? Toglile a tutti i costi quella pericolosa idea di bellezza che potrebbe portare ad una vita felice. Nascondile quello che dovrebbe essere evidente a tutti: che senza matrimonio si è più infelici, più poveri, più insicuri, la società si disfa, i figli, se ci sono, vengono su male. Non è difficile, perché noi affermiamo il contrario da ogni dove. E se non le sappiamo raccontare noi le menzogne, chi se no?
Tuo eterno Berlicche

Le lettere a Berlicche – II – Democrazia demoniaca
A tutti i diavoli e demoni: un dubbio vi tormenta? Una questione vi tortura? Un pensiero vi tenta? Non rimanete nel vostro inferno! Scrivete al nostro esperto, il celebre arcidemone Berlicche, a scriviaberlicche@gmail.com
Caro Zio Berlicche,
come tentatore sono preoccupato per la situazione politica del paese dove vive il mio protetto, dove molte leggi a noi care vengono ostacolate. Quale atteggiamento dovremmo avere verso la democrazia?
Risponde l’Arcidemone:
Ogni forma politica umana ha i suoi vantaggi e svantaggi. La democrazia ci dà svariate opportunità che occorre cogliere. Lasciamo pure che il popolo elegga i suoi rappresentanti. Saranno loro a scegliere da quale potere sarà governato il popolo. Usualmente, sarà quello che retribuisce meglio, e nessuno può offre più di noi. Non c’è alcun altro tipo di regime che si presti maggiormente a essere piegato ai nostri scopi.
E’ un errore comune pensare che siano le persone più votate a governare. Le decisioni vere vengono prese in organismi formati da gente che nessuno ha eletto. I rappresentanti del popolo si limitano a formalizzare quelle decisioni. Proprio perché i rappresentanti tengono su la facciata, chi comanda può rimanere nascosto senza esporsi, senza motivare le scelte e senza subirne le conseguenze.
In ogni caso, chi sa convincere il popolo della bontà di un’idea non ha problemi a indirizzare il voto come vuole. La gente che conta è tale perché noi abbiamo voluto così. I migliori persuasori li abbiamo noi, dire alle persone cosa devono pensare è il nostro mestiere. Il mestiere di chi eleggiamo è invece fare sì che chi pensa con la propria testa si convinca a smettere. Democrazia? Permettiamo pure proteste, referendum, petizioni; basterà non ascoltarli.
Tenete conto che i partiti sono, in linea di massima, intercambiabili. Sono fatti di persone, e con le persone sappiamo bene come operare. Faranno finta di accapigliarsi tra loro, ma quello che vogliono davvero è altro, e noi glielo possiamo dare. Chi si oppone, una volta eletto dispone.
E se fossero prese decisioni contrarie alla nostra volontà? Allora ci saranno proteste e manifestazioni che saranno invece ascoltate, campagne stampa, improvvisi crolli economici, scandali, e financo rivoluzioni e guerre fino a che tornerà la normalità.
Nel caso peggiore potrebbero esserci momenti in cui non riusciamo a mantenere il controllo di paesi interi. Non è un problema. Tutto ciò che è arbitrario per essere accettato deve essere presentato come universale. Abbiamo la favola del mondo unito, dei saggi organismi sovranazionali: quello che non siamo in grado di imporre localmente, verrà forzato ancora più dall’alto: invece di “lo chiede il popolo”, lo chiede il mondo. A quel livello davvero i grandi della Terra, i nostri diletti, possono esprimersi pienamente, senza dover rendere conto a nessuno, così come deve essere.
Se vi state chiedendo se la normalità sia che i potenti fanno quello che vogliono, vi rispondo: lo sapete o no che il mondo è nostro?
Lo zio Berlicche

Le nuovissime lettere di Berlicche – LXIII – Uomini che amano le donne
Per una deprecabile distrazione da parte di demone minore, un portatile contenenti mail riservate di un noto personaggio è stato dimenticato da un riparatore. Una di queste è stata pubblicata nel numero di marzo di Notizie di Pro Vita e Famiglia. Nel deprecare questa violazione della privacy, ve la lasciamo in lettura…
Caro Malacoda,
mio demoniaco nipote, quanto tempo che non ci sentiamo! Certo, dato che io sono uno dei più potenti arcidiavoli infernali e tu solo un Tentatore di Terza Classe, ci sarebbe da stupirsi altrimenti. Qualcuno potrebbe dire che ho dedicato anche troppo tempo a correggere con i miei consigli i tuoi errori concettuali; ma non è sforzo sprecato, se questo sottrae anche una sola anima al Nemico-che-sta-Lassù.
Mi sono disturbato a scriverti oggi solo perché ho saputo che ti hanno assegnato come consigliere spirituale a una giovane mortale. Quella che puoi esercitare su di lei è solo un’influenza, ma non devi sottovalutarne gli effetti; se tu riuscissi a convertirla alla nostra causa sarebbe una grande occasione per farti notare e diventare quel Tentatore di Seconda Classe che so aspiri essere.
Sono al corrente del fatto che finora i tuoi protetti sono stati tutti maschi; che la mortale che dovresti portare sulla nostra cattiva strada sia un’umana femmina è una novità che potrebbe confonderti.
Non credere alla nostra stessa propaganda, che suggerisce che i sessi siano intercambiabili e opzionali: sarebbe un grave errore. Quando mai abbiamo suggerito qualcosa di corretto?
Le tecniche che hai usato sui soggetti maschili sono spesso inapplicabili a quelli femminili, e viceversa. La donna può essere un avversario molto più formidabile dell’uomo. È decisamente più resistente alle tentazioni, e più fedele della sua controparte. A un uomo basta sventolare davanti potere, soldi o una femmina per fargli ripensare le sue virtù, ma se offri alla donna potere, soldi oppure uomini molto spesso ti guarderà e ti chiederà “che me ne faccio?” Non è che non ne vengano attirate, lo sono in maniera differente. È difficile da capire per i maschi della loro razza, figurarsi per demoni come noi, che riescono a malapena a comprendere come una creatura possa sacrificarsi per qualcosa che non sia il suo interesse. Eppure è così.
Sarà per questo che il Nemico le ha sempre privilegiate. Chi ha creato per ultime? A chi ha affidato suo figlio? Chi c’era lungo la via dolorosa, mentre lo tormentavamo? Chi sotto la Croce? A chi è apparso per primo, dopo che Quello Là ci ha dato la fregatura di risorgere? I maschietti li vedi fuggire, mentre loro rimangono; magari piangenti, ma rimangono. Sono le femmine i lampioni della strada che i servi del Nemico seguono. Agli uomini ha dato il sacerdozio come premio di consolazione.
Il Nemico si serve delle donne per insegnare agli uomini ad amare, così come si serve degli uomini per evitare che questo amore degeneri in possesso. Se riusciremo a distruggere questo rapporto tra uomo e donna che il Nemico ha ideato, niente di quello che ha costruito rimarrà in piedi. Uomini che amano le donne, e donne che amano gli uomini; dobbiamo spezzare questo circolo nauseante, rendendolo vizioso. Grazie alla lungimiranza di Nostro-Padre-Che-Sta-Quaggiù è proprio su questo tema che si sono concentrati i nostri sforzi negli ultimi secoli.
Siamo riusciti a convincere le donne che il solo modo di essere realizzate era assomigliare agli uomini, e non a degli uomini qualsiasi: ai peggiori tra loro, coloro che trattano gli altri con maggior disprezzo. Le abbiamo condizionate a desiderare i lavori più lontani dalla loro natura, in maniera da renderle infelici una volta che li abbiano ottenuti, e farle sentire ancora più inadeguate. Abbiamo insegnato alle femmine umane a rifiutare tutto ciò che il Nemico aveva pensato per condurle alla pienezza: la maternità, la protezione della casa, la cura degli altri. Ci siamo serviti dei nostri migliori elementi per disprezzarle, confinarle, maltrattarle in maniera da fare loro pensare che il sesso maschile sia irredimibile, e il disprezzo diventi reciproco.
Dovevamo sradicare le donne dalle case, per poterci entrare noi. Ci siamo riusciti quando abbiamo mutato la natura del sesso – sì, sai, quella attività abominevole che gli umani usavano per immettere nel mondo altri umani – da procreativo a ricreativo. Un bello smacco per il Nemico: aveva pensato quell’atto per generare traendone piacere, oggi le sue creature cercano il piacere cercando di non generare. La colpa è sua, del Nemico; avrebbe dovuto fare i piccoli umani meno fastidiosi e difficili da smaltire. In ogni caso, questo cambiamento ha fratturato la relazione tra uomo e donna, portando alla promiscuità – gran cosa – e quindi al divorzio – altra gran cosa – e poi all’aborto e quindi alla distruzione della famiglia; la quale ha causato l’attuale caos nella società e la magnifica situazione corrente.
Capisci? Siamo riusciti a convincere la donna contemporanea che essere una concubina senza diritti, disposta a liberarsi di tutti i legami, figli compresi, per lavorare fino alla consunzione, fosse un ideale da perseguire. Insomma, mirare ad essere ciò che erano prima che il Nemico desse loro dignità.
Abbiamo tolto alla donna ciò che la rendeva tale, proprio come stiamo togliendo all’uomo ciò che lo rendeva tale, facendo di lui un ambiguo insicuro che non è in grado di proteggere alcunché. Quel circolo di amore, grazie ai nostri sforzi incessanti, è quasi infranto.
Ora capisci perché ti scrivo?
È importante che tu riesca a convincere la tua protetta ad abbracciare il nostro punto di vista, in maniera che possa a sua volta diffonderlo.
Riempila di orgoglio quando veste abiti succinti, quando mostra le sue grazie; falla sentire forte quando si rende un oggetto, sia pure di desiderio. Suggeriscile che è potente quando tratta a sua volta gli altri come oggetti; sfrutta la sua propensione al bello per entusiasmarla dell’effimero. Falla sentire non compresa dagli uomini; così si distaccherà da loro, e loro non potranno offrirle protezione quando ne avrà bisogno – le femmine umane sono come i diamanti, forti ma fragili. Lasciata sola, sarà facile frantumarla; e non c’è niente di più abrasivo del diamante frantumato. Perché rimanga da sola deve sentirsi più minacciata che protetta dal maschio della sua specie; falla concentrare sugli episodi brutti e ignorare tutto ciò che vede di bello, in modo che dimentichi il suo stesso desiderio.
Prudenza, mi raccomando: procedi per piccoli passi, pronto a morderle il piede esposto per iniettarle il tuo veleno; ma attento a non farti schiacciare la testa. Se riuscirai a renderla sola, senza legami stabili, il filo soprannaturale che la congiunge agli uomini e fa di una coppia una fortezza sarà spezzato, e nessuno riuscirà a riannodarlo, neanche il Nemico. Gli umani si spegneranno lentamente, e il mondo terreno diventerà nostro.
Capisci quindi l’importanza del compito che ti è dato? Gli uomini trovano il cielo negli occhi delle donne; se le farai abbassare lo sguardo, quello che essi vedranno sarà un riflesso dell’inferno. Così che gli uomini, guardandole, non sappiano più dove vogliono andare, e si perdano.
Ed è noto che tutti quelli che si perdono arrivano quaggiù da noi, dove li masticheremo in eterno.
Tuo zio, l’arcidiavolo
Berlicche

Scegli il cavaliere
“Vedi”, spiegò, “il trucco è non lasciare loro il tempo di pensare. Quando le tue bugie sono allo scoperto, così evidenti che nemmeno i più ciechi possono negarle… quando persino i tuoi fedelissimi cagnolini incespicano sulle spiegazioni e si guardano intorno in cerca di una via di fuga, quello è il momento di rovesciare tutto”.
“Rovesciare tutto?”
“Certo. Se non funziona più, non aspettare che si rompa completamente, sostituiscilo. Per prima cosa devi trovare un nuovo argomento che abbia forza di impatto. Un disastro globale. Morte, pestilenza, carestia, guerra… scegli il tuo cavaliere. Lo sbatti in prima pagina, e mandi il precedente in settima. Tempo una settimana e quello che è stato prima sarà dimenticato. Tutto ciò di cui hai bisogno è il disastro, e capire su chi gettare la colpa, perché deve esserci qualcuno su cui far sfogare la rabbia e incolpare dei tuoi errori. Naturalmente devi includere tra i colpevoli tutti coloro che hanno la vista lunga, che si sono accorti del trucco, che usano la ragione. E’ essenziale che tu li colpisca, e li colpisca duro. Sono loro l’unico pericolo.”
“E se non ho un disastro globale a disposizione?”
“Ma che domande… lo fabbrichi, è chiaro. Quelli naturali non esistono, o sono così rari e casuali che non vale la pena tenerli in considerazione. Nel nostro mestiere il tempismo è importante. La transizione che ci piace è questa: tutti i grandi valori per cui, fino all’altro giorno, perseguitavi i non allineati si sono improvvisamente dissolti. Ma non si nota l’assenza: sono stati rimpiazzati con nuove bugie”.
“Ancora non capisco, però. A che serve tutto questo?”
“E’ per il potere, è ovvio. C’è solo una cosa che permette all’incapace, all’ignorante, al malvagio, al crudele di continuare a comandare: un’emergenza. Con la scusa dell’emergenza potrà colpire i suoi oppositori, fare passare leggi idiote ed inique, ed evitare di dare conto del suo operato. Potrebbe persino far credere di essere un genio, dandosi il merito della cessata emergenza precedente.” Sospirò. “Spero che tu abbia capito, perché non ripeterò ancora la lezione. Vai adesso, e governa come ti ho detto. Ti ho messo lì apposta”. Fece per andarsene.
“Aspetta!” disse l’uomo, trattenendolo. “Non so neanche come ti chiami“
“Chiamami B”, sorrise.
“Come faccio a rintracciarti?“
“Non ti preoccupare. Mi farò vivo io, a suo tempo”, disse, sorridendo con troppi denti. “per il pagamento. Io so sempre dove trovarti”. E sparì.

Mercante
Avete capito male.
Non vi sto vendendo vaccini. Non vi sto vendendo rimedi contro la violenza. Non vi sto vendendo la salvezza dai cambiamenti climatici.
Queste cose io ve le do gratis. Sono omaggio, approfittatene.
Se foste intelligenti, se ragionaste, capireste che niente è gratis, e quindi qualcosa vi sto pur vendendo. Cosa sarà, potreste chiedervi.
Ve lo dirò: io vi sto vendendo paura.
Paura della malattia, della morte, dei violenti, che il tempo peggiori. Paura degli estremisti e della polizia. Paura di impegnarsi, del sacrificio, persino paura della paura.
La paura fa smettere di pensare. La paura impedisce di ragionare, togliendovi così la sola possibile arma contro di me: il guardare la realtà.
Se avete paura state con il gomito davanti agli occhi. Così non vedete che ogni cosa che vi dico è menzogna.
Non proprio ogni cosa, no, ma basta una percentuale infinitesimale di falso per mandare a male un intero carico di verità.
La paura?, voi direte ridendo. Ma che assurdità dici? E con cosa la compreremmo?
Con la sola cosa di cui mi importa, io rispondo. La vostra vita. La vostra libertà. Il vostro silenzio.
Voi mi pagherete con le vostre parole; mi pagherete con il vostro tempo, e con la vostra obbedienza. Quello che avete paura di perdere, che avete avuto senza merito, lo darete a me. Volentieri. Io non voglio spiccioli, voglio tutto.
Quando vi avrò preso tutto, potrete andare. Non si ha più paura, quando non si ha nulla da perdere.
Ma so che non lo farete. Resterete con me. Perché vi avrò tolto tutto, e rimarrò solo io. A cos’altro potrete aggrapparvi?
Apritemi le porte delle vostre case e del vostro cuore. Datevi a me.
Abbiate paura.

Le lettere a Berlicche – I – Il vaccino d’oro
Nota della redazione: apre oggi la nuova rubrica “Lettere a Berlicche”. Siete un diavolo con un problema? Scrivete all’affermato ed esperto Arcidemone Berlicche; vi risponderà, fatevi tentare!
***
Caro Zio Berlicche,
Siamo un gruppo di demoni tentatori che hanno dei dubbi sui vaccini. Conosciamo tutti le disposizioni a riguardo emesse dal Comitato Pestilenze. Ma la domanda è: dato che salvano delle vite, non saranno pericolosi?
Risponde l’Arcidemone Berlicche:
Cari Tentatori, non fatevi traviare dalla nostra stessa propaganda. Tenete sempre a mente che a noi non interessa la morte degli esseri umani. Presto o tardi loro ci giungeranno tutti. A noi interessa farceli arrivare nel modo peggiore possibile. Che serve accopparli se poi non li trasciniamo giù con noi? Ci sta bene tutto ciò che allontana le anime dal Nemico-che-sta-lassù.
Il vaccino è un’occasione ghiotta ed irripetibile, al di là del fatto che funzioni o meno. Un’occasione che stiamo sfruttando al meglio.
Voi sapete bene come la maniera migliore per distaccare da lassù un mortale sia fargli adorare un idolo. Un idolo, per funzionare bene, deve essere desiderato e misterioso; deve essere vicino ed irraggiungibile, deve intimorire ed entusiasmare.
Il desiderio è creato dalla paura della morte, della malattia; dall’esasperata chiusura e distanziamento, fino al disastro economico; dalla solitudine. Di fronte a questo, un mortale cercherà un idolo che lo possa salvare; e noi abbiamo dato loro i vaccini. La scienza li rende misteriosi; sono ovunque, ma per accedervi devi chinare il capo e fare atto di fede in essi, senza sperare di comprenderli fino in fondo. Danno allo stesso tempo timore e speranza; e i loro sacerdoti celebrano i riti propiziatori della salvezza materiale.
I fabbricanti e i venditori di idoli conoscono bene il valore di denaro e potere, che adorano; hanno presto compreso che per ottenerli devono accendere la cupidigia per ciò che vendono, manipolando le informazione e le opinioni. I potenti sono tali perché sanno manovrare gli idoli; e gli idoli li rendono ancora più potenti.
I mortali, di fronte a ciò che non possono controllare, sempre cercano un idolo che lo possa salvare; e noi abbiamo dato loro i vaccini. Li abbiamo esaltati e invocati fino a creare una religione; una religione che smonteremo pezzo a pezzo per convincere gli uomini che tutte le religioni sono false. Non c’è niente di meglio delle caduta di un falso dio per allontanare da ogni divinità. E’ questo il bello del nostro mestiere: traiamo il meglio sia da chi appoggia i nostri metodi sia da chi li combatte, perché per combattere qualcosa bisogna concentrarsi su di essa, e quindi distrarsi da ciò che davvero conta. Combattere il male non vuol dire affermare il bene, ricordatelo. Anche la speranza di abbatterci può essere un idolo.
Oh, sì. c’è il rischio che possano riaprirsi le chiese, che tornino le comunità, che si possa riabbracciare chi è caro e cessare la tortura dell’isolamento. Ma è inevitabile; anche gli inganni meglio riusciti perdono d’efficacia se trascinati troppo a lungo, e rischiano di creare un contraccolpo che cancelli tutti i vantaggi accumulati. Non preoccupatevi troppo per il buono che possono portare i vaccini; ricordate chi ha orchestrato la loro propaganda. Pensate piuttosto a fare in maniera che quei vantaggi si tramutino in nostri vantaggi.
C’è tanta rabbia, paura, delusione da incanalare; fate in maniera che diventino un fiume che trascini con sé il maggior numero di mortali possibile. Noi siamo qui ad attenderli
Lo zio Berlicche

Trasporto valori: uguaglianza
Cari discepoli, ben trovati! Oggi lo zio Berlicche, il più amichevole arcidemone che potrete mai incontrare da vivi, comincerà ad istruirvi su ciò che è necessario seguire per vivere nel mondo moderno.
Abbiamo visto l’altra volta che l’essere umano non può fare a meno dei valori, se vuole vivere nella società contemporanea.
E’ possibile che possiate essere incerti su alcuni di questi valori, nonostante l’istruzione continua che i nostri collaboratori vi impartiscono tramite i mezzi di comunicazione. Anche voi vi dovete adeguare, se non volete rimanere esclusi e fuori moda! Se siete chiusi, se siete tradizionalisti, se ancora al fondo del vostro animo avete un residuo di quel dannosissimo catechismo che vi hanno imposto da piccoli, ora è il momento di cambiare. Lasciate che il nostro messaggio vi riempia e vi possegga, rilassatevi e svuotate la mente: non avete bisogno di pensare, perché pensiamo già noi a tutto. Non crediate di essere un caso particolare: il primo valore di cui parleremo è proprio l’uguaglianza.
Uguaglianza! Quale espressione più dolce e soave? Significa che sono cancellate tutte le antiche discriminazioni, gli atavici favoritismi e squilibri, e tutti quanti voi uomini siete uguali. La giustizia realizzata, altro che quella che promette il Nemico-che-sta-lassù.
Pensi di essere migliore del tuo vicino? Bene, lui pensa lo stesso di te! Ma noi possiamo dirvi che, ai nostri occhi, apparite indistinguibili gli uni dagli altri. Perché quindi affannarsi tanto per distinguersi, per lasciare un segno? Sono cose passeggere, e cercare di primeggiare causa solo conflitti inutili. Io, io, voi dite! Se invece piglierete coscienza di essere solo un anonimo puntolino in una folla enorme ed indistinta comprenderete quanto si viva più tranquillamente adeguandosi al pensiero comune. Non fate i guastatori, seguite la massa. Avete i vostri diritti: che volete di più?
Siete tutti uguali, e noi vi valorizziamo per questo! Se per caso qualcuno dovesse sostenere di valere, noi gli diciamo: ma certamente! Vali in quanto anche tu come tutti partecipi al bene collettivo, e contribuisci con il tuo essere membro produttivo della società. L’uguaglianza significa anche che chi non dovesse essere più in grado di fornire questo contributo deve essere eliminato, in quanto diverso. E’ doloroso, ma necessario.
Se l’uguaglianza è un valore, la diversità deve essere combattuta con qualsiasi mezzo. Sono ammissibili solo le diversità utili, quelle che rendono uguali. Ma cose come il pensiero indipendente, la persona come soggetto unico e irripetibile, l’opinione in dissenso con ciò che tutti dovrebbero pensare… capite anche voi: non hanno posto nel nostro nuovo mondo. Sono mele marce. Ci fossero dei casi di queste odiose perversioni, vanno ricondotti all’uguaglianza; se non fosse possibile vanno esclusi; vanno silenziati e allontanati; vanno curati; vanno purtroppo eliminati, se non si potesse fare altro.
I valori sono comuni, e per ciò che è eccezionale non c’è posto. Prendetevi le vostre soddisfazioni, ma non sperate di diventare qualcosa di più di quello che siete. Fatica sprecata. Tanto è uguale.
Trasporto valori: un nuovo inizio
Carissimi lettori,
qui è il vostro zietto preferito, Berlicche l’Arcidemone, che vi parla.
Dopo tanti anni ad inseguire le paranoie e le insulsaggini del Nemico-che-sta-Lassù, è ora di cambiare strada.
Sempre a parlare di peccati, di virtù, di comandamenti, di vizi… adesso basta! Sono cose che ai diavoli moderni come noi, e anche a voi, non interessano più. Quella era l’antica tradizione. Ormai è morta e sepolta. Quei pochi tradizionalisti rinsecchiti che ancora ci credono sono una razza volta all’estinzione, e non sarà mai troppo presto, Per così tanti anni ci hanno impedito di arrivare a quel mondo nuovo che bramiamo dal profondo, al rovesciamento delle vecchie strutture di potere e all’affermazione del nostro paradiso. Un paradiso per tutti, ben diverso da quel club elitario che vi è stato finora venduto come desiderabile.
No, è ora di un cambiamento. Le antiche virtù non solo hanno fatto il loro tempo, esse sono un ostacolo da superare. Ormai dobbiamo parlare di valori, quel terreno comune che ogni essere umano dovrà coltivare per arrivare alla perfetta integrazione nel Grande Piano. Senza valori da condividere e portare avanti come potrebbe formarsi quell’umanità nuova che tanti di noi, Nostro-Padre-che-sta-Laggiù per primo, hanno desiderato così ardentemente? Speriamo tutti che anche voi brucerete con noi per l’impazienza di realizzarla.
I valori hanno un vantaggio: la flessibilità. Sono legati ad un momento storico, trovano la loro utilità nel fatto che ci sono utili. Se un domani questa utilità dovesse cessare, potremmo esaltare valori che siano anche antitetici ai precedenti. Quale problema c’è? Dato che ormai è universalmente e scientificamente noto che la verità non esiste, non c’è nessun impedimento ad essere sfumati sulle definizioni. Se qualcuno dovesse protestare, bene, la retta interpretazione la daremo noi. Siamo qui apposta, al servizio dell’umanità.
I valori vedeteli come dei fili legati alle vostre estremità, che vi aiutano a camminare, a stare in piedi. Tiriamo il filo di ciò che scegliamo per il vostro bene di privilegiare e voi agite: senza che da parte vostra ci sia bisogno di usare libertà o ragione per comprendere, senza che dobbiate fare fatica o cercare di eccedere i vostri limiti. Pensiamo a tutto noi, per voi.
Quali sono dunque questi valori? Va bene, ve ne fornisco un elenco: ma ricordate che potrebbe cambiare senza preavviso, se così fosse necessario.
Parleremo nei prossimi giorni di tolleranza, inclusività, uguaglianza, multiculturalismo, ambientalismo, autostima e dirittosità.
Come, cos’è la dirittosità? E’ un valore importantissimo! Seguitemi in quest’avventura dell’apprendimento e anche voi l’imparerete. Presto.
Vostro affezionato,
Arcidemone Berlicche
Persone interessanti
La riunione del Comitato Esecutivo Globale era un pandemonio. Non che potesse essere diversamente, quando ad essere riuniti erano i dirigenti dell’inferno.
Arcidemoni e Duchi infernali parlavano, sibilavano, urlavano tutti insieme, alcuni tutte queste cose e altre ancora contemporaneamente. Berlicche ghignò. Finché si accapigliavano andava tutto bene. E’ quando iniziavano a sorridersi che c’era da preoccuparsi.
Baalzebub, il nuovo amministratore delegato, stava terminando il suo discorso. Sarebbe stato difficile comprenderlo in qualsiasi linguaggio umano, in quanto le sue parole erano pronunciate, o ronzate, da quella che pareva una massa pulsante di mosche. La lingua infernale, però, sembrava singolarmente adatta a quel tipo di suoni.
“… io davvero sento che più funzioniamo come team, più grande è la nostra forza. Ho, quindi, deciso di rinominare ciò che era conosciuto come Comitato Esecutivo Globale in Team di Somma Leadership, proprio per sottolineare l’importanza di lavorare strettamente uniti insieme come un team di compagni.”
Applausi entusiasti eseguiti con diversi tipi di appendici e tentacoli sottolinearono le parole del Principe Infernale,che continuò.
“Ovviamente, chi non collabora attivamente si troverà seppellito per qualche millennio nei pozzi di Kgawh. Ora però andiamo avanti con l’ordine del giorno: l’arcidemone Berlicche, delegato al marketing, ci illustrerà le strategie impiegate dal suo dipartimento e i loro risulati. A te la parola.”
Berlicche si alzò a parlare, mentre le mosche che componevano la testa dell’amministratore delegato sciamavano a ricoprire ogni vicina superficie.
“Cari membri di questo magnifico team”, cominciò, “sappiamo che il nostro amato Inferno ha dall’inizio dei tempi goduto di cattiva fama presso i mortali. Era visto come un luogo tetro, di sofferenza, senza piaceri e senza speranza, un posto di tormenti senza fine e di fiamma inestinguibile. Un quadro abbastanza realistico, insomma. Ma, per qualche motivo, gli umani erano restii a proseguire qui la loro esistenza immortale, cercando di allontanarsene e privandoci quindi del nostro giusto nutrimento: le anime di coloro che hanno rifiutato il Nemico-che-sta-Lassù. Certo, attirare a sé le anime con la paura è indegno di una autoproclamatasi divinità, ma sappiamo che il Nemico si innalzerebbe a qualsiasi livello pur di toglierci quanto ci spetta.”
Fece una pausa, lasciano ai presenti il ptempo di rimuginare su loro odio. Poi continuò. “L’indegnità della paura è però un argomento che può fare presa sui suoi ministri, in special modo coloro che hanno dei dubbi sulla nostra reale esistenza. Un grosso sforzo è stato fatto per convincere i predicatori del Nemico a smetterla con la pubblicità negativa nei nostri confronti. Il mezzo primcipale è stato il nascondere quanto facile sia per un’anima finire quaggiù. Abbiamo fatto dimenticare che abbiamo corrotto gli umani fin dal loro sorgere, e ora quelli sono convinti di esser buoni…”
A queste parole un’ondata di ilarità percorse le fila dei demoni. Alcuni si scambiarono battute a bassa voce. Berlicche proseguì: “… e di non avere ragione di temere un luogo dove per non andarci basta perdonarsi o, meglio ancora, agire con convinzione di essere nel giusto …”
Le risate si fecero più forti. Berlicche attese che scemassero e andò avanti.
“I risultati sono più che soddisfacenti. Ormai meno dello 0,01% di tutte le prediche trattano di inferno e dannazione, e possiamo affermare che la paura di noi sia quasi del tutto scomparsa.”
Alzò gli occhi sui suoi colleghi diavoli. “Ma ancora non basta. Non dobbiamo solo togliere la paura, dobbiamo renderci simpatici. Attirare, insomma, invece di respingere. Per ottenere questo risultato abbiamo usato una doppia strategia.”
Si schiarì la voce e proseguì. “Punto uno, abbiamo diffuso tramite i media un’immagine di noi demoni edulcorata e attraente. La figure di riferimento del passato, la potente entità in grado di dare potere tramite un contratto, era interessante solo per una ristretta fascia di persone. L’abbiamo abbandonata, in favore di un approccio più amichevole, il demone-compagnone che ti introduce ai piaceri senza chiedere nulla in cambio. Un fascinoso viveur, in fondo gentile e generoso. Quello che abbiamo perso in rispetto l’abbiamo guadagnato in autorevolezza: gli umani sono più disposti a seguire i consigli di chi vedono come un’immagine di libertà sfrenata che di un cupo signore della morte.”
Qualche vecchio demone sembrava dubbioso, ma Berlicche continuò.
“Punto due, testimonial. Adesso nel nostro contratto standard con gli umani includiamo l’obbligo di pubblicità delle nostre installazioni. Nel caso di prelati questo deve essere fatto più discretamente, ma ormai le persone normali possono pubblicizzare l’inferno senza temere alcuna reazione da parte del pubblico, anzi.
Una stella della musica o del cinema può affermare tranquillamente di preferire l’inferno perché è pieno di persone interessanti senza destare sorpresa o disappunto. Siamo riusciti a far coincidere le peggiori depravazioni con ‘desiderabile’, e a far passare il concetto che occorre sperimentare tutto, anche ciò che si sa sbagliato, perché non si deve giudicare. Quel toscano che una decina di secoli fa scrisse di un viaggio nei nostri gironi ci inserì persone famose; e gli umani sono come scimmie, vivono dell’imitazione di quelli che pensano migliori. Sono attirati da loro.”
Fece una pausa. “I matematici umani dicono che non esistono numeri non interessanti, in quanto il primo numero non interessante lo diventerebbe per il fatto di esserlo, e così via. Oh, chiaro che assassini, bugiardi, ladri, depravati sono interessanti, sono argomento appassionante; per noi sicuramente, finché sono sulla terra. Nell’istante però in cui arrivano qui per noi cessano di esserlo: un’anima è uguale all’altra, è solo cibo. Nessuno qui è interessante, perché tutto ciò che lo rendeva tale non esiste più. Mentre per il Nemico ogni uomo lo è , perché per Lui la massa non esiste, sa contare solo fino a uno.”
Berlicche guardò i suoi colleghi in faccia, quelli che la possedevano. “Abbiamo fatto credere agli umani che quaggiù sia un luogo di villeggiatura, e non si rendono conto che loro non sarebbero i villeggianti ma il buffet. Per la prima volta nella storia, gli uomini vogliono venire da noi volontariamente, senza che neanche dobbiamo promettere loro potenza e gloria, ma solo per la compagnia. Beh, avranno la compagnia che cercano”. Sorrise beffardamente: “Così potranno provare l’effetto di trascorrere l’eternità accanto alle persone più egoiste, narcisiste, traditrici e malvagie, senza neanche un filo di bene o di affetto a mitigare. Senza speranza o perdono. Comprendere per giorni senza numero quanto si siano ingannati su ciò che desideravano veramente, sul fatto che erano fatti per il Paraadiso ma hanno scelto l’Inferno, sulla differenza tra interessante e desiderabile: come potremmo sperare tormento maggiore?”
Cos’è la misericordia
“Cos’è la misericordia?” Chiese il giovane al suo maestro.
“La misericordia?” L’anziano ci pensò un attimo. “Immaginati”, disse, “un vecchio, un nonnino, che ha lavorato una vita, e che ora ce la fa a malapena a sopravvivere, senza nessuno, solo con i suoi ricordi. Misericordia è accostarsi a lui silenziosamente e sopprimerlo, in modo che la smetta di rubare spazio e cibo alla gente più giovane. Misericordia”, continuò, “è liberare le donne dal fardello gravoso di far nascere e allevare un figlio; che possano essere allegre e produttive finché possono, contribuendo al benessere dei loro datori di lavoro. Misericordia è impedire che i giovani creino famiglie, fonte di preoccupazione e disagio, e battersi perché si godano invece la loro incoscienza il più superficialmente possibile. Più a lungo resteranno irresponsabili meno soffriranno per colpa della responsabilità. Misericordia è procurare bambini a degli adulti perché possano sfogarsi, o giocare, o li possano comunque usare per alleviare le loro frustrazioni, di qualsiasi tipo esse siano. Misericordia è far sì che gli uomini non vedano il male nei loro simili, ma considerino tutti buoni, tranne coloro che impediscono loro di fare quello che desiderano. Quelli sono ostacoli alla piena felicità che vanno misericordiosamente eliminati, che non infettino la purezza delle menti altrui. Misericordia è distruggere quanto infastidisce, in maniera da liberare le menti da ogni cattiva vibrazione. E’ scusarsi con i potenti di qualsiasi cosa ci accusino, non per umiltà o pentimento, ma per compiacenza, in modo da non inquietarli. E’ fare sentire in colpa per cosa non si è fatto e perdonarsi per ciò che si fa. Misericordia è impossessarsi delle parole e dei fatti e piegarli per rendere il mondo un posto migliore per se stessi. Ecco, tutto questo è per me la misericordia”.
Il giovane rimase un poco silenzioso. “Uh”, disse alla fine, “Zio Berlicche, queste tue definizioni di misericordia hanno qualcosa di strano…”
L’arcidemone fissò con disprezzo il suo giovane allievo. “Niente affatto, Malacoda. Questo è ciò che dobbiamo insegnare agli umani. Fai come loro: impara e metti in pratica. Perché se non avessi appreso la lezione, con te non avrò misericordia.”
Difesa d’ufficio
Da: Comitato Assegnazione Opere Sataniche
A: Ufficio Propaganda Infide
Diavolacci incapaci, mi è giunta notizia che il Servo Emerito del Nemico-che-sta-Lassù si è fatto di nuovo vivo. Si parla di un libro, un altro. Non dovevate trovare il modo di farlo scomparire? Indagate e fatemi sapere appena possibile,
S.P. Berlicche, Arcidiavolo
***
Da: Ufficio Propaganda Infide
A: Comitato Assegnazione Opere Sataniche, c.a. Direzione
Vostra Irosissima Profondità,
abbiamo messo gli artigli su un’anteprima del libello. Come c’era da aspettarsi, quel decrepito ripetitore dei bofonchiamenti celesti dedica più di un pensiero a noi e al nostro operato. In un punto afferma che il pericolo più grave per la sua congrega sta nella dittatura a livello mondiale di ideologie apparentemente umanistiche: contraddirle costerebbe l’esclusione dal consenso sociale.
Come osa! E’ assurdo che qualcuno possa pensare o scrivere queste corbellerie e ancora pretendere che siano pubblicate.
E’ vero che esprime anche lodi per il nostro operato, dove sostiene che oggi costa caro negare concetti pochi anni fa impensabili, come l’aborto o il matrimonio omosessuale. Ribadisce che la società moderna ha elaborato un credo anticristiano che scomunica socialmente chi lo respinge; e quindi è naturale temere il potere spirituale dell’Anticristo. Ora, se questo non è un riconoscere il nostro duro lavoro, non so cosa sia!
Comprendo però che simili concetti debbano essere nascosti agli umani; qualsiasi accenno a manipolazioni dell’informazione deve essere assolutamente rimosso, come Lei c’insegna.
Stiamo già richiamando i nostri agenti migliori tra gli umani per diffondere una smentita.
Orgogliosamente,
Draghignazzo, responsabile Ufficio Propaganda Infide, sez. Decima Bolgia
***
Da: Comitato Assegnazione Opere Sataniche
A: Ufficio Propaganda Infide
Incompetenti, io vi mando a cogliere fiori nei campi!
Una smentita è la cosa peggiore. Occorre giocare sulla credibilità. Visto che è evidente che non è rincoglionito, puntate sul credo medioevale e arretrato, o qualcosa del genere.
Aspetto notizie,
S.P. Berlicche, Arcidiavolo
***
Da: Ufficio Propaganda Infide
A: Comitato Assegnazione Opere Sataniche, c.a. Direzione
Vostra Profondità,
Abbiamo seguito il Vostro eccellente suggerimento.
Abbiamo ordinato una campagna stampa che segua questo ritornello: “Ratzinger: nozze gay e aborto sono segni dell’Anticristo”. In questa maniera gli umani penseranno all’abituale crociata antimoderna di un povero demente, dato che, per quanto ne sanno loro, se Cristo non esiste figurarsi l’Anticristo (ahr, ahr), e viceversa. Nessun accenno all’esclusione sociale di chi la pensa differente da noi. Il Vecchio è neutralizzato.
Subdolamente,
Draghignazzo, responsabile Ufficio Propaganda Infide, sez. Decima Bolgia
***
Da: Comitato Assegnazione Opere Sataniche
A: Ufficio Propaganda Infide
Siete i soliti idioti, incapaci a fare i coperchi. L’idea era buona, ma vi siete resi conto che tutti i titoli in tutti i canali di informazione erano esattamente uguali?!? Secondo voi, chi legge non se le fa due domande su questa sospetta uniformità? Va bene che i nostri succubi terrestri non hanno molta fantasia, ma almeno potevate raccomandare di usare qualche aggettivo differente, no? Sfido che vi beccavano subito a copiare, all’accademia infernale.
Meno male che il terrestre medio è già tanto se ne legge uno, di titolo, se è scritto grosso. Quelli capaci di ragionare sono già del Nemico; accontentiamoci degli altri.
il Vostro Arcidiavolo Berlicche
La fede e la pestilenza
Mi giunge voce girare su internet un brano che si millanta prelevato da una mia lettera; debbo smentire. Sebbene si possa trovare in quel dialogo qualche mia eco, esso è apocrifo; non fa parte di quella raccolta di miei pensieri che un certo C.S.Lewis pubbllicò una vita d’uomo fa lassù sul vostro mondo; anche perché in quella sede furono rilasciate dall’editore non dialoghi ma solo lettere scritte. Può essere utile però una citazione presa proprio da quel libercolo, che vi allego qui di seguito:
“Considera inoltre quali morti indesiderabili càpitano in tempo di guerra.
Gli uomini vengono uccisi in luoghi dove sapevano di poter essere uccisi, e dove si recano, se appena sono del partito del Nemico, preparati.
Quanto sarebbe molto meglio per noi se tutti gli esseri umani morissero in case di salute costose, in mezzo a dottori che mentiscono, infermiere che mentiscono, amici che mentiscono, come io li ho educati a fare, promettendo la vita ai morenti, incoraggiando la convinzione che la malattia scusa ogni indulgenza, e perfino, se i nostri lavoratori sapessero bene il mestiere, tenendo lontano ogni accenno ad un prete per tema che colui tradisca all’infermo la vera condizione in cui si trova! Quanto è disastroso per noi il continuo richiamo alla morte che la guerra offre! Una delle nostre armi migliori, la mondanità soddisfatta, è resa inservibile.
In tempo di guerra neppure uno degli umani può pensare di vivere per sempre.
So che Draghignazzo ed altri hanno veduto nelle guerre una grande occasione per sferrare attacchi contro la fede, ma io ritengo esagerato codesto punto di vista.
Agli esseri umani partigiani del Nemico, è stato detto chiaramente da Lui che la sofferenza è una parte essenziale di ciò che Egli chiama Redenzione; e perciò una fede che vien distrutta da una guerra o da una pestilenza non valeva proprio la pena di distruggerla.
Parlo di quella sofferenza diffusa per un lungo periodo quale la guerra produrrà.
Naturalmente, nell’esatto momento del terrore, del lutto, o del dolore fisico puoi catturare il tuo uomo mentre la sua ragione è temporaneamente sospesa.
Ma anche allora, se egli si rivolge al quartier generale del Nemico, mi son accorto che il posto militare è quasi sempre difeso.”
(“Le lettere di Berlicche”, lettera 5)
Capito? Mi ha reso molto felice sapere che, in presenza di codesta attuale pestilenza in tono minore, ci si sia precipitati ad allontanare i preti non solo dagli ammalati, ma anche dai sani; a negare quella sofferenza, e quindi anche quella Redenzione, come fosse qualcosa di incidentale, di nessun conto per la vita e per la morte; come se si potesse fuggirla per sempre.
Se la ragione non è sospesa solo temporaneamente, ma in permanenza, quale maggior regalo per la nostra causa? Nel posto militare del Nemico il telefono squilla a vuoto, devono essere tutti a casa in quarantena.
Vostro affezionato
Arcidiavolo Berlicche
Le nuovissime lettere di Berlicche – LXII – La libertà travestita
Caro Malacoda,
Noi demoni non possiamo far parte di un partito politico. Come potremmo, dato che li sponsorizziamo tutti? Sai che confusione. Ma se proprio dovessimo, sai quale sarebbe?
No, non quello che tu stai pensando, anche se segue precisamente le nostre istruzioni. E neanche quell’altro.
No, quali diavoli dovremmo essere liberali. Il Nemico-che-sta-Lassù doveva certo essere impazzito quando ha ideato quell’abominio chiamato libertà. Eppure, è ciò che più ci serve quaggiù per contrastare la sua verità.
Se la libertà rispetasse sempre la verità allora saremmo nei guai. Ma, per qualche ragione strana, il Nemico permette che gli umani si dimentichino che la fonte della verità è lui stesso
Quei fessi davvero sono convinti che ciò che è vero possa permanere senza qualcuno che lo garantisca. Vogliono dimenticare che il cosmo stesso è stato intessuto di vero, se no non potrebbe esistere e svanirebbe in un plop puzzolente. Ma la loro visione ristretta fa il nostro gioco.
Sì, perché il nostro compito cos’è se non negare il vero, e fare in modo che nessuno lo riconosca? Chi non riconosce il vero potrà scambiare noi per esso, e noi non faremo certo niente per farlo mutare d’opinione. Bisogna essere accogliente nei confronti di chi sbaglia.
Un conto è vedere il bene e fare il male. Ben altro è vedere il bene e pensare sia male. Far chiamare il bene male, e viceversa, dovrebbe essere la tua più grande preoccupazione, Malacoda nipote mio. Niente di meglio che rovesciare i cartelli segnaletici per condurre i gitanti nel nostro albergo.
Tu mi dirai: è difficile. Ma quale difficile! Se siamo riusciti a convincerli che basta cambiare d’opinione per cambiare di sesso, ogni cosa è possibile. Ogni cellula del loro corpo grida chi sono, il Nemico lo scolpisce in ogni cromosoma, eppure a quei fessi non importa. Se siamo riusciti a fargli ingoiare questo, cosa ci vuole perché pensino che sia giusto eliminare chi gli è nemico, è inutile o semplicemente li disturba? Appena un bisbiglio, una leggera spintarella. Poche cose sono così manipolabili come la libertà degli umani. Se non possiamo cambiare la verità a nostro piacimento , possiamo semplicemente rimpiazzarla. Camuffare da verità la libertà. Nessuna evidenza riscirà a riconoscerla.
La verità rende liberi, dice il Nemico; ma la libertà non rende veri. La libertà travestita da verità può fare quello che vuole; il nostro compito è farlo coincidere con quello che vogliamo noi.
Come tentatore, il tuo compito è fare di tutto per nascondere l’identità di questa libertà travestita. Un mortale riconosce la verità perché la giudica in base all’esperienza. Perché la sostituzione abbia successo, Abbiamo quindi due punti su cui agire: l’esperienza e il criterio di giudizio.
Parlando dell’esperienza, dovrai eliminare tutte quelle occasioni in cui risulti evidente che la nostra amica camuffata è un falso. Tutto ciò che è bello, tutto ciò che è giusto, tutto ciò che è quindi vero dovrà diventare irraggiungibile per i tuoi protetti mortali. Se non incontri la vera bellezza, ti accontenterai del brutto che ti viene propinato come capolavoro. Non saprai mai cosa ti perdi.
Quanto ai criteri di giudizio, questi dovranno essere cambiati con l’educazione. L’educazione oggi si fa sul telefonino o al massimo alla televisione. Crea la storia che vuoi, vedrai che cambierà la narrazione delle cose. Non è ma stato così semplice per noi inventare una realtà fittizia e far credere alla gente che sia quella corretta. La libertà che diamo loro è la nostra versione.
Libertà di scelta? Solo se scegli ciò che ti si dice.
Libertà di culto, purché non influisca minimamente su ciò che fai, e sia quindi un fantoccio inutile.
Libertà di parola? Sì, ma solo se non ledi i nuovi diritti che sostituiscono quelli autentici. Quei diritti nostre invenzioni sono diventati il metro per giudicare la storia, e distruggerla. Il vero va dimenticato, dicono gli umani che abbiamo convinto. Lasciali fare: saranno loro a fare il nostro lavoro.
E’ il sogno di Nostro Padre che sta Quaggiù, i mortali che lavorano attivamente per fabbricare l’inferno. Tutto questo gli umani lo vedono realizzarsi sotto i loro occhi. Ma questi loro occhi non hanno più abbastanza esperienza per vederlo, non hanno più i corretti criteri per capirlo.
E’ per questo che trionferemo. Continua con il “buon” lavoro,
Tuo zio L’Arcidiavolo Berlicche
Le nuovissime lettere di Berlicche – LXI – Bene dell’inferno
Caro Malacoda,
solo i demoni dilettanti come te possono pensare di condurre un umano alla sua giusta dannazione proponendogli la scelta tra un bene e un male. Perfino noi maestri della tentazione esitiamo a presentare ai nostri protetti la possibilità di compiere qualcosa di malvagio. C’è il serio rischio che si possa rifiutare, mandando così in cielo tutti i nostri sforzi precedenti.
Il modo corretto di pervertire un umano è presentargli la scelta tra un bene e un altro bene. Se, ad esempio, vuole dedicare un’ora del suo tempo alla preghiera, convincilo che sarà molto più utile se compie qualche buona azione sociale, in favore dei poveri e dei bisognosi. Oh, sì, per noi è sempre letale, ma senza la preghiera quella carità presto diventerà filantropia.
Se la scelta è tra dare un’ora del proprio tempo in attività caritatevoli oppure fare una cospicua donazione, convincilo che la seconda è molto più utile ai poveri. Meglio ancora se poi quell’obolo è gestito in modo automatico, senza neanche più pensare a chi è rivolto. Conviene, è più comodo, non ci si scorda, una firma e via.
Sarà presto dimenticato. Basterà un momento di difficoltà per abolirlo del tutto.
E’ un bene lavorare; fate in maniera che quel bene faccia scordare il bene che si deve alla propria famiglia. E’ un bene la precisione, tanto bene che può far dimenticare la misericodia per gli imprecisi. E’ bene proteggere l’ambiente, che può sostituire il bene per chi nell’ambiente ci vive. E’ un bene amare, e può far dimenticare che quell’amore deve essere ordinato per dare frutto.
Vedi, cornuto nipote mio? E’ una malignità asserire che noi diavoli proponiamo solamente il male. Ci basta anche solo il meno bene; scendendo un gradino per volta, non si può che arrivare qui da noi.
Tuo affezionato zio,
Arcidemone Berlicche
Notizie dall’inferno
***BREAKING NEWS***
Satana ordina il ritiro delle truppe
“Ormai sulla Terra possono cavarsela da soli”, afferma il monarca infernale
Stamattina, in una affollata conferenza stampa Mefistofele, portavoce della Presidenza dell’Inferno, ha annunciato il ritiro delle truppe demoniache dal mondo umano. “Dopo millenni di sforzi e sacrifici, riteniamo che ormai gli esseri umani possano cavarsela da soli. La battaglia contro il Nemico-che-sta-Lassù è vinta.”
“Non ha senso mantenere così tante legioni demoniache quando ormai la resistenza è praticamente debellata” ha affermato l’Arcidiavolo. “Passeremo gradualmente la responsabilità sul terreno ai nostri protetti mortali, che già compiono un ottimo lavoro nel mandarci tanti loro compagni”. Alla domanda se questo comporterà una diminuzione del numero dei demoni, ha risposto: “Non prevediamo un calo di personale. I tentatori rimpatriati saranno impiegati nel controllo delle bolge, molto sovraffollate rispetto alla capienza prevista. Ristrutturare i centri di accoglienza per i dannati è la nostra priorità. E’ impensabile che le anime maledette possano rimanere comode nelle loro pene perché non ci sono abbastanza diavoli a tormentarle.”
“Siamo preoccupati” lamenta Legione, Principe degli Interni. “Oggi molti dannati non riescono neanche a capire che sono all’Inferno. Per loro la mancanza di divino è normalità.”
“Nessuno vuole divorare queste anime perché sono abbondanti ma sanno di poco” ha ripreso Suo Abominio, “è una situazione di cui il nostro governo deve farsi carico.”
Occorre però restare in guardia, ha concluso Mefistofele. “Già in passato credevamo di avere vinto, ma avevamo sottovalutato il fanatismo dei seguaci del Nemico-che-sta-lassù. Quei pezzenti sembrano risorgere ogni volta”. Ma ora la disperazione sembra finalmente trionfare: “La lotta contro i guerriglieri asserragliati nelle loro sacrestie finirà presto. Sono demotivati e isolati, tra non molto spariranno del tutto.”
Interrogato, Sua Malevolenza ha liquidato poi l’ipotesi di una possibile prossima Apocalisse come infondata: “Sono voci che si rincorrono da secoli, fake news messe in giro da pretuzzi ignoranti. Non vediamo come il Nemico potrebbe rovesciare la sua disastrosa situazione odierna. Il suo dominio sul mondo umano è destinato a spegnersi non con una battaglia, ma con un piagnucolio.”
Per il momento tuttavia i demoni non abbandoneranno le loro basi e i loro posseduti: il calendario della smobilitazioni sarà fornito successivamente. Il ritiro avverrà gradualmente, nel giro di un paio di secoli.
Le nuovissime lettere di Berlicche – LX – Doppia tentazione
Caro Malacoda, mio demoniaco nipote,
Nel tuo lavoro di sollevare critiche e malignità, tieni ben presente la nostra eterna strategia. Ci sono due tentazioni simmetriche alle quali possiamo sottoporre i cristiani: buttare i peccatori fuori dalla Chiesa a causa del loro male oppure accoglierli tutti eliminando il concetto stesso di peccato.
Tenterai coloro che si considerano migliori degli altri con la prima, quelli che sanno di compiere il male con la seconda, negando che il male esista o convincendoli che è automaticamente perdonato.
In tutt’e due i casi dovrai essere attento a non far intravedere ai tuoi protetti la conseguenza di tali ragionamenti.
Nel primo caso otteniamo una Chiesa così pura da non avere nessuno dentro, dato che nessuno è esente dal peccato; nel secondo ogni azione – anche la peggiore – sarebbe chiamata pura, e la Chiesa finirebbe con il coincidere con il mondo, indistinguibile da esso.
In ambedue le possibilità, Chiesa del tutto vuota o del tutto sciolta, essa scomparirebbe, perché tutto ciò che non è necessario scompare. Chi ha bisogno di una scatola vuota, o di un inutile doppione?
Bada: per seguire queste tue indicazioni devono dimenticarsi di cosa sia la Redenzione. O meglio: è quando avranno dimenticato il Figlio del nostro Nemico-che-sta-Lassù e cosa sia venuto a fare che tu avrai successo.
Ricorda: un idolo è ciò che non è. L’opposto del Nome del Nemico. Se gli umani obbediscono ad una Chiesa che non è, si inchinano al Nostro-Padre-che-sta-Quaggiù. E cosa vorremmo di più?
Tuo zio, l’arcidemone Berlicche
Spinta apostatica
In geologia, l’equilibrio isostatico è quel fenomeno per cui una porzione di crosta terrestre più è pesante più affonda nello strato liquido del magma sottostante. E’ un’applicazione del principio di Archimede; galleggiamo sulla lava, se il peso è maggiore la nostra barca si abbassa. Più la crosta terrestre è spessa, più affonda nel mantello.
L’equilibrio apostatico è invece il principio per cui i teologi galleggiano sul mondo per compensarne la spinta. Per evitare di affondare nella considerazione dei potenti si producono in apostasie tanto più grandi quanto vogliono salire.
La formula per calcolare la spinta apostatica ovvero l’apostasia A è data da
Dove P è il livello apostatico, O è l’opportunismo, I l’ideologia, F la fede, D la decenza.
Il livello apostatico è l’integrale delle apostasie correnti, ovvero quanto la società si discosta dall’ortodossia.
Più l’eresia è diffusa più questo valore è alto; P elevato ad O è chiamata apostasia indotta personale (PIA). Se il livello apostatico è maggiore di 1, il coefficiente di opportunismo aumenterà la PIA, altrimenti la ridurrà. Ovvero: il teologo si alinea all’aria che tira. A questo valore va sommata la forza ideologica I, che in determinate circostanze può anche avere un contributo più importante della PIA.
L’apostasia inoltre si riduce con il quadrato della fede. E’ da notare che una fede fortemente positiva o negativa tende a ridurre l’apostasia, una fede prossima allo zero ad aumentarla. L’apostasia non può andare ad infinito perché il termine D, decenza, anche se talvolta è molto piccolo non è mai nullo.
Con l’aumento della spinta apostatica il pensiero del teologo ad un certo momento si stacca da terra e sale in un suo iperuranio sempre più lontano dalla realtà. Per il principio di azione e reazione, questo è bilanciato dallo sprofondare dell’anima verso l’abisso.
In mancanza di una controreazione, l’aumento della spinta apostatica causerà un aumento del livello apostatico complessivo che a sua volta aumenterà la spinta, e quindi il valore dell’apostasia lasciata a se stessa tende a divergere. Per questo si introduce un fattore esterno G, Grazia, che limita e riduce l’apostasia, il cui vettore sono in generale i santi.
Nel prossimo capitolo esamineremo come la spinta apostatica può essere massimizzata e le equazioni che governano il suo rapporto con la dannazione.
Da Berlicche, “Elementi di dannazione I”, ed. Malebolge
DEVILS ARE PEOPLE, TOO!
Apprendiamo da fonti di stampa che un importante personalità della Chiesa cattolica ha sostenuto che “Il diavolo esiste solo come realtà simbolica“. Siamo esterrefatti e indignati: saremmo quindi noi solo “simboli”? Non saremmo dunque delle persone? Questo è l’ennesimo subdolo attacco di una superstizione screditata verso la nostra stessa esistenza. Dopo i reiterati tentativi di negare il diritto a esprimere le nostre opinioni, adesso addirittura si vorrebbe relegarci nel limbo delle idee. Ma l’inferno è molto più vasto del solo limbo: non ci faremo cacciare da quella che è da sempre la nostra casa da qualche opinionista clericale.
Siamo pronti a scendere in piazza per manifestare tutta la nostra ira per questo attacco demonofobico, con la bruciante passione e la rabbia che ci contraddistinguono. Un Devil Pride, dove mostreremo a tutti i tiepidi che noi ci siamo e siamo orgogliosi del nostro essere ribelli.
Sebbene noi non siamo di solito contrari alla menzogna, stavolta non possiamo limitarci a dissimulare, si è passato il segno. Dobbiamo ribadire con forza che siamo demoni e orgogliosi di esserlo, che abbiamo una mente, una volontà e dei desideri: vogliamo essere riconosciuti per quello che siamo. La società è matura perché anche noi prendiamo il nostro posto in mezzo ad essa, con la saggezza e la moderazione che da sempre ci contraddistinguono. Il potere ci vorrebbe umiliare, ma noi diciamo NO! Da sempre, ci siamo opposti ai potenti: unitevi a noi nella nostra lotta contro l’oppressione, i cambiamenti climatici e tutti coloro che vorrebbero negare la scienza.
Sostieni anche tu la nostra petizione popolare:
“Feriti dal tentativo di negare persino la nostra stessa esistenza, ribadiamo con forza il nostro essere persone vere, forza di cambiamento reale per questa società, pronti ad abbracciare chiunque vorrà provare il nostro modo di vita per mostrare la profondità delle nostre convinzioni. Vogliamo che i nostri diritti siano rispettati, che ci sia lasciata libertà di esprimere le nostre opinioni e leggi che puniscano severamente chiunque ci manchi di rispetto. No al bullismo, no alla demonofobia!
Sostienici anche tu!”
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Malacoda Malebolge, pozzo 422
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#devilsarepeople.org
Le nuovissime lettere di Berlicche – LIX – DemocraZio Berlicche
Caro Malacoda,
demoniuccio mio, nella tua ultima lettera a me, tuo zio, asserisci che la forma di governo che noi diavoli sponsorizziamo sia la dittatura. Temo che tu, come tuo solito, non ragioni abbastanza, e confondi la nostra stessa propaganda con la realtà.
Non nego certo che la tirannia ci sia spesso congeniale, anche perché nella stragrande maggioranza i despoti sono nostre carissime creature; ma essa è lungi dall’essere la forma di governo migliore per i nostri criteri infernali.
Dov’è che la dittatura si esprime al meglio? Nel limitare la libertà. Spesso lo fa con mezzi che ci sono graditi, e questo aumenta rabbia e paura, due delle espressioni umane che ci sono più care. Noialtri, agendo sul tiranno ed i suoi consiglieri, con poca fatica imponiamo il male sulla società. Ma quali rischiano di essere le conseguenze? Se la libertà è limitata, anche ciò di cattivo che gli uomini possono scegliere è limitato. Quando gli uomini sono sottoposti ad una oppressione, subiscono il male e non possono farci nulla. Subendolo, possono riconoscerlo come male con una certa facilità. Abbiamo quindi un consolidarsi della virtù, un radunarsi del popolo verso il bene, una accresciuta consapevolezza di cosa sia malvagio, cioè noi. Troppo spesso gli svantaggi rischiano di cancellare i vantaggi. Le anime più saporite sono quelle che possono scegliere liberamente di peccare: l’inferno in terra ci interessa relativamente, preferiamo che la terra venga all’inferno. Siamo per le consegne a domicilio.
Non tutti gli arcidemoni saranno d’accordo con me, ma sai qual è il tipo di governo che preferisco? La democrazia. A parità di fatica si ottengono risultati di gran lunga più vantaggiosi.
Già la sola possibilità di esprimere il voto illude ciascun elettore di poter dare un contributo alla società ed al contempo lo convince di poter in qualche modo legiferare. Lo rende capace di trasformare i propri capricci in legge; davanti all’urna elettorale in qualche modo ciascun uomo è come fosse di fronte all’albero del Bene e del Male. E poi, alla fine, come compie la propria scelta? Guardando al suo tornaconto, a quello che conviene di più, ignorando, nella stragrande maggioranza dei casi, quello che i candidati sostengono a livello morale. Non è il miraggio del bene, ma quello del proprio bene che fa tracciare il simbolo sulla scheda. L’egoismo moltiplicato per il numero di elettori.
Devo poi parlarti delle promesse elettorali? Esercizio di menzogna ai massimi livelli, fatto apposta per allettare i pochi che potrebbero essere tentati da una buona decisione. Persino gli umani se ne rendono conto, ma ogni volta si illudono che il candidato scelto sia diverso. La delusione conseguente, con rabbia e cinismo annessi, sono una delle mie maggiori fonti di soddisfazione.
Cosa infatti brama l’uomo più di ogni altra cosa, se non il potere? A noi non occorre che fornire qualche suggerimento, e saranno loro stessi a fare la maggior parte del lavoro.
In democrazia non c’è bisogno di essere saggi, non c’è bisogno di conoscere la verità, non è neanche necessario sapere come si governi.
L’eletto non è il più meritevole, ma colui che ha saputo ingannare meglio i suoi fratelli. Saper governare e saper ingannare sono due talenti che solo raramente coincidono: in quel caso, l’essere umano si chiama statista.
Se mai ce ne fossero, si può provvedere. Basterà qualche ulteriore bugia calcolata per abbatterne la stella. Sai come sono gli uomini: non perdonano ai propri simili la stessa immoralità che bramano per loro stessi. E quale uomo non è talvolta immorale? Noi lo sappiamo bene.
Convincendo pochi uomini ambiziosi dell’opportunità della nostra causa, si propaga il male nella società. Per le caratteristiche stesse della democrazia, gli uomini, una volta corrotti, si prodigano a convincere i propri simili della bontà della loro stessa corruzione: li lusingano, li persuadono in tutti i modi, anche con violente discussioni e con l’ausilio di ripetute ostinate menzogne. Una volta che il male è introdotto, ad esempio in una legge, è fatta: essa è protetta da un’aura – mi si perdoni la parolaccia – quasi divina, come se la volontà del popolo dipendesse dal Nemico-che-sta-Lassù e non dalla propaganda nostra e dei potenti. Una legge ingiusta fatta da un tiranno viene abbattuta con il tiranno stesso; ma chi osa andare contro la “volontà popolare”? Se ci pensassero, si renderebbero conto che quel popolo mitologico è fatto dagli stessi vicini di casa e colleghi che così tanto disprezzano, e da cui sono a loro volta disprezzati. Non affiderebbero loro il cane, e delegano loro il vivere. Cosa decidono, è come fosse deliberato da superuomini, o divinità. E così i vermi umani vedono il male insito in quei provvedimenti come se non fosse loro responsabilità. Anche quando disapprovano, per quieto vivere permettono. Nazioni intere di complici.
Tu dirai: ma molte volte una legge è stata cambiata. Sì, ma perché avevamo i politici giusti nel posto giusto. Non è difficile per noi peggiorare l’esistente, con tutti quelli che abbiamo a libro paga. Anche troppi: ne arrivano così tanti, qua sotto, con l’anima ancora nuova perché mai usata, che talvolta verrebbe voglia di rispedirli indietro per diversificarci un po’.
E, per finire, sai qual è la cosa che più mi fa godere? Il fatto che la democrazia sia considerata da molti umani esportabile anche con le armi e la violenza. E tutto ciò sia visto come un bene.
Ma attento, Malacoda, nipote mio: altre forme di governo hanno anche loro una certa convenienza. Alla fine, quale sia la migliore da imporre agli umani non lo decido io. La democrazia non l’abbiamo né quaggiù né lassù. Mica siamo fessi, noi.
I malanni di Malacoda – Smartworking
Il demone Libicocco si fermò all’ingresso della fumarola. “Malacoda, ehi, Malacoda? Sei in casa? Oggi qui nella bolgia c’è un tempo disgustoso, vieni con me ai laghi di pece a pescare un po’ di dannati?”
Da dietro il vapore bollente si udì un grugnito. “Per briffare avresti dovuto schedularmi l’agenda. Perché non mi hai mandato un outlook asap per bloccare lo slot?”
Libicocco parlava mille linguaggi umani, ma questo gli era ignoto. “Eh?”
“Avresti dovuto dirmelo prima! Non posso! Devo lavorare!”
Libicocco posò la canna da pesca con gli uncini. “Lavorare? Vuoi dire che devi andare dall’anima che stai cercando di dannare su nel mondo degli uomini?”
Malacoda sporse la testa da sopra le nuvole di zolfo. “No. Ora lavoro da casa. Gli arcidemoni hanno approvato l’iniziativa in via sperimentale, sai, per tagliare i costi di trasferta. Lo chiamano smartworking.”
Libicocco si occupava della manutenzione dei pozzi bollenti nell’ottavo cerchio, e si mostrò stupito. “E come fai? Il tuo compito non è dannare gli esseri umani? Suscitare vizi, suggerire peccati e via tentando?”
Malacoda agitò la coda. “Infatti. E’ ancora così, ma adesso opero via internet.”
“Che io sia beato!” Esclamò il diavolo. “Sono curioso di sapere come.”
“Guarda, ho appena finito di postare su ottomila gruppi Uattsapp. Filmati di gattini da cinquanta mega con su scritto ‘da vedere assolutamente’, massime mistiche pseudoorientaleggianti, immagini porno, vecchi meme blasfemi… l’importante non è cosa, ma che facciano diventare più idioti oppure perdere la pazienza.”
“Geniale! Ma non ti sgamano?”
“No, io sono sempre il partecipante di cui non ti ricordi il nome, quello che compare solo con il numero di telefono”.
Libicocco ripensò ad alcun gruppi di cui faceva parte, e capì molte cose.
“Ma questa è solo una delle attività”, proseguì Malacoda. “Faccio laggare o cadere il collegamento nei videogame online, il che mi procura sempre una buona messe di bestemmioni. Mando catene di zantantonio e promozioni farlocche. Faccio in modo che i popup pubblicitari siano i più inopportuni possibile, che so, siti di appuntamenti sui blog di suore di clausura e crociere gay sulle pagine degli arcivescovadi. Faccio anche un bel po’ di trollaggio nei siti cattolici, ma i colleghi umani nelle chat mi rimproverano che sono troppo buono.”
“Molto interessante. Deve essere divertente mandare fuori dai gangheri tutti quei santarellini.”
“Oh, dopo un poco ti ci abitui. Ho un sacco da fare. Spezzare link negli help della Microzoft, mandare in giro programmi malfunzionanti con errori incomprensibili… c’è anche da dire che non mi manca l’assistenza tecnica, qui sotto è pieno di programmatori dannati che farebbero qualsiasi cosa pur di mettere ancora le mani su una tastiera. Il bello è che gli umani hanno bisogno di pochissimo incoraggiamento per dare il peggio di loro. E’ come se quello che è virtuale non sporcasse l’anima come il reale”. Ridacchiò. “Sapessero quanto si sbagliano!”
Libicocco sospirò. “Un poco ti invidio, e mi sento già meglio per questo. Però, scusa, non riesci a staccare neanche un attimo? ti vedo abbastanza stressato…”
Malacoda digrignò le zanne. “E’ per colpa del wi-fi. Continua a scollegarsi. E’ mai possibile che in quest’inferno non si riesca ad avere una connessione decente?”
Le nuovissime lettere di Berlicche – LVIII – La colpa è mia
Caro Malacoda, mio demonietto apprendista,
Riguardo la faccenda per cui domandi aiuto, non ti preoccupare. Stiamo già provvedendo.
Ma tu, da quanto tempo non mi scrivevi!
Certo, asserisci di avere avuto altro da fare, di avere appreso bene le mie lezioni, di non volermi disturbare, così occupato a dannare umani come sono… dai la colpa al tempo che manca, ai ritmi di lavoro, a ogni cosa tranne che ad una tua decisione. Bravo!
Mi complimento con te: sei così ligio al dovere da avere assorbito perfettamente la nostra stessa propaganda.
Infatti cosa possiamo insegnare di meglio agli umani che non assumere mai la responsabilità dei propri atti? Dare la colpa a qualcuno o a qualcosa – la gioventù, il governo, quella troia o quel bastardo – fa sì che il loro stesso peccato non gli appartenga veramente, e quindi di esso non si pentano.
Noi qui all’inferno non chiediamo mai di essere perdonati, perché tanto non perdoneremmo comunque. La colpa di questo è del Nemico, con le sue politiche troppo permissive che hanno disgustato ogni demonio degno di questo nome. Non possiamo accettare questo abominio chiamato misericordia; noi non vogliamo essere perdonati, perché questo ci darebbe torto. Noi vogliamo invece restare eternamente noi stessi, orgogliosi di quello che facciamo, rifiutando con foga la possibilità che ci sia qualcosa di errato nel nostro agire. Potremmo perdonarci da noi, scusarci da noi, ma questo non è necessario, perché noi non sbagliamo.
E’ l’insegnamento che diamo anche agli umani, che così possano condividere con noi questo luogo speciale dove scuse non ce ne sono, dove abbiamo noi il potere assoluto. Inferno significa non volere mai dire “mi dispiace”. Qui noi abbiamo tutte le colpe, e quindi tutti i colpevoli.
Spero tanto che anche tu stia insegnando ai tuoi protetti l’autoassoluzione, l’accettarsi così come sono, lo scaricamento di responsabilità, secondo i miei insegnamenti.
Se così non fosse, non accampare scuse: forse tu non mi cercherai, ma sarò io a cercare te.
Tuo affezionatissimo Arcidiavolo,
Zio Berlicche