Lo scrittore e i tempi duri

Sono tempi duri.
A scrivere qualcosa di cattolico si rischia davvero. Chi rifiuta l’ideologia del potere viene perseguitato dalla legge, gli vengono imposte multe e tasse, non riuscirà a far carriera o accedere a cariche pubbliche. Chi può scappa verso paesi meno oppressivi; chi resta, deve trovare un modo di essere cristiano, e quindi testimone, nonostante la pesante cappa di delazioni e sospetto. Occorre nascondersi, mimetizzarsi: parlare pubblicamente equivale a firmare la propria condanna.
Perché i cattolici sono accusati di ogni crimine, anche tramite fake news e una propaganda che si serve delle stampa e delle immagini per divulgare un’artificiale leggenda nera. I sacerdoti che non hanno tradito e che non sono fuggiti, se trovati, saranno impiccati, evirati, sventrati, tagliati a pezzi, bruciati e decapitati, nell’ordine.

Come? No, non sto parlando di oggi, di qui. Sto parlando della civilissima Inghilterra del milleseicento, regnante Elisabetta I.
E’ in questo contesto che scrive le sue opere William Shakespeare, sicuramente uno dei più grandi poeti e drammaturghi di tutti i tempi. Diceva il mio antico professore d’Inglese che, anche non avesse composto una sola commedia o tragedia, i suoi sonetti da soli basterebbero a consegnarlo all’Olimpo della scrittura. Shakespeare, il Bardo, l’orgoglio della nazione, il più inglese degli inglesi…

…e molto probabilmente cattolico.

Non è uno scherzo. Nasce da una famiglia di ricusanti – coloro che rifiutano di frequentare i riti protestanti, e per questo pagano una cospicua ammenda. Sappiamo che suo padre, come si evince dal testamento segreto, era cattolico. Si sposa in una famiglia cattolica. I suoi sponsor sono famiglie nobili di cui diversi esponenti pagano un altissimo prezzo di sangue alla persecuzione.
Certo, tutto ciò non è conclusivo. Elisabetta Sala, nel suo libroL’enigma di Shakespeare. Cortigiano o dissidente?“, passa minuziosamente in rassegna la vita e le opere del Bardo di Stratford-upon-Avon, cogliendo gli indizi nascosti che gli studiosi negli ultimi anni hanno rinvenuto in maniera sempre più copiosa.
Per chi vuole ascoltare, il drammaturgo dà a suo modo testimonianza della propria fede in un ambiente in cui una parola di troppo può costare cara.

Davvero tutto ciò apre profondità insospettate all’interpretazione dei suoi lavori. E’ come guardare un bel quadro e rimanere incantati per lo splendore della composizione generale, solo per rendersi conto che persino i più piccoli particolari hanno un significato recondito, un senso che è facile farsi sfuggire. Senso che i più attenti tra gli spettatori dell’epoca potevano cogliere, senza tuttavia che la censura potesse accusare apertamente il suo autore di alcunché.

Se pensiamo ad un’opera contemporanea, quante frecciatine, quanti riferimenti, quanti ammiccamenti vanno persi se non se ne conosce  il contesto. Certi sketch ad appena pochi anni di distanza risultano incomprensibili alle nuove generazioni. Shakespeare è un maestro, e i suoi versi sono densi della sua antica attualità.

Terminando l’opera della professoressa Sala non si può negare che la tesi di una cattolicità segreta e allusiva sia più che convincente. Trovano così una spiegazione razionale molti di quei misteri che hanno lasciato perplessi i critici, compreso quello del ritiro all’apice del successo.

Tempi duri, dicevamo. Chissà che cosa avremmo potuto leggere, se Shakespeare il cattolico fosse stato lasciato libero di esprimere davvero il suo pensiero.
Tempi duri, ma altri tempi, che non torneranno, vero?

Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 14 gennaio 2020 su gusto e disgusto. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 5 commenti.

  1. …qualcosa mi dice che tu e i tuoi orologi siete tutti integralisti stratfordiani. mi sbaglio?

    (scusa l’ot, su)

  2. Noioso. Non torneranno mai. Guarda solo quei due tipo che hanno tentato di pubblicare insieme un libro sul celibato dei sacerdoti…

  3. Caro Corrado, basta che guardi un po’ più in là (che so, Cina, Corea del Nord, le varie Arabie, negli anni passati qualche staterello anche più vicino) per accorgerti che quei tempi non sono mai andati davvero via.

  4. Scusa, ma mi sono accorto ora che il correttore ortografico mi ha fatto un brutto scherzo trasformando un ironico, “nooooo” in un insensato “noioso.
    Sono pienamente d’accordo con te (da li l’ironia mal espressa del noooo), aggiungendo che addirittura i tempi duri sono arrivati anche dentro la Chiesa stessa, vedi quanto sta succedendo a chi ha scritto un libro per ricordare il significato del celibato dei sacerdoti, con non gradita all’attuale establishment Vaticano. Anche Benedetto è Sarah si sono presi due “buffetti sulla mano” per avere osato proclamare il vero

  5. Il correttore ortografico è colluso con il potere…
    :-)

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