Gli apprezzatori di parole morte

Mi accusano talvolta di usare termini desueti. Beh, è vero. Pure desueto è un termine desueto, quindi non posso accampare scuse.
Anche qui posso rintracciare la causa in un mio vezzo di gioventù, quando aprendo il dizionario andavo a caccia di parole poco usate, diciamo quasi del tutto sconosciute. Avevo financo scritto per divertimento un piccolo componimento che utilizzava quasi esclusivamente le più misteriose, deliziosamente incomprensibili salvo che a pochi accademici. Compatitemi, questo ero io da ragazzo.

Una degli accusatori di cui sopra è mia moglie. Quando vuole prendermi in giro mi ricorda le volte che ho utilizzato in sua presenza, nel corso di una normale conversazione, i vocaboli madia e pastrano. Ecco, il guaio di essere un apprezzatore di parole morte (o moribonde, o comunque che non stanno troppo bene e se ne stanno rinchiuse al calduccio senza volere uscire) è quello di perdere talvolta il senso della misura. Io so cos’è un pastrano, siete voi che se non lo sapete siete un po’ strani. Comperatevi un dizionario.

Così come feci io, acquistando il dizionario inglese Collins, che ad ogni lemma associa la sua filologia. I lettori di questi miei post sanno bene che spesso essi partono proprio dal mio comprendere le radici di una parola, radici che non di rado gettano luce sul suo significato profondo. Un insano amore per la filologia è corollario all’essere apprezzatore di parole morte.

L’altro corollario è una certa tolleranza verso i termini appena inventati, in larga parte mutuati da altri linguaggi. Una lingua è qualcosa di vivo perché vivi sono coloro che la usano. La nostalgia per ciò che è desueto non deve far dimenticare che è l’uso che leviga le frasi, come il muoversi fa con le nostre ossa, rafforzando ciò che è strutturale e relegando nell’oblio polveroso delle enciclopedie ciò che più non serve, sovraosso o vocabolo abbandonato esso sia. Ciò che adesso è nuovo un giorno sarà dimenticato anch’esso, le nostre parole non ci sopravvivranno.
Non è la sorte di ogni cosa mortale?

Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 5 dicembre 2022 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 4 commenti.

  1. Marina Di Marino

    … Ma La Parola.. Quella sì.. Non sarà mai desueta per il cuore dell’uomo.. L’uomo ha bisogno che gli vengano dette parole. Anzi.. ‘La Parola’.. Soprattutto nel silenzio assordante della vita da soli…

  2. Davide Molinari

    “…tolleranza verso i termini appena inventati…”
    Allora se mi comincio a leggere un vocabolario potrò riuscire a sentire “Presidenta” e “Sindaca” senza un travaso di bile?

  3. Io, dopo aver sentito i “paroloni” all’Eredità, comincio ad usarli! Vuoi mettere la soddisfazione di dare della fusciarra ad un giovane arrogante?

  4. xMolinari: un conto inventati, un altro corrotti.

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