Il progetto perfetto

A qualcuno potrebbe sembrare strano che un ingegnere possa affidarsi a Dio. Hey, ma chi fa il tuo mestiere non dovrebbe essere confidente solo nei muscoli della propria mente? Non dovrebbe mettere giù il progetto perfetto, disegnare il proprio futuro in maniera accurata e affidabile?

Chi pensa questo probabilmente non sa bene cosa significhi progettare.
Non sono io che fabbrico la realtà. Non sono io che ho ideato le leggi della fisica. Non è che posso dire, oh, lì servirebbe una gravità di un terzo più bassa e un cavo superconduttore a temperatura ambiente. Insomma, posso anche dirlo, posso anche desiderarlo, ma è con quello che c’è, quello che è reale, che devo fare i conti.
Quello che c’è non lo faccio da me: mi è dato. E’ un dato. Tutti i miei pianti o le vanterie di un essere umano convinto di essere un dio non abbasseranno di un millesimo di grado il punto di ebollizione dell’acqua. L’acqua calda la posso scoprire, la posso usare, ma non sono io a farla, a farla essere.

Io progetto, ma con ciò che mi è fornito. Quando penso al mio futuro non sono io che posso descriverne le leggi. Perciò mi affido. A chi di quelle leggi è l’autore.

Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 15 ottobre 2012 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 66 commenti.

  1. «Tutti i miei pianti o le vanterie di un essere umano convinto di essere un dio non abbasseranno di un millesimo di grado il punto di ebollizione dell’acqua.»

    Né tutte le preghiere di un cristiano che si affida completamente a Dio innalzeranno di un millesimo di grado lo stesso punto di ebollizione dell’acqua: se il progetto l’hai fatto sbagliato, se non hai studiato e applicato correttamente le procedure, se il “piano A” non l’hai studiato bene, non c’è “affidarsi completamente a Dio” che tenga.

  2. Il censore, si vede che non hai sperimentato l’amore di Dio.Nella mia famiglia abbiamo fatto esperienza di diversi miracoli.Ho due figli che a pochi mesi sono stati ricoverati in ospedale sotto osservazione per disturbi inspiegabili per i medici.Il minore,ridotto ormai a pelle ed ossa,dopo nove mesi di degenza,doveva essere operato per un’improvvisa otite sanguinante.Io e mia moglie abbiamo pregato tutta la notte prima dell’ operazione.Quando all’indomani abbiamo incontrato i suoi medici, ci hanno detto che lui si era ripreso inspiegabilmente.Ora è un uomo sano e robusto,benchè la sua diagnosi medica fosse : atrofia muscolare.Il figlio maggiore è pure guarito ed i medici non sanno come.

  3. ntonio o' truffatore

    fu starono senza dubbito i miracoli d’appadrepie

  4. quindi, ogni manipolazione genetica non è immorale, perchè uso uno strumento che Dio mi ha messo a disposizione.

  5. Mio fratello, a due mesi, è stato sottoposto a un’operazione che, secondo i medici, avrebbe avuto certamente esito positivo. Mia madre ha pregato non solo la notte prima dell’operazione, ma per tutto il tempo della malattia del bambino (avevano scoperto il disturbo allo stomaco 15 giorni prima dell’intervento).
    Mio fratello è morto sotto i ferri.
    Allora: se la famiglia di Aldo Cannavò, grazie ai miracoli ricevuti, ha “sperimentato l’amore di Dio”, che cosa avrebbe sperimentato la mia famiglia, che si è trovata in una situazione del tutto analoga (malattia di un figlio e preghiere a Dio)? Secondo la logica miracolostica di Aldo Cannavò, la mia famiglia ha sperimentato l’odio di Dio? Oppure l’indifferenza di Dio? Oppure l’impotenza di Dio? Oppure la sbadataggine di Dio?
    Vi assicuro che la fede di mia madre è salda come la roccia, e a mio parere – per caso, ne conosco la vita, le traversie, le sofferenze e il coraggio – la sua fede è pari almeno a un granello di senape.
    Eppure le sue preghiere non hanno “funzionato” come avrebbero invece “funzionato” quelle dei Cannavò.
    Quindi, se il Cannavò, sulla base dell’esperienza della sua famiglia, ha sperimentato l’amore di Dio, io sono autorizzato a concludere, sulla base dell’esperienza della mia famiglia, di avere sperimentato l’odio di Dio?
    Grazie, ciao. Schw.

  6. “mi affido”

    …me stai a diventa’ musulmano berli’?

    (anni fa conobbi un giovane prete. uomo intelligente e simpatico, la sua specialità era parlare de visu della transustansiazione SENZA scoppiare a ridere. gli chiedevo il numero continuamente. mi incantava come “soprassediamo” – i più vecchi ricorderanno -, era diventato una specie di tic. ecco, mi piacerebbe incontrarti per vedere se sei capace anche tu…)

    …certo che il tuo dio ha un senso dell’umorismo particolare. se ha dato a cannavò quello che era di cannavò e a schwerzufassen quello che era di schwerzufassen, ne consegue che anche socci ha avuto il suo, no? e anche… elton john (per non parlare – eddaje, il mio altro tic – del bambino affetto da cecità fluviale.

    mah… affidiamoci un po’…

  7. Prima di me 6 commenti. Questo è un sito cristiano e su 6 commenti uno è cristiano e 5 sono di nemici della Chiesa. E’ solo un piccolo segno di come sia diffusa la fame di senso e la fame di Dio, fosse anche per bestemmiarlo. Questo deve indurci a ringraziare (con timore e tremore) di essere cristiani e soprattutto di aumentare l’ascolto a queste grida attorno a noi e di correre con la speranza in mano a chiunque ce ne chieda ragione ….. perchè a te sì e a me no ?? …

    Coraggio.

  8. xR&S: senza ridere? Oh, sono capace anch’io, non è difficile. L’affidamento cristiano è ben diverso da quello musulmano: per noi cristiani Dio il creato ce l’ha affidato, e spetta a noi trarci il bene o il male, dandoci da fare. Il Dio cristiano è un Dio ragionevole: ha fatto il mondo bello e conoscibile.
    Certo, Eric, Dio ci mette a disposizione le cose e poi spetta a noi usarle, facendo il bene o facendo il male. Un ombrello posso usarlo per ripararmi dalla pioggia o conficcarlo negli occhi a uno. La genetica la posso usare per ingegnerizzare un riso ricco di vitamina A o per creare mostri. Il male è dentro l’uomo, non nello strumento.

    Censore, se il progetto l’hai fatto male è nella tua libertà. Non puoi chiedere a Dio di sostituirsi a te. Non puoi chiedergli di toglierti la libertà, o toglierla tu a Dio per piegarlo ai tuoi voleri. Diverso è dire: tu che mi fai chiedre, concedi. Rispettare la libertà di Dio, certi che cosa accadrà sarà il meglio per te. Anche fare evaporare l’acqua, volendo.

  9. Grazie Berlic per questa riflessione: una buona parte dei miei amici è ingegnere, mentre io sono uno dei pochi “creativi” (volgarmente anche chiamati designer ; ) del nostro giro. Non sto neanche a contare gli architetti…
    Dicevo grazie per la riflessione perché nel nostro mestiere è paradossalmente assai facile perdere di vista quello che affermi in quanto il mio lavoro sembrerebbe consistere principalmente nel “trarre le cose dal nulla”: un disegno lo invento da zero, una illustrazione la posso realizzare con puro spirito creativo (appunto, sigh!) etc. noi creiamo marche, loghi, brand e altri paroloni altisonanti dimenticandoci di quello che scrivevi l’altro giorno, ovvero che gli stessi strumenti che usiamo non ce li siamo dati da soli, fosse anche solo il foglio di carta o la matita.
    La nostra professione è quanto di più nebuloso possa esserci da questo punto di vista, se non ci ricordiamo che dobbiamo sempre (af)fidarci di qualcun altro.

  10. Schwerzufassen, Dio non odia mai.I suoi disegni sono imperscrutabili.E’ libero di concedere o non concedere le sue grazie.A me le ha concesse e gli sono grato.Gesù ha risuscitato diversi morti,ma certamente non tutti coloro che morivano.Se lo avesse fatto avrebbe cancellato le leggi di natura che ha creato.Mi spiace per tua mamma,ma penso che se non l’ ha ascoltata aveva progetti diversi,che, anche se non comprendiamo sono sempre per il nostro bene.Accettare la volontà di Dio fà pure parte della fede.Gesù nell’orto degli ulivi,mentre sudava sangue perchè sapeva quali pene avrebbe sofferto disse:Padre,se vuoi cancella questo calice (che avrebbe dovuto bere),ma se non vuoi,sia fatta la tua volontà.Potrebbe anche darsi che tuo fratello crescendo avrebbe dato a tua madre molti dolori.La verità comunque la conosceremo quando saremo liberi da questo corpo. Ciao.

  11. Schw, neanche le preghiere di chi ha ciò che chiede “funzionano”.
    E’ sbagliato proprio il concetto di funzionamento applicato alla preghiera, che non è una magia.

  12. Schwerzufassen

    Cannavò, grazie per lo sforzo, ma forse mi sono spiegato male, forse non hai capito.

    Se i disegni di Dio sono imperscrutabili, allora lo sono sempre: sia quando “ascolta” le preghiere, sia quando non le “ascolta”.

    Intendo: non puoi dire che, siccome ritieni che Dio abbia ascoltato le tue preghiere, allora questo significa sperimentare l’amore di Dio; perchè allora colui le cui preghiere non sono ascoltate da Dio potrebbe concludere di non avere sperimentato l’amore di Dio, ma la sua assenza.

    Beati quelli che crederanno senza aver visto, mi pare dica Giovanni: tu invece mi pare faccia dipendere la fede dalla (supposta, indimostrata e indimostrabile) efficacia delle tue preghiere.

    Poi, mi scuserai, ma quella cosa che “Potrebbe anche darsi che tuo fratello crescendo avrebbe dato a tua madre molti dolori” mi sembra una solenne e totale ca**ata. Non credo che la mia mamma ne trarrebbe un gran conforto; magari avrebbe anche accettato qualche dolore, in cambio di suo figlio vivo – il mio fratellino, le mie figlie lo chiamano zio anche se è morto un anno prima che nascessi io.

    Ma, ripeto, fa lo stesso: a me sembra che voi credenti mescoliate, a seconda delle esigenze pratiche, ragione e mistero, imperscrutabilità e rivelazione, logos e sottomissione. Dove la ragione traballa, ci ficcate lì un bel “capiremo nell’Aldilà”; dove la carenza di senso è eccessiva, la puntellate con il classico “non possiamo conoscere la volontà di Dio”. Però, quando si tratta di dimostrare l’esistenza di Dio, ci venite a dire che la ragione, da sola, può arrivarci; ma invece non può arrivare a capirne la volontà (o meglio: la volontà di Dio “in generale” la capite benissimo; quella invece dei casi particolari è un mistero e la ragione nulla può).

    Insomma, abbiamo una ragione che funziona a intermittenza: può capire che Dio esiste, che è uno e trino, che è onnipotente, che è padre amorevole e misericordioso: poi, quando la realtà sembra dimostrare il contrario, aprite l’ombrello dell’imperscrutabilità e del mistero e tacitate la ragione: o meglio, ne dichiarate l’impotenza.

    Un Dio a fisarmonica e una ragione che serve, ma solo fino a un certo punto: quando l’assurdo incombe, la ragione sparisce e subentra l’abbandono fideistico.

    Ma io in realtà sto aspettando che Berlicche mi spieghi lo scherzetto di quel Massimo: continua a non farmi ridere, anzi, mi dà parecchio fastidio. Schw.

  13. Scherzetto? Schw, il fatto che continui a negare mi conferma nella decisione. Tu sei il troll “Massimo” che hai inondato il blog di balle qualche mese fa, al di là di ogni dubbio. Almeno l’onestà, o la dignità, di ammetterlo una volta scoperto. Ma vedo neanche quella.
    La nostra ragione funziona benissimo: è a negare Dio che la realtà non la riesci a spiegare, non viceversa. Vedi, noi siamo abituati a riconoscere Dio nelle cose. Cosa vuoi che sia identificare un troll spacciapalle?

  14. Berlicche, forse mi sono spiegato male.

    Lei ha scritto che le leggi della natura sono per il progettista un dato, che non possono essere cambiate; su questo concordiamo!

    Ma quando lei proggetta, per esempio, una caldaia, fa affidamento su quanto lei sa della realtà: se il punto di ebollizione dell’acqua che lei conosce è sbagliato, se è più basso di quanto non sia in realtà, il suo progetto sarà sbagliato.

    Allora, quando progetta, la cosa migliore che può fare è studiare al meglio delle sue possibilità la realtà e determinare in maniera migliore il punto di ebollizione; inoltre può progettare un sistema che gestica la generazione indesiderata di vapore nella caldaia.

    Quello che, da buon ingegnere non fa, è affidarsi a Dio sperando che la sua interpretazione delle leggi della fisica sia giusta, avendole studiate su Topolino (sia chiaro che non insinuo che questo sia quello che lei fa, è solo per fare un esempio assurdo) invece che su di un libro di fisica tecnica.

    Le chiedo, se me lo concede, di rispondere ad una domanda che è l’inverso del suo esempio: in che modo un ingegnere ateo, che sa di non doversi affidare a Dio, progetterebbe la caldaia in maniera differente da lei?

  15. Caro Cannavò,

    normalmente non rispondo a casi personali, come il suo o quello di Schwerzufassen , perché comprendo il carico emotivo che comportano e non mi sento in diritto di entrarvi come un elefante in una cristalleria.

    Mi permetta però di dirle che l’interpretazione che attribuisce al benevolente intervento divino le situazioni che finiscono bene, e al mancato intervento per imperscrutabili altri scopi le situazioni che finiscono male è una “non-risposta”: essa va infatti bene per _qualunque_ situazione, non è in alcun modo falsificabile, e non è quindi un’interpretazione.

    Per mostrarle quanto le dico, immagini che un teista venga da lei a dirle che Dio esiste, ma è maligno e arbitrario, e mi dimostri ciò non può essere vero sulla base di “dimostrazioni” simili alla sua.

  16. La risposta, Censore, è “da solo”.

  17. Ma il progetto consegnato sarebbe, a parità di bravura, lo stesso o no?

    E se la risposta alla domanda precedente fosse “sì”, avrebbe la stessa probabilità di funzionare del suo o no?

  18. Non dite che la preghiera non funziona nell’esaudire i desideri, funziona molto.

  19. Potrebbe anche essere lo stesso, Censore, ma l’esperienza insegna che raramente lo è. Perché chi pensa di potere fare tutto da solo finisce per fare navi inafondabili che affondano, costruzioni perfette ma non fatte per le persone, e poi alla fine dice “chi me lo fa fare” e si riduce a fare il minimo sindacale, o meno.

  20. Non sono sicuro di aver capito: mi sta dicendo che nella maggior parte dei casi i progetti di chi non si affida totalmente a Dio e quelli di chi si affida totalmente a Dio sono tecnicamente diversi? E che i progetti dei secondi sono in genere qualitativamente superiori?

    Sarei molto interessato a leggere qualcosa a riguardo di questa differenza tecnica, trovo che sia un indizio estremamente importante dell’esistenza di Dio (se confermato, ovviamente).

  21. @ Cchwer. ed il Cens.- Dai vostri commenti capisco,anche se contestate, che non siete molto lontani dalle mie idee.Anche un cristiano praticante ha i suoi dubbi sulla volontà di Dio.Anche Gesù sulla croce ha detto: Padre,Padre,perchè mi hai abbandonato.Avrei potuto dirlo anch’io quando mi è morto un figlio all’età di 39 anni e, Dio mi avrebbe compreso.Per questo dico che è imperscrutabile.Sò però che agisce sempre per il bene di tutti e mi basta.Chi crede sà che questa vità è solo l’anticamera dell’eternità, quindi anche la peggiore sofferenza è solo passeggera.La nostra vera realizzazione l’avremo nella vita eterna.Mi preoccupo quindi particolarmente di investire i miei pochi talenti,sapendo che verrò ripagato con gli interessi e per sempre.

  22. Va messa in conto anche un’altra circostanza. Il cristiano è socio in affari di Gesù Cristo, e fra le competenze de Signore c’è “Togliere il peccato del mondo” e ciò non avviene con un detersivo ma con il sangue e con la croce e con questa sofferenza offerta a Dio a fare da controbilanciamento ai peccati fatti dai nostri fratelli (anche se nostri nemici ovviamente). Una simile condotta è appartenuta a tutti i santi i quali hanno sempre avuto una vita difficile ma luminosa perché l’amore di Gesù (e il subappalto delle sofferenze sottratte a Gesù – il primo in tal senso è stato Simone di Cirene) diventano quel balsamo che tutto fa sopportare e addirittura introduce la vera letizia nella vita ancor più che tenere lontano il dolore. Naturalmente si potrebbe contestare la cosa dicendo che Dio giusto giudice poteva soprassedere e non richiedere l’espiazione (giuridicamente noi moderni diciamo “la cauzione”) di quei peccati commessi. Certo, ma noi ignoriamo come è costituito l’amore di Dio per i peccatori che vuole salvi non in forza di una amnistia (perfino Sofri la rifiuta) ma in forza di un debito davvero pagato, e come MONETA VALIDA ad una offesa a Dio ci può essere solo la sofferenza e il sangue di un altro Dio, e a quanto pare a questo materiale preziosissimo si può anche aggiungere la nostra sofferenza che ….. va a fare massa …. Ohibò … con quella di Gesù !!! Il primo santo che mi viene in mente in tal senso è padre Massimiliano Kolbe ma anche Salvo D’Acquisto, addirittura Anna Frank non cristiana, ovviamente vale anche la sofferenza anche senza sangue, ad esempio Madre Teresa e i suoi disagi nella povertà cercata (lei che era una benestante professoressa che esercitava la sua professione all’estero), ma anche i malati che offrono la loro sofferenza, le mamme in difficoltà, gli handicappati, i poveri, i diseredati, gli incompresi, chi subisce violenza, chi è derubato, stuprato, offeso, oppure chi non subisce niente ma siccome il niente non esiste ecco che offre tutte “quelle semplici punture di spillo” che comunque la vita riserva a tutti (anche a Totti e Bill Gates). Tutti siamo invitati a offrire (particolarmente all’altare eucaristico) le gioie e le pene di ogni nostra giornata. I mugugni e basta, le accuse e basta, le rivendicazioni e basta sono cultura del maligno che ha inventato il male, la morte, la malattia in quanto ha inventato il peccato e che riesce a piazzare ovunque a mazzetti da 10. E comunque ogni tua sofferenza puoi accusare Budda e Maometto etc etc e non Uno che più innocente di te ha sofferto su un patibolo molto più di te.

  23. Gentile Cannavò,

    come avrà capito, non concordo con lei sull’esistenza di Dio, ma il mio commento non riguardava questa nostra differenza di opinione, quanto la validità del ragionamento presentato.

    Affermare “Dio talvolta interviene, altre volte no, in base al suo imperscrutabile e sempre benevolo giudizio”, infatti, non è una spiegazione corretta: come le ho detto, infatti, si tratta di una non-risposta, di una non-spiegazione. E la rimando al mio commento delle 11:08 di ieri per una spiegazione diametralmente opposta alla sua, ma altrettanto inconfutabile.

  24. Caro Mario,

    mi sorge un dubbio: la sofferenza degli esseri umani (santi inclusi, Gesù, ovviamente, escluso) è proporzionale o no ai loro peccati?

    Se sì, vuol dire che le persone che soffrono molto sono più peccatrici di quelle che soffrono meno.

    Se no, vuol dire che alcune persone soffrono non per i propri, ma per gli altrui peccati, e che questa sofferenza è necessaria; sono dunque dei “corredentori”?

    In tutta franchezza, credo che il tentativo di giustificare la sofferenza alla luce dell’ipotesi teista sia destinato al fallimento.

  25. IlCensore, hai ragione. Dire che i piani di Dio siano imperscrutabili non è una risposta. È una domanda, più grande di quella che poni. Dio riversa sull’uomo una domanda ancora più grande e risponde al mistero incalzandolo senza tregua col mistero: “Dove eri tu, quand’io ponevo le fondamenta della terra?”
    Allora puoi fare come Giobbe, che non ritiene di non essere stato soddisfatto, anzi, è più soddisfatto della non-risposta di Dio che delle umane risposte dei suoi consolatori. Giobbe è confortato per mezzo di enigmi, ma è confortato. E’ forse scemo? No, nella norma quando colui che dubita dice “Io non capisco”, è verissimo che colui che sa può soltanto rispondergli “Tu non capisci”. È proprio dietro questo rimprovero che sorge sempre nel cuore un’improvvisa speranza, la sensazione di qualcosa che meriterebbe di essere capita, qualcosa di incomprensibile ma di certo che il segreto è comunque un segreto di letizia, di gigantesca e incomprensibile gioia.
    I razionalisti invece vogliono spiegare tutto, e arrivano a spiegazioni che in profondità non rendono conto di nulla. Il cristianesimo lascia qualcosa nel mistero, e in questo modo tutto il resto diventa chiaro. I cristiani hanno costruito una casa che si regge da duemila anni, i razionalisti stanno ancora analizzando la bolla d’aria nella livella.

  26. Caro Uomovivo,

    si può essere soddisfatti da una non-risposta? Forse, ma solo se si è disposti a mortificare la propria sete di verità, la speranza di poter conoscere. Come dici tu, il Cristianesimo lascia decisamente molto nel mistero, rendendo chiaro altro: il problema è che la veridicità di ciò che rende chiaro dipende da ciò che è misterioso e che deve restare tale, e questa condizione è estremamente sospetta.

    Riassumendo, la differenza tra un razionalista e un credente non sta nell’essere “scemo” o meno, ma nei valori che si hanno: il secondo vuole una risposta, a tutti i cosi, quale che sia la sua validità; il primo accetta la prospettiva di non avere risposta, anzi, di scoprire che la domanda non ha senso, ma vuole che l’eventuale risposta sia necessariamente valida e veritiera. E il vanto di avere una “casa antica”, sommato allo spregio per coloro che continuano ad indagare, conferma la differenza di cui ho parlato.

    Quello su cui non andiamo d’accordo, però, è che le spiegazioni razionali non spieghino nulla, mentre queste “non-risposte” autorizzino a dire di “sapere”. Preferirei però non continuare in questo discorso, sia perché andremmo offtopic (e non vorrei abusare della pazienza del nostro gentile ospite), sia perché mi interessa principalmente discutere della questione delle differenze tra i “piani” di chi si affida totalmente a Dio e quelli di chi non lo fa.

    Buone cose.

  27. Caro il censore, mi fà pensare che lei sia più vicino alla mia fede di quanto crede osservando la sua assiduità in questo sito.Esiste il proverbio che dice: chi disprezza compra.Significa che la religione lavora nel suo es ed il suo ego cerca di esorcizzarla combattendola.Che poi creda che Dio possa essere cattivo o buono ha meno importanza.Continuando il discorso all’infinito caschiamo in una polemica sterile.La dimostrazione che Dio è buono l’abbiamo con la sua incarnazione e crocifissione nella persona di Gesù.Ma se lei non crede al Vangelo continuiamo a parlare di argomenti diversi poichè per me la Chiesa è un’istituzione divina,nonostante le debolezze dei suoi fedeli, quindi inattaccabile,per lei è solo un’istituzione umana,quindi fragile.Mi spieghi però come undici ignoranti più San Luca, che era medico,e San Paolo,il persecutore convertito,possano con le uniche loro capacità,senza un aiuto superiore aver iniziato un’opera tanto straordinaria come il Cristianesimo.

  28. Caro Cannavò,

    sembra che lei non voglia “giocare” con me, che ritenga la mia domanda irrilevante. Invece per me è una domanda centrale, e gliela dimostrerò rispondendo alla sua domanda ipotizzando che Dio esista ma sia maligno.

    La risposta è dunque di questo tipo: «Dio – che è onnipotente, onnisciente e maligno – ha voluto, per suoi imperscrutabili motivi, far nascere una religione come il Cristianesimo, con caratteristiche tali da convincere lei che si tratta di un Dio infinitamente buono e me della sua inesistenza; ha allora ingannato gli apostoli, Paolo e Luca, in modo che credessero in ciò che hanno insegnato. Se lei è convinto che Dio sia buono grazie al fatto che si è incarnato ed è morto, è proprio perché Dio sa che questa è la prova che la convincerebbe».

    È in grado di confutarla? Se sì, allora la sua posizione è razionale. Se no, allora deve accettare di avere delle motivazioni irrazionali.

  29. si può essere soddisfatti da una non-risposta? Forse, ma solo se si è disposti a mortificare la propria sete di verità, la speranza di poter conoscere.

    Quaerere Deum. Il primo comandamento dei benedettini che nel Medioevo cambiarono il mondo.
    Buone cose a te.

  30. Censore, non le è mai capitato di pensare che un certo progetto sembrava fatto più per compiacere una vanità che per essere utile alla gente? Non so se lei lavori e dove, ma provi ad osservare le motivazioni di chi fa le cose, e come le cose siano fatte a seconda delle motivazioni. Se un cattolico non cerca di fare le cose meglio che può, usando al massmimo delle suue conoscenze e perché la persona sia al centro sta facendo peccato. Se lo fa un non cattolico, è semplicemente furbo.
    Neh che è così?

  31. Caro Berlicche,

    certo che ci sono progetti che sono fatti per i motivi sbagliati, su questo non ci piove.

    Ma davvero crede che tutti i non credenti facciano tutti i propri progetti per vanità? Che tutte le volte che il progettista non si “affida completamente a Dio”, compie un lavoro che non tiene conto dell’utilità pubblica?

    Oppure, rigirando la questione, davver l’unico motivo che spinge lei, cattolico e ingegnere, a fare bene il suo lavoro, al massimo delle sue conoscenze, è perché altrimenti commetterebbe peccato?

    Io non lo credo. Credo che abbia altre motivazioni, non religiose, per farlo: la sua integrità morale, la sua deontologia professionale, per esempio. E queste motivazioni sono condivisibili e condivise anche dai suoi colleghi atei.

    Anzi, mi permetto di dirle di più: se lei ritiene che il suo Dio si aspetti da lei che faccia il suo lavoro non per vanità, ma per il bene comune, è proprio perché lei ha queste motivazioni; se non ce le avesse, se ritenesse per sua indole giusto farsi pagare per progetti fatti male, il suo Dio non le chiederebbe di fare diversamente (la spiegazione scientifica di questa affermazione è un po’ lunga, ed è contenuta nel seguente articolo: http://uticense.blogspot.it/2011/01/cio-che-tu-vuoi-dio-lo-vuole.html).

  32. Caro Uomovivo,

    non conosco a fondo la storia dei benedettini, quindi le chiedo: i benedettini accettavano l’idea che i piani di Dio fossero imperscrutabili?

    Se sì, allora il loro «quaerere Deum» prevedeva comunque l’accettabilità di una non-risposta, se no, non sembrano molto simili all’idea di cristiani che lei descrive.

  33. Caro il censore,continiuamo nella polemica,Gesù,Dio incarnato ha scelto la crocifissione come redenzione dell’uomo dcome le sueal peccato originale,benchè bastasse che dicetne stai lassùe sse:vi perdono.Ma Lui,pure giustizia infinita,ha voluto soffrire come le sue creature,trasformando il dolore in un gran mezzo di riscatto.Nessuno può ora dirgli: te ne stai lassù mentre io soffro,poichè risponderebbe: anche Io ho sofferto,anche più di te.Quindi la sofferenza sulla terra ci unisce a Lui,dandoci la dignità di suoi figli a Lui solidali.Il dolore è inconcepibile per chi non crede,ma per il credente è un mezzo di riscatto,dei nostri peccati e di quelli altrui.Proprio perchè Dio è pure giustizia infinita sono certo che la sofferenza,specie dell’innocente,verrà ripagata nella vita eterna enormemente e ci permetterà di godere al massimo la sua presenza.

  34. Ripeto le frasi che nel precedente commento sono pasticciate:come redenzione dell’uomo dal peccato originale, benchè bastasse che dicesse: vi perdono….

  35. Cannavò, non ha risposto alla mia domanda. Ne prendo atto, la ringrazio per lo scambio e la saluto.

  36. Sig. Censore, se posso, vorrei fare due osservazioni alle sue ultime ipotesi (a prima vista, mi sono sembrate così assurde e insostenibili da incuriosirmi…)

    ipotesi 1) “«Dio – che è onnipotente, onnisciente e maligno – ha voluto, per suoi imperscrutabili motivi, far nascere una religione come il Cristianesimo, con caratteristiche tali da convincere lei che si tratta di un Dio infinitamente buono e me della sua inesistenza; ha allora ingannato gli apostoli, Paolo e Luca, in modo che credessero in ciò che hanno insegnato. Se lei è convinto che Dio sia buono grazie al fatto che si è incarnato ed è morto, è proprio perché Dio sa che questa è la prova che la convincerebbe».È in grado di confutarla?”

    Se un maligno inganna alcune persone in modo tale che il loro scopo diventi amare e fare del bene (e, seguendo alla lettera l’insegnamento ingannevole, ci riescano pure), che maligno è? Mi sembra un’ipotesi confutabile proprio perchè non è razionale.

    ipotesi 2) “secondo Berlicche C. tutti i non credenti fanno tutti i propri progetti per vanità. Tutte le volte che il progettista non si “affida completamente a Dio”, compie un lavoro che non tiene conto dell’utilità pubblica”

    L’idea che un non-cattolico o un non-credente non possano fare delle cose buone e ben fatte, non è assolutamente, nè lo è mai stata, cattolica. Non capisco come possa esserle saltato in mente.
    Vero è che un cattolico riconosce Dio nel bene, e quindi trova un po’ di Dio anche nell’opera buona di un ateo, e ne gioisce. Spiace che all’ateo dia fastidio, vorrà dire che all’ateo dà fastidio la gioia altrui.

    ipotesi 3) “un ingegnere cattolico fa bene il suo lavoro, al massimo delle sue conoscenze, non perché altrimenti commetterebbe peccato, ma perchè ha altre motivazioni, non religiose, condivisibili e condivise anche dai suoi colleghi atei, per farlo: la sua integrità morale, la sua deontologia professionale, per esempio”.

    Comprensione del testo: “Se un cattolico non cerca di fare le cose [a] meglio che può, [b] usando al massimo delle sue conoscenze e [c] perché la persona sia al centro [ne consegue che] sta facendo peccato [=non si comporta da buon cattolico]”.
    L’integrità-morale-di-Berlicche, secondo lei, è un esempio efficace di ‘motivazione-non-religiosa’?

    – ipotesi 3) “ciò che tu vuoi dio lo vuole”

    uhm… e allora l’immagine del cristiano perennemente afflitto da sensi di colpa? Dire “ho peccato” mi sembra significhi “ho voluto ciò che Dio non vuole”. Come la mettiamo?
    Se poi il ‘nostro’ Dio lo vediamo infinitamente buono perchè ciò corrisponde alla nostra indole, beh che dire, motivo di più per essere fieri di essere Cristiani (ma allora tutti i buoni non dovrebbero essere Cristiani?)

    Saluti

  37. il censore, non ho capito allora a quale delle sue diverse domande vuole la risposta.Se è quella se Dio è buono o cattivo,posso dire che un padre non è obbligato ad accontentare sempre i suoi figli.Delle volte è meglio che non accontenti certe loro richieste sbagliate,sempre per il loro bene.In quest’ultimo caso per lei il padre sarebbe cattivo? Per me no.Lei la pensi come preferisce.Saluti.

  38. Oh, certo che no. Gente che fa il suo dovere ce n’è. Ma so che moralisti e censori non vivono una bella vita, perché quello che fanno lo fanno per dovere O perché è peccato. Il fatto che non sappia capire che il cristiano lo fa perché è una vita migliore dice molte cose.
    Ah, e il suo lavoro “scientifico” è abbastanza ridicolo. Se c’è una cosa che dice è che esiste il peccato originale: credersi come Dio. La Chiesa sono 2000 anni che lo ripete, la sua notizia è quantomeno fredda.

  39. Se sì, allora il loro «quaerere Deum» prevedeva comunque l’accettabilità di una non-risposta.

    E con ciò?
    Ha forse evitato, chessò, un Tommaso d’Aquino a spaccare il mondo in mille pezzi e a ricostruirlo in un monumento di intelligenza e sapienza?
    È proprio la cerca di Dio che ci spinge a non accontentarci di cose da nulla.
    È proprio la cerca di Dio che ha fatto sì che la vera espressione della vita concreta della Chiesa Cattolica possa essere racchiusa nel motto “Quidquid agunt homines, nostri farrago libelli est”.
    Tutto ciò che fanno gli uomini, è materia nostra.
    Non è certo l’imperscrutabilità di Dio a paralizzarne la ricerca; contro ogni sua aspettativa, il cristianesimo è durato più di un’ora.

  40. @Uomovivo

    Ciò non toglie che neppure i benedettini hanno rigettato una “non-risposta” alle cose del mondo. Ogni qual volta una persona (cristiana) si accontenta della risposta “i progetti di Dio sono imperscrutabili” sta di fatto dicendo “sto ignorando la domanda perché mi fa comodo”.

    Un esempio? Di fronte alla domanda “perché Dio ha guarito miracolosamente il figlio della mia vicina e non il mio?”, la risposta “i progetti di Dio sono imperscrutabili” non è un’ammissione di ignoranza, ma la scelta di non voler indagare per non mettere in dubbio la propria posizione di partenza (che Dio è infinitamente buono, onnisciente, onnipotente e giusto).

  41. Scusi Berlicche, ma le ultime due risposte mi confondono.

    Prima ha affermato “Se un cattolico non cerca di fare le cose meglio che può, usando al massmimo delle suue conoscenze e perché la persona sia al centro sta facendo peccato“, poi che “il cristiano lo fa [i.e., fare il suo lavoro bene] perché è una vita migliore dice molte cose.” Dunque il cristiano fa bene il proprio lavoro (1) perché così vive meglio la sua vita attuale oppure (2) perché altrimenti compie peccato?

    Afferma anche “Gente che fa il suo dovere ce n’è. Ma so che moralisti e censori non vivono una bella vita, perché quello che fanno lo fanno per dovere”; sostiene dunque che il lavoratore non cristiano (o cristiano che non si affida a Dio) compie il proprio lavoro per vanità oppure solo perché costretto dal proprio dovere (vivendo dunque male)? Non crede che vi siano professionisti cui piace il proprio lavoro, per i quali farlo bene sia un motivo di soddisfazione?

    Quanto al lavoro “scientifico” “ridicolo”, se vuole può considerarlo come prova del peccato originale. Ciò che però quello studio dimostra è che le persone modellano Dio in base al proprio ideale e non il contrario, ovvero, nel nostro caso, che il suo Dio le chiede di lavorare per il bene comune e non per vanità proprio perché lei questi valori ce li ha già.

    Da un certo punto di vista, quello studio dimostra che non è l’uomo a credersi Dio, ma Dio a credersi uomo.

  42. Caro Cannavò,

    mi riferivo all’unica domanda nel commento cui ha risposto, quello al link https://berlicche.wordpress.com/2012/10/15/il-progetto-perfetto/#comment-40848 (non so se sia possibile linkarlo).

  43. Cara Francesca,

    la sua prima obiezione – « Se un maligno inganna alcune persone in modo tale che il loro scopo diventi amare e fare del bene (e, seguendo alla lettera l’insegnamento ingannevole, ci riescano pure), che maligno è?» – sarebbe forte se quella del Cristianesimo fosse una grande e lunga storia di amore e bene; considerato il fatto che non lo è, che nella storia del Cristianesimo ci sono violenze, persecuzioni e giustificazioni del male, tale obiezione è alquanto debole.

    Ma anche se non fosse così, lei potrebbe confutare l’interpretazione da me proposta (per gioco!) che, ricordo, include la clausola “per imperscrutabili motivi”? L’obiezione “questa ricostruzione sarebbe irrazionale” non può nulla contro la risposta “Dio opera per scopi imperscrutabili”, dato che lei (come tutti noi) è in possesso di conoscenze limitate e non sa dunque quale sia il fine ultimo di questo Dio maligno.

    Quanto alla seconda obiezione, sta rappresentando in maniera errata il mio pensiero. Se si va a leggere il commento “18 ottobre 2012 alle 13:49”, vedrà che dopo aver riassunto in quel modo quanto ho capito delle parole di Berlicche, ho scritto chiaramente “Io non lo credo”. La prego di rivedere la sua opinione riguardo le mie posizioni sull’argomento.

    La “comprensione del testo” della terza obiezione non è conforme al mio pensiero (posto che volesse riscrivere quanto sostengo). Andrebbe riscritta così: «Se un cattolico non cerca di fare le cose [a] meglio che può, [b] usando al massimo delle sue conoscenze e [c] perché la persona sia al centro [ne consegue che] non ha i valori quali integrità morale e deontologia professionale».

    Quanto alla domanda quattro (tre nella sua numerazione), credo che si fondi su di un equivoco, probabilmente originato dal fermarsi al titolo dell’articolo del blog, piuttosto che andare al contenuto dello studio descritto. Il senso dell’articolo (e del mio messaggio a Berlicche) è che ciascun essere umano adatta Dio al proprio ideale e non viceversa; in questo senso “ciò che tu vuoi dio lo vuole” non si riferisce ai desideri ma all’ideale morale.

    Quanto al “Dio” infinitamente buono, crede che i cristiani che massacravano gli infedeli o gli eretici lo ritenessero “molto buono, ma non infinitamente tale”? O che fossero rosi da sensi di colpa “Dio vorrebbe che amassi il prossimo mio e che porgessi l’altra guancia, ma la mia natura di peccatore mi ha fatto massacrare una famiglia di eretici”? Più probabilmente, la loro morale giustificava il massacro degli eretici, e dunque, anche il loro Dio lo faceva.

    Chiedo scusa per il commento-fiume! Spero vi siano cose che possano interessarla.

  44. Di fronte alla domanda “perché Dio ha guarito miracolosamente il figlio della mia vicina e non il mio?”, la risposta “i progetti di Dio sono imperscrutabili” non è un’ammissione di ignoranza, ma la scelta di non voler indagare per non mettere in dubbio la propria posizione di partenza (che Dio è infinitamente buono, onnisciente, onnipotente e giusto).

    E poi? Finisce lì? Il cristiano fa spallucce, gira i tacchi e se ne va?
    Il cristiano è tutt’altra persona. È colui che di fronte all’obiezione del male si trasfigura tramite l’ispirazione divina in compagnia lieta e nulla può scalfirla. Nel suo esempio lei guarda solo l’obiezione fastidiosa: “perché a lui sì e a me no?”. Ma non guarda mica la compagnia lieta che le è accanto e che vale molto ma molto di più di una contro obiezione puramente razionale, che è la sfida all’obiezione, perché l’obiezione diventa più arcigna e la sfida diventa più radicale e la contro obiezione ancora più arcigna, mentre lei ha il figlio a letto con sopra due che fanno la disputa sul malato.
    La riflessione filosofica del tema del male, la teodicea di Leibniz eccetera sono cose interessantissime ma non oppongono nulla al male perché sono come astrazioni del cesto nelle nuvole di Aristofane. Invece il cristiano, che ha raggiunto la divinizzazione dell’anima (poiché questo è lo scopo dell’umanizzazione di Dio), con la sua letizia di fronte all’obiezione del male mostra tutto il suo habitus a vedere il positivo che è nel negativo e come il negativo è incastonato e quindi precluso nel positivo. Cosa non è questo se non il guardare le cose come con gli occhi di Dio?
    Allora può fare due cose: dire “io ti cerco Signore, mostrami il tuo volto” e cominciare il pellegrinaggio o continuare a riempire di spille il fantoccio di paglia che si è immaginato.

  45. Caro il censore,quindi alla sua domanda se Dio è maligno o no,ho già risposto.Posso aggiungere che se fosse maligno non sarebbe Dio perchè avrebbe un difetto.Se un padre non accontenta un desiderio del figlio che vuole troppo,non è maligno, è giusto ed esegue un suo diritto. Saluti.

  46. Caro Censore, vado per ordine:

    Uno. Per lei “gli apostoli, Paolo e Luca” hanno creduto e insegnato violenza, persecuzione e giustificazione del male?

    Il Dio cristiano non opera ‘per scopi’ imperscrutabili, ma ‘secondo piani’ imperscrutabili. Spero possa cogliere la differenza. Il fine ultimo, espressamente dichiarato, del Dio in cui i cristiani credono è il bene.

    Il dio della sua ipotesi è maligno, ma allora sappiamo anche qual è il suo fine ultimo, e il suo ipotizzato inganno gli si ritorce contro.
    Se invece il suo fine ultimo è imperscrutabile, ciò non ci consente di definirlo buono nè cattivo. La sua ipotesi iniziale continua a non stare in piedi.

    Due. Dopo aver riassunto in quel modo quanto lei ha capito delle parole di Berlicche, ha scritto chiaramente “Io non lo credo”. Infatti lei ha capito male le parole di Berlicche, e male le ha riassunte.

    Tre. Ehm, intendevo la SUA comprensione del testo DI BERLICCHE.

    Quattro. Se un essere umano adatta Dio al proprio ideale morale, pecca (siamo all’ABC: trattasi -come le è già stato fatto notare- del peccato originale).
    I cristiani che massacravano gli infedeli o gli eretici continuavano a credere Dio infinitamente buono, certo, e non è così assurdo che fossero rosi da sensi di colpa, dovendo conciliare la consapevolezza che “Dio vorrebbe che amassi il prossimo mio e che porgessi l’altra guancia” coll’uccidere chicchessia.
    Se erano buoni cristiani, e convinti in coscienza di agire a fin di bene, si sono assunti, e non certo a cuor leggero, la responsabilità delle proprie azioni.
    Quelli a cui invece piaceva massacrare il prossimo, e si giustificavano con “Dio lo vuole”, non erano cristiani affatto, pur professandosi tali.

    Buon weekend

  47. Censore, non le ho ripetuto molte volte che il peccato è vivere male la propria vita? Se è confuso è perché non lo ha mai capito, o voluto capire.
    Certo, c’è gente a cui piace fare il proprio lavoro. Si ricorda? Ne ho parlato poco tempo fa
    Il suo studio non “dimostra” un bel niente. E’ il genere di pseudoscienza che può andare di moda nelle riviste da sala d’aspetto, per chi di scienza non capisce molto. Prendere un campione limitato di persone, in un particolare contesto socioculturale, chiedere la loro opinione su qualcosa e pretendere da questo di dedurne una legge naturale è un’idea un po’ farlocca nella migliore delle ipotesi. Se le domande avessero riguardato qualcosa di concreto, che so, l’esistenza di vita su Marte, avremmo potuto dedurrre qualcosa di concreto sulla realtà da esse? La valutazione del risultato, poi, come dimostra lei stesso, è ingannevole. Intanto non si è posto la domanda più banale: e se avessero ragione?
    Quello che non riesce a capire, caro Censore, è che io faccio ciò che faccio solo perché credo in Dio. Neppure la constatazione che altrimenti mi farei del male potrebbe trattenermi, come Ovidio e S.Paolo avevano osservato duemila anni fa.Poi, lo so che lei si crede Dio ed è confortato dal fatto che tanti altri la pensino come lei…ma non è un pantheon autolatrico un po’ affollato?

  48. Mi dispiace dirlo, ma questa volta è lei che non ha capito Berlicche: se dice che lo studio è consistito nel “Prendere un campione limitato di persone, in un particolare contesto socioculturale, chiedere la loro opinione su qualcosa”, vuol dire che non ha letto l’articolo.

    Nulla di grave, sia chiaro, ma basta dirlo, non le pare?

    Avrei preferito che volesse continuare la discussione, invece che liquidarmi con un “lo so che lei si crede Dio”, caricatura che so di non meritarmi.

  49. Cara Francesca,

    (1) la domanda era, ricordo, come si fa a confutare l’ipotesi di un Dio maligno e la sua risposta (relativa a Paolo e agli apostoli) non confuta tale ipotesi in quanto (a) si sarebbe tranquillamente goduto un paio di millenni di violenze (fisiche e morali) anche grazie al Cristianesimo nato da Paolo e dagli apostoli e (b) anche se la storia del Cristianesimo fosse stata caratterizzata da soli eventi buoni, sarebbe potuta essere un “piano imperscrutabile” di tale Dio maligno.

    (2) La mia ricostruzione delle parole di Berlicche includeva l’affermazione che solo affidandosi completamente a Dio si può compiere bene il proprio lavoro (all’epoca il caso era il Titanic).

    (3) Ehm, stiamo parlando di un mio testo, spero si fidi della mia parola riguardo… la mia parola.

    (4) A me non interessa se “un essere umano [che] adatta Dio al proprio ideale morale pecchi” o meno, interessa (primo) spiegare come l’ingegnere cristiano di Berlicche non svolge bene il suo lavoro perché così gli comanda Dio, ma perché ha dentro di sé dei valori (li ho elencati in un commento precedente, ricorda?); e (secondo) ribadire come la coincidenza tra i “valori di Dio” e i “valori dell’ingegnere cristiano” sia dovuta al modo in cui il cervello umano funziona.

    Buone cose

  50. Caro il censore,forse la vera risposta che volevi era alla domanda come Dio ha fatto il Cristianesimo, che per i cristiani è buono e per te è cattivo? – Allora ti spiego che gli eventi umani possono avere errori umani,che però si debbono considerare secondo la mentaltità del tempo in cui sono avvenuti.Se ora li condanni è perchè hai assimiliato anche tu la morale cristiana.Se tu fossi esistito al tempo dei fatti,li avresti considerati comportamenti normali.Anche il concetto religioso della vita ha una maturazione progressiva che richiede secoli,benchè molti Santi lo hanno vissuto fin dai primi tempi del loro Cristianesimo.Leggiti le biografie di alcuni Santi e lo capirai.Sono loro la gloria della Chiesa.Fra qualche secolo si condannerà la società per l’aberrazione dell’aborto e di altre regole degradanti.Ma tu di ciò certamente non ti senti colpevole perchè sei figlio di questi tempi,come non si sentivano colpevoli i nazifascisti per lo sterminio degli ebrei e per altri crimini.Vuoi mica ora prendertela con i tedeschi e gli italiani di oggi,che sono come te, loro figli e nipoti?Come vedi il tempo è galantuomo e se cerchi di esserlo anche tu,guardi le cose globalmente,non parzialmente come stai facendo e, capisci finalmente quanto il mondo viene arricchito dal Cristianesimo che ora disprezzi.

  51. Ehi, Censore, staiamo parlando del mio testo, ricorda?
    Suvvia, si guardi attorno, e mi tiri fuori tutte queste persone con questi valori dentro. Chi ce li avrà messi, mi domando?
    Riguardo al suo articolo “scientifico”, devo dire che è veramente uno dei più penosi pezzi di pseudoscienza su cui abbia mai messo gli occhi. Penso che meriterà una confutazione puntuale in post, dato che per pompose premesse, fallace realizzazione e immotivate conclusioni mi ha fatto veramente sbellicare. E’ un peccato che una simile meraviglia vada sprecata, perché veramente dimostra come certa gente pensa…
    Lei, mi dica solo: su cosa non è d’accordo? Sul fatto che fosse un numero limitato di persone? Che provenissero tutte da un certo contesto socio-culturale? Che sia stata chiesta loro opinione su qualcosa? Così, tanto per sapere se l’ha letto lei, l’articolo.

  52. «Caro il censore,forse la vera risposta che volevi era alla domanda come Dio ha fatto il Cristianesimo, che per i cristiani è buono e per te è cattivo?»

    No.

  53. Caro Berlicche,

    se lei scrive che mi credo Dio, quando da nessuna parte l’ho scritto, cosa devo pensare? Che ho non ha capito (e non ha l’umiltà neppure di formulare questa eventualità) o che mi sta facendo una caricatura. Oppure?

    Su cosa non sono d’accordo? Sul fatto che non fosse un’indagine su ciò che le persone pensano, ma uno studio su come i cervelli funzionano.

  54. Chiedo scusa, Censore. avevo pensato che quando scriveva “quello studio dimostra che non è l’uomo a credersi Dio, ma Dio a credersi uomo” prendesse sul serio quanto detto.
    Sul resto, non imbrogli le carte. Ha detto “non sono d’accordo” ad una mia frase precisa, in cui non affermavo per niente quello che sostiene dicessi…giustifichi il suo non esserlo. Noto peraltro che implicitamente mi da ragione sulle obiezioni.

  55. Caro Berlicche,

    se avesse letto l’articolo che si appresta a confutare, saprebbe che “quello studio dimostra che non è l’uomo a credersi Dio, ma Dio a credersi uomo” non è altro che un modo spiccio per riassumerlo “allegoricamente”. Ricavare da questo un “lo so che lei si crede Dio” è solo un modo per confondere le acque provocando l’interlocutore.

    Quanto al secondo punto, su quale “non sono d’accordo” stiamo discutendo? Su quello riguardo alla sua ricostruzione dei risultati dell’articolo scientifico? Le ricordo che il suo riassunto di quell’articolo è stato “Sul fatto che fosse un numero limitato di persone? Che provenissero tutte da un certo contesto socio-culturale? Che sia stata chiesta loro opinione su qualcosa?” (cui ha aggiunto, provocatoriamente, “Così, tanto per sapere se l’ha letto lei, l’articolo”); ribadisco che tale ricapitolazione non mi trova d’accordo, in quanto manca il punto centrale dell’articolo, che non era un sondaggio di opinione ma un esperimento sul funzionamento del cervello. Potrei avere un suo cortese riscontro su questo punto?

    Quanto alle obiezioni, credo di essermele perse nel marasma. Se davvero è interessato ad una mia risposta, non avrà problemi a riportarle.

    Buone cose.

  56. Censore, forse lei sarà abituato a criticare senza leggere. Io no.
    Ma lei, alla sua stessa “allegoria” ci crede oppure no? Pensa che l’articolo sia corretto o era una sparata a caso? Perché se crede a quello che ha detto allora non il mio non è un confondere le acque, è colpire nel segno. Se invece non ci crede nemmeno lei, perché la mena tanto con l’articolo?
    Il secondo punto è che quando si dice “non sono d’accordo” in generale si dice che non si è d’accordo con le obiezioni fatte, le stesse che lei ha così gentilmente elencate nella sua risposta(niente marasma, quindi)…non a una cosa che non ho mai detto. Visto che ancora sui tre punti indicati non risponde ne deduco che è d’accordo con me, e abbozza per non darmi ragione.
    Non farebbe migliore figura ad ammetterlo? Le ricordo che in confronti precedenti di questo tipo è uscito sempre con le ossa rotte.
    Sull’esperimento stesso l’articolo è quasi pronto – per fare una cosa adeguata e puntuale ci vuole tempo. Non vorrei essere approssimato come quei ridicoli pseudoscienziati, il funzionamento del cui cervello si capisce fin troppo bene.

  57. No Berlicche, non sono abituato a criticare senza leggere, ed è per questo che mi sono permesso di “riassumere allegoricamente” il contenuto dello studio, perché presumevo che lei l’avesse letto; quando poi l’ha riassunto male, mi sono accorto che non l’aveva fatto, o quanto meno non l’aveva letto attentamente.

    L’articolo non dice quello che sostiene lei, non è un sondaggio di opinione, e lei non mi ha dato ancora alcun segno di averlo capito; per questo motivo la sua critica (i tre punti indicati) è irrilevante, perché del tutto fuori luogo. A meno che lei non voglia insinuare che il funzionamento del cervello dipenda dal contesto socio-culturale.

    È mia pratica, quando rispondo a qualcuno esprimendo un parere su quanto dice, riassumere quello che ho capito di quanto dettomi. Nel mio commento del 18 ottobre 2012 alle 13:49 ho riassunto quanto avevo capito del suo pensiero; siccome mi pareva una posizione poco condivisibile ho scritto “io non lo credo”, che significa “non credo che questo sia il suo pensiero, evidentemente c’è stato un difetto di comunicazione”.

    Ad esempio, lei mi ha scritto successivamente “io faccio ciò che faccio solo perché credo in Dio”; un’affermazione del genere significa che lei fa bene il suo lavoro, non uccide, ama i suoi figli, solo perché crede in Dio. Secondo me è un’affermazione molto forte, e dubito sinceramente che lei si comporti in questo modo, ma dalle sue parole si evince questo. Come dovrei interpretarle? Possibile che l’unica cosa che la trattiene dall’essere uno zombie apatico o peggio un serial killer sia la sua credenza in Dio? Possibile che davvero lei non senta di fare bene il proprio lavoro a prescindere da Dio? Sappia che altre persone (me, per esempio), cercano di fare bene il loro lavoro perché credono che sia giusto così, perché è piacevole e soddisfacente (e _umano_) farlo.

  58. P.S. Ho dimenticato una cosa. Quando avrà terminato l’articolo che sull’approssimativo esperimento dei “ridicoli pseudoscienziati”, lo mandi alla rivista su cui hanno pubblicato, così spiegherà a tutti, e non solo ai lettori del suo blog, perché si sbagliano. È questo il modo di fare bene il proprio lavoro, in questo ambito.

  59. Caro Censore, la frase “lo mandi alla rivista su cui hanno pubblicato” esplica perfettamente il suo grado di conoscenza del funzionamento delle riviste scientifiche.
    Comunque l’articolo è quasi finito. Il mio problema è che è troppo lungo, troppo materiale, lo sto cercando di ridurre per renderlo pubblicabile. Così potrò far finire il suo tentativo di cambiare discorso e il rumore delle sue unghie sui vetri.
    Comunque “io faccio ciò che faccio” era riferito allo stare qui a parlare quietamente con lei, a cercare di spiegarmi e di capirla. Senza Dio sarei dove sono in questo momento molti miei colleghi di lavoro: a parlare di calcio al caffè. Perché? Perché è piacevole e soddisfacente (e _umano_) farlo. Fare bene il proprio lavoro invece spesso è faticoso, frustrante e inumano. E adesso scusi, ma ha finito di compilare.

  60. Se lei scrive quel testo in inglese, se lo scrive in maniera che sia un articolo scientifico e non il post di un blog, lo può tranquillamente mandare alla rivista e farlo sottoporre a peer review; solo dopo che avrà passato la peer review potrà dire con certezza di aver confutato l’approssimativo articolo dei “ridicoli pseudoscienziati”.

    Quanto al rumore delle unghie sui vetri, concordo sul ritornare all’argomento centrale. Abbiamo stabilito che non è “l’affidarsi completamente a Dio” che innalza o abbassa il punto di ebollizione dell’acqua, ma che è necessario l’impegno di voler fare il proprio lavoro bene; secondo lei, l’unico motivo per il quale qualcuno faccia bene il proprio è perché è Dio che glielo dice. Corretto?

    Noto anche che secondo lei parlare di calcio alla macchinetta del caffé non è “fare bene il proprio lavoro”; evidentemente scrivere in un blog, invece, lo è.

  61. P.S. Non mi ha detto se ha capito o no che l’articolo non era un sondaggio di opinione ma un’analisi del funzionamento del cervello. Né se l’unica cosa che la spinge a fare bene il suo lavoro o ad amare i suoi figli sono gli ordini di Dio (“io faccio ciò che faccio solo perché credo in Dio”).

  62. Censore, va bene, mi trova lei la rivista scientifica che accetta review non richieste di articoli pubblicati? Come le ho detto anche altre volte, farebbe proprio meglio a tacere prima di rendere evidente a tutti che non capisce di cosa sta parlando. Peer review, come no.

    No, Censore, non corretto, Siccome però sarà la decima volta che glielo ripeto in venti commenti la ritengo un caso disperato, e la invito a rileggerseli.
    Quanto al quarto d’ora perduto a replicarle stamattina mentre la macchina compilava, vorrà dire che lo scalerò dalle (troppe) ore di straordinario non pagato che mi sono sciroppato negli ultimi giorni. Se no chissà, qualche piccolo moralista potrebbe rimanerne scandalizzato.

  63. @Berlicche:

    “Censore, va bene, mi trova lei la rivista scientifica che accetta review non richieste di articoli pubblicati?”

    È normale per una rivista scientifica accettare lettere e commenti dei lettori che mettano in rilievo problemi degli articoli pubblicati. Gli stessi PNAS, che hanno pubblicato l’articolo in questione, seguono questa prassi (http://www.pnas.org/site/misc/iforc.shtml):

    “Letters are brief online-only comments that allow readers to constructively address a difference of opinion with authors of a PNAS article published within the last 3 months. Readers are encouraged to comment on exceptional studies or to point out potential flaws in studies published in the journal.”

    Il problema è che, come si vede, questo vale solo per articoli pubblicati di recente. L’alternativa è di scrivere un review article, che esamini questo e altri studi simili. Le reviews vengono in genere scritte su richiesta, ma le eccezioni non sono rare (http://www.sciencemag.org/site/feature/contribinfo/prep/gen_info.xhtml).

    Non escluderei che esistano anche altri modi (molto dipende dalle tradizioni del singolo campo di studi). Persino un articolo serio e professionale pubblicato su un blog può riuscire in certi casi a farsi notare; e naturalmente c’è sempre la corrispondenza con gli autori dello studio originale, che può dare i suoi frutti.

  64. Berlicche, invii il suo articolo di confutazione a PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), la rivista pubblica regolarmente commenti sugli articoli scientifici pubblicati (evidentemente, malgrado ciò che pensa, non sono io che faccio figuracce). Le ricordo che questo è il modo corretto di fare questo lavoro, mi aspetto che lei si affidi completamente a Dio anche in questo caso e provveda a fare bene il suo lavoro.

    Quanto all’“io faccio ciò che faccio solo perché credo in Dio”, assumiamo che significhi “io sono qui a rispondere al Censore invece di essere davanti alla macchinetta perché questo mi chiede Dio: da dove deriva questo comandamento? Perché Dio le chiede di compiere questa attività invece di lavorare?

    Quanto al suo lavoro, il problema resta: come vede, impiegare il suo tempo lavorativo a rispondere ad un blog è “morale” perché scala questo tempo dalle ore di straordinario non pagato, mentre continua a non esserlo passarlo davanti alle macchinette. E questa giustificazione morale a non fare completamente il suo lavoro, da dove deriva? C’è qualche comandamento divino che dice “non rubare al tuo padrone stando davanti alle macchinette, ma scala pure il tempo dagli straordinari non pagati”? La domanda è seria.

  65. Berlicche, la prego di ignorare il commento precedente (se ci fosse un modo per cancellare il commento avrei provveduto a farlo).

    Buone cose

  66. Amedeo (attento ai troppi link che mandano automaticamente in spam): infatti io parlavo di articoli come indicato dal Censore. Anche le review non richieste devono essere su articoli recenti e hanno regole molto rigide. A mia memoria, le ho viste pubblicate solo in pochissimi casi (me ne ricordo tre) e da parte di persone molto qualificate (due erano Nobel…).
    In ogni caso non mi fa problema. Però in effetti quella di tradurre in inglese la critica potrebbe essere una buona idea…non appena finirò di scriverla.

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