L’unica ragione

Oh, lo capisco molto bene. Quando una persona che magari hai amato e da cui sei stata amata sta morendo, tra sofferenze o, forse peggio, nell’oblio della sua vita trascorsa, è uno sforzo immenso starle vicino. E’ un tormento, una fatica che schianta, un dolore che rischia di far dimenticare pure a te il passato.
Meglio allontanare; meglio portare da qualche parte, che non disturbi, in quei luoghi che sono le anticamere della morte, la soffitta dove si accumulano gli oggetti che non servono. La fine arriva più veloce quando si smarrisce il fine.
Lo capisco molto bene. Far dipendere la vita da quanto serve, da quanto ti serve. La tentazione di liberarsi dei pesi; di ciò che è stato e non torna, di ciò che è inatteso, di ciò che affatica, che sconvolge i progetti, complica l’esistenza. E chi questa tentazione non ce l’ha?
Accade per chi è caro, figurarsi per un estraneo, di cui non c’importa veramente. Un bimbo che non verrà. Il peso di qualcun altro.
Abbiamo il diritto di eliminarlo, no? Di pretendere questo diritto, il diritto alla nostra felicità, o quella che pensiamo tale.

Pensate come sarebbe bello che ognuno si facesse i propri affari, e chi ci dà fastidio sparisse.
In fondo basterebbe poco. Invece di affaticarsi, e per cosa poi?
Noi, in un mondo sempre più vuoto, perché sono tanti i pesi di cui disfarsi, prima di diventare il peso di qualcun altro.
E’ quello che sta avvenendo, basta guardarsi intorno. E’ il ritorno a quello che c’era prima: il bambino lasciato morire perché di troppo, l’anziano che silenziosamente sparisce, e poi l’inadatto, il debole, il folle, il malvagio, l’importuno.
Dopo questa breve parentesi di qualche secolo, finalmente si ritorna a com’era prima, a com’è altrove.
Lo capisco, lo capisco molto bene. Ci riusciamo a dare un sacco di giustificazioni. Abbiamo un sacco di ragioni. E’ una fatica che spezza.
Ditemi una ragione, una sola, perché non dovremmo.

Ma voi sapete qual è la ragione, la sola ragione valida perché non possiamo.



Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 11 aprile 2024 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 1 Commento.

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