Vi meraviglierete V – L’intellettuale

Vi meraviglierete, ma la gran parte dell’enciclica “Mirari Vos” è dedicata ad un solo uomo: Félicité Robert de Lamennais.

Lamennais è una figura singolare. Orfano, cresciuto da uno zio, lettore compulsivo, decide tardi di aderire alla Chiesa anche spinto da suo fratello sacerdote. Dopo avere preso, riluttante, i voti, si dedica all’apologetica ottenendo un gran successo letterario. Diventa un punto di riferimento per tutti gli intellettuali cattolici, per lui le lodi si sprecano.
Le sue posizioni sono all’inizio ortodosse e di assoluta fedeltà al Papa. Ma poco per volta sviluppa un sistema di pensiero suo, in cui suggerisce l’esistenza di una religione primigenia comune agli uomini, esalta la completa libertà di opinione e propaganda la separazione assoluta tra Chiesa e Stato. Insieme con un gruppo di seguaci fonda un giornale, “L’Avenir” (1830), in cui espone le sue idee. Ottiene il plauso dei salotti liberali ma anche l’ostilità di parecchi, tra cui il suo vescovo con cui entra in conflitto aperto. Per respingere le accuse viaggia fino a Roma, ma gli viene risposto con la “Mirari Vos” che stronca, senza mai fare esplicitamente il suo nome, le posizioni da lui assunte.

In un primo momento Lamennais accetta l’enciclica, pur mugugnando. Quando gli viene però richiesto un atto di adesione formale rompe completamente i ponti, lascia la Chiesa e scrive un libello assolutamente ostile (Les Paroles d’un croyant) che verrà condannato con una apposita enciclica (la Singulari Nos) nel 1834. Negli anni seguenti pubblicherà altri lavori anticristiani e parteciperà come deputato alla vita politica su posizioni radicali . Triste destino per chi si era pensato, ad un certo momento, di creare anche cardinale.

Quali erano le posizioni di Lamennais che l’enciclica condanna? Intanto il conflitto con il suo vescovo, e il fatto di potere far dottrina tramite pubblicazioni pur essendo solo un sacerdote. Poi l’asserire la necessità di rivedere la Tradizione. Se Lamennais non era a senso stretto un indifferentista, vale a dire che non riteneva che qualsiasi fede fosse indifferente per ottenere la salvezza, è in questa visione della religione che il Papa rintraccia la fonte delle tesi propugnate dal sacerdote francese.
Lamennais aveva proposto un Acte d’union a tutti i liberali perché lavorassero per la libertà del mondo, e aveva pensato di metterne a capo il Papa. Ma in un momento in cui erano proprio i liberali a tenere sotto attacco il Pontefice e la libertà di coscienza, come abbiamo visto, era usata come scusa per colpire il cattolicesimo tutto ciò non poteva essere recepito.

I collaboratori di Lamennais si piegarono all’enciclica, il loro maestro no. Sensibilità esagerata, orgoglio intellettuale: nessuno seppe prenderlo dal lato giusto e la Chiesa perse una della sue personalità più brillanti.

E’ questo che distingue il santo dall’intellettuale. Il santo è spesso perseguitato dalla gerarchia, ma obbedisce perché confida in Dio; ed alla fine vede riconosciuta la sua posizione. L’intellettuale pensa di essere il più grande, confida solo in sè, non si piega, e finisce per perdersi.

Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 29 novembre 2011 su Vi meraviglierete. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 7 commenti.

  1. ovviamente non penso di cavarmela con una frasetta, questo che hai proposto è un tema enorme, però una riflessione me l’ha data Carlo Carretto che interrogato sui problemi e le contraddizioni della chiesa romana diceva: “Perchè non lascio la Chiesa? Perchè la fonderei invece che su Pietro su di me, un uomo ben più debole”

    Nonostante Pietro fosse un uomo ben problematico…

  2. c’ha raggione quel tipo là, quando dice che “cattolico adulto” è un ossimoro…

    il fu orsopio

  3. Il controesempio é venuto qualche anno dopo, il beato Antonio Rosmini, filosofo assai piú importante di Lammenais, per gelosie dentro della chiesa si é trovato condannate 40 proposizioni (eretiche cuanto ogni frase mal interprettata) e imposto il silenzio. L´ha compiuto fino la morte ma non ha abbandonato ne la sua opera di caritá ne la Chiesa.

  4. In effetti quasi ogni santo ci è passato – da don Bosco a Escrivà, tanto per dire. Magari su questo un post ci scappa.

  5. Che uno sia santo non significa che sia prudente o che abbia ragione. Se dici cose facilmente interpretabili come un sostegno ai nemici della Chiesa, è una responsabilità tua. Poi magari riconoscono che eri un santuomo animato da buone intenzioni. Ma non è che un cattolico debba essere d’accordo con te.
    Non sei un Dottore della Chiesa, non è tuo il Magistero.
    Dovrei rivedere il caso di Rosmini, ma ricordo sensazioni spiacevoli su cose secondo me mal dette da Rosmini stesso. Magari a suo tempo mi sbagliai.
    Come penso mi verrà un certo malessere se faranno santo Maritain.

  6. Certo, assolutamente, AlphaT. Ed è altrettanto vero se sei un vescovo e non un santo. Anzi…

  1. Pingback: La pretesa cristiana « Anna Vercors

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