Il gioco dell’impiccato

Mi scrive un lettore:
A proposito di “Chiunque abbia escogitato e portato avanti le politiche autodistruttive di cui sopra“: in un tempo non molto lontano i burocrati che perseguivano politiche che in qualche modo danneggiavano il proprio paese favorendone altri venivano considerati dei traditori ed incravattati con corde insaponate. Forse questo è uno dei drammi del nostro tempo: chi sono esattamente questi signori, quali padroni stanno servendo, a quale scopo? Possibile che non ci venga la tentazione di porger loro il cappio, a fronte di quello che sta emergendo (che parliamoci chiaro, noi del settore da tempo già sapevamo sarebbe successo, ma che tutti fingevano di non vedere)? Non mi voglio addentrare in un facile cospirazionismo, ma osservo che Gaia assomiglia sempre di più a Moloch.

Rispondo:
Il punto è: chi insapona la corda? Chi ha interesse a fare fuori il traditore? Se coloro che dovrebbero legare il cappio o, per esser più consoni ai tempi attuali, chiudere le porte delle celle, sono gli stessi che hanno beneficiato in qualche modo dell’opera del danneggiatore o ne sono stati complici, si guarderanno bene dal perseguirlo. Non è una questione di certezze: è evidente che ci sono certi ministri della salute hanno massacrato con i loro provvedimenti ideologici e insensati più persone di molti dittatori, eppure fanno conferenze vantandosene; che alcuni politici hanno buttato miliardi per comprare inutili vaccini in quantità inverosimili con accordi segreti, eppure sono in lizza per posti di prestigio; che chi ha escogitato leggi inutili e dannose, di impossibile realizzazione, che hanno rovinato milioni, non accenna a pentirsene, rincara la dose.
Il gioco dell’impiccato premia chi conosce le parole giuste.

Quanti innocenti perseguitati, quanti maligni trionfanti con l’approvazione degli intellettuali e il plauso delle masse. Nessuno dei clienti dell’isola di Epstein, lo smerciatore di bambine ai potenti, è stato perseguito. La segretaria condannata a una villeggiatura; Epstein stesso potrebbe non essere morto suicida. Anche se lo fosse, non fa che confermare la tesi. E non credo ci siano dubbi su cosa facevano quei tizi sull’isola.
Da un mondo dove chi ha 29 denunce per vari fatti di violenza, 4 condanne, 90.000 Euro di arretrati per case popolari occupate abusivamente e conti non saldati viene eletto con una valanga di voti, cosa ci attendiamo? La corda, o la croce, attende solo i nemici del sistema, e Barabba resti libero.

Non è da oggi che la giustizia è abbandonata in favore di una legge umana. Credo che quel tempo a cui accennava il lettore non sia mai realmente esistito.
Se non ci fosse un mondo futuro, che ci vedrà presenti, in cui i torti saranno raddrizzati, in che dovremmo credere, per cosa vivere, per quale motivo agire?

Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 14 giugno 2024 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 11 commenti.

  1. S e S e il problema del male

    Speranza e Salis come sentine d’ogni male….. A causa dei quali la vita di moltissimi è uno strazio….. Ma che fanno conferenze, pubblicano libri, col plauso dei chierici e l’affetto delle masse: quindi dev’esserci un risarcimento ultraterreno per quest’eterna iniquità…..

    Non si capisce se sia un auspicio o dimostrazione per assurdo di una qualche legge di compensazione

  2. Noto che vengono piazzati dei nomi in maniera precisa: cosa vorrà dire?
    Il punto è, assodato che su questa terra la giustizia non si realizza praticamente, quali sono le conseguenze?
    Posso dire, “non può esistere, quindi tanto vale che ne approfitti anch’io”: faccio il male senza remore, o mi chiudo a guscio turandomi naso e orecchie.
    Posso dire, “La voglio fare esistere, esisterà nel mondo ideale che creerò”, e quindi provvedo a eliminare tutti gli ingiusti. Il risultato è Robespierre, Hitler, Stalin, Pol pot. Dopo milioni e milioni di morti, cosa è cambiato?
    Posso dire, “Ci sarà il paradiso dei lavoratori, o chi per essi, in un futuro remoto che vedranno i miei discendenti”. Ma io, io che ho bisogno della giustizia, che ne è di me? Mi resusciteranno per assistere?
    Se io ho questo desiderio che non può essere soddisfatto su questa terra, perché il desiderio esiste? Forse sono io che non vedo oltre l’orizzonte, verso una terra che c’è ma è nascosta ai miei occhi?

  3. Opus oratorium maxime

    l’apologetica, la tua come tutte le altre, appartiene all’oratoria e impiega paralogismi, analogie e tutto l’armamentario della retorica;

    direi che ad un approccio matematico-fisico mancherebbe l’insieme degli assiomi e le regole di derivazione logica: nel tuo caso l’assioma della percezione del desiderio che da te medesimo estendi all’umanità verrebbe contestato da un paio di miliardi di hindubuddisti che da millenni ritengono che il controllo e l’eliminazione del desiderio siano la chiave dell’ascesa spirituale;

    per quanto riguarda la clausula finale, circa l’ostinazione all’errore che mostrerebbero i materialisti di fronte al suddetto desiderio, è dai tempi di Lucrezio che gli scettici ricordano ai religiosi che la speranza od il timore dell’oltretomba hanno sempre prodotto crimini e sofferenza;

    direi che il tuo impiccato è un auspicio, cui mi associo;

  4. Retorica, Panciroli? Ho elencato una serie di possibili soluzioni; se ne possiedi di diverse, sei libero di aggiungerle.
    Circa il buddismo, rientra nel caso 2 (chiusura a guscio); il fatto che per eliminare il desiderio di fatto si smetta di vivere, cioè si neghi la natura umana, è una posizione che va contro l’uomo stesso. Non è più ragionevole supporre che, dato che c’è, qualcosa voglia dire? Le affermazioni del buddismo stesso sono di fatto una conferma di queste considerazioni. Ho studiato la storia del buddismo; non si è mai neanche avvicinato a quel suo ideale.
    “dai tempi di Lucrezio che gli scettici ricordano ai religiosi che la speranza od il timore dell’oltretomba hanno sempre prodotto crimini e sofferenza”: tipo gli ospedali, le università, la stessa civiltà occidentale? Se guardiamo ai fatti, alla storia, è la mancanza di speranza in un aldilà che ha causato incomparabilmente più morti, vedi i nomi dell’elenco del precedente commento. E non è che Lucrezio sia un modello di vita al quale ispirarsi troppo.
    Io poi non auspico impiccagione, semmai giusta pena; in mancanza di giustizia, basterebbe la consapevolezza comune di cosa abbia fatto questa gente, avvertimento per il futuro. Ma la memoria umana è labile, e non impara.

  5. Giusto per sdrammatizzare, il lettore che mi ha scritto paragonava la mancanza di morale dell’ultima eletta con quella di un’altra eletta di qualche annetto fa, Ilona Staller in arte Cicciolina.
    Io ho ribattuto che sono molto simili, che ambedue le davano agli altri, ma la seconda con più soddisfazione da parte delle sue vittime. ;-)

  6. Unicuique suum

    ovviamente, come tutti me compreso, ritieni che un paio di miliardi di esseri umani sbaglino – nel mio caso addirittura 7,5 – e ovviamente ritieni d’esserti fatto le domande giuste e d’aver trovato le risposte corrette;

    ma lo pensano anche buddisti induisti ed ateoagnistici, in rigoroso ordine dimensionale;

    io rappresento al più me stesso ma credo che anche gli hindubuddisti converrebbero con me che il desiderio di un forziere di talleri d’oro non provi affatto l’esistenza del suddetto forziere, per parafrasare Emanuele Kant;

    la dimostrazione di un teorema o di una legge fisica dipende dagli assiomi di partenza e dalle regole di derivazione: ci sono tante geometrie ed algebre diverse o teorie fisiche tra loro not consistent perché poggiano su assiomi diversi;

    pensi che la storia dell’induismo che ha mille anni più della tua religione o del buddismo che ne 500 o della filosofia del giardino che ne ha 300 siano un errore o un’aberrazione della storia umana;

    bene e son certo che tu comprenda come la tua sia un’opinione logicamente legittima quanto ogni altra;

    unicuique suum

  7. Si sta parlando proprio di errori di valutazione, no?
    Io non sto affermando che tutti gli altri sbagliano; sto dicendo: valutiamo se la risposta risponda alla domanda.
    Buddisti e altri fanno quello che possono; è una risposta umana e quindi per forza limitata, perché gli esseri umani sono limitati. Facciamo quello che possiamo. No, il buddismo non risponde alla domanda, alla mia sete di giustizia: i buddisti negano la domanda stessa. Men che mai induismo e, sorry, agnosticismo. Esiste però un solo caso nella storia in cui un uomo ha preteso non di avere trovato la risposta, ma di essere lui stesso la risposta. E’ il caso del cristianesimo. Se quella è la soluzione, i giochi sono chiusi: il Creatore stesso ci dice cosa fare. Per negare che quella sia la risposta devi invalidare quella pretesa, provare che non è vera.
    Il desiderio non di un forziere d’oro, che è una cosa contingente, ma dell’esistenza della bellezza, verità, giustizia, è connaturata in ogni uomo. Davvero queste cose non esistono, sono illusioni? Allora tutto mi è permesso.
    Certo, tutte le opinioni sono legittime; ma se voglio trovare quella vera allora devo, in base all’esperienza, giudicare le risposte che mi forniscono. Oppure fare il furbo e affermare che la risposta non esiste, o non posso conoscerla. Ma la domanda resta.

  8. L'esperienza è una via accidentata per la fede

    l’esperienza se uno non ce l’ha non se la può dare, direbbe Don Lisander M.;

    tu lo hai sentito il tuo profeta-dio – ancorché io pensi ad un’allucinazione – ma il musulmano, l’israelita, l’induista, il buddista, l’animista, il pastafariano hanno avuto altre esperienze;

    a meno che tu non sostenga che 6,5 miliardi di persone che professano un credo diverso dal tuo mentano rispetto alle proprie percezioni;

    fortunato tu ad essere stato sfiorato dal vero dio;

    quando verrà l’ora, il più tardi possibile, gli chiederai i motivi di tanto onore

  9. Panciroli, l’esperienza è data semplicemente dal prendere sul serio la realtà. Tu neghi un’esperienza che non vuoi fare; quelli che nomini, hai chiesto uno a uno se la loro esperienza è soddisfacente? No?
    Non è una questione di percezione, ma di giudizio. Non è che ci sia bisogno di andare in India o in Cina, ne conosco a bizzeffe di gente che preferisce non farsi domande, e quindi non ottiene risposte. Il tema del post, hai presente?
    Io sono cristiano perché mi spiega la vita; perché posso viverla con una intensità cento volte maggiore di quando non credevo, e meglio di tanti altri che vedo ritratti nel loro piccolo guscio. Sono io che mi sbaglio? Potrebbe anche essere, ma è uno sbaglio glorioso al quale non rinuncerei per niente al mondo. Perché vedo la differenza.
    Portameli, il musulmano, l’israelita, l’induista, il buddista, l’animista, il pastafariano. Li ascolterò volentieri. Vediamo se riescono a convincermi che da loro è meglio.
    In termini cristiani non si chiama onore, si chiama grazia. Sono convinto che a tutti sia data la possibilità di averne un po’. Può essere una persona che incontri e che ti colpisce, una notizia intravista, un commento su un blog. Tutto sta a coglierla.

  10. La grazia, l' intensità e la sicumera

    appunto: con la tua opinione vivi meglio e pensi di vivere meglio di chi ne ha una diversa;

    a tuo parere;

    ti auguro d’aver ragione.

  11. Se c’è qualcuno che asserisce di vivere meglio di me, l’approccio ragionevole dovrebbe essere: mostramelo, così che possa capire che è vero. Così che possa venire anch’io dove tu sei, se davvero fosse così.

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