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Sarebbe un inferno

Ho comprato, recentemente, un libro per la sua copertina. E’ l’illustrazione di questa edizione che mi ha attirato. E’ quella che vedete qui sotto: rappresenta un simpatico avventuriero in posa rilassata mentre un’avvenente diavolessa gli versa da bere e due diavoli forconuti lo squadrano in cagnesco.
Come a dire: hey, l’inferno non è poi così male*.

Mi sono sempre chiesto perché, per una certa cultura, il paradiso dovrebbe essere noioso mentre l’inferno no.
Certo, se ti martelli le dita probabilmente non ti annoi. Martellati le dita per l’eternità e vediamo se non ti spacchi gli zebedei. Considerando che probabilmente la sofferenza infernale sarà un pochetto più profonda e, beh, definitiva, forse occorrerebbe un ripensamento.
Forse il cortocircuito viene dal fatto che ci si immagina di ripetere per l’eternità ciò che vorremmo avesse causato il nostro esilio laggiù. Visioni di diavolesse compiacenti e torridi amplessi, sbronze e festini. Dimenticando magari l’odio, l’ira, la violenza, il disprezzo, l’egoismo, la crudeltà, il tradimento, la menzogna, il borioso orgoglio. Tutte cose che ritroveremo senza dubbio nei nostri compagni d’avventura. Un tempo senza fine in compagnia degli stronzi più grossi della terra, dei più grandi e falsi figli di puttana – scusate i francesismi – che il genere umano abbia prodotto. E se anche ci fosse improbabilmente il sesso, un’eternità di scopate senza un briciolo d’amore? Solo di sfruttamento e uso dell’altro? Oh, ve le lascio. Per sempre senza speranza, laddove abbiamo scelto di andare**…dubito che qualsiasi sostanza inebriante possa riuscire a farcelo dimenticare.

Io francamente preferisco essere dove saranno l’amore e la bellezza eterna. Penso che a suonare l’arpa su una nube saranno solo gli appassionati arpisti. Noialtri non così musicofili troveremo modo di esplorare l’immensità dell’universo che avremo a disposizione. La nostra casa sarà là dove c’è l’amore, e credo proprio che sarà in ogni luogo, perché l’universo dall’Amore è fatto.


* Il libro l’avevo già letto ma non farò spoiler. Dirò solo che l’inferno in questione è un po’ sui generis

**«Perciò non è un problema innanzitutto di sconoscenza, ma di libertà. È la lama della libertà! È nel filo sottile di questo desiderio, della verità, della sincerità di questo desiderio, che si gioca tutto. Si gioca la persona, perché nella libertà ciò che si gioca è la persona. Il disegno di Dio si compie inesorabilmente, ma ciò che si gioca è la persona, perché l’Eterno non può essere mio se non lo voglio, la felicità non potrà essere mia se non la voglio, la perfezione non potrà essere mia se non la voglio». (“Un evento reale nella vita dell’uomo”, L. Giussani, pg 141)