Definizioni
Da qualche tempo a questa parte c’è stato un certo ritorno di popolarità delle definizioni. Una definizione è, etimologicamente parlando, qualcosa che de-limita: uno steccato che definisce ciò che è dentro e ciò che è fuori. Aiuta a chiarirsi: spesso quando si parla di un argomento si ha una certa idea in testa, ma quando si tratta di spiegare questa idea si entra in confusione. Una cosa sono le associazioni che fa il nostro cervello, un’altra la realtà. Se non siamo capaci di definire ciò di cui parliamo, abbiamo probabilmente qualche problema.
In un primo momento c’è stata la polemica sulla definizione di donna. Un dizionario, incurante del principio di non contraddizione, l’ha ampliata includendo anche ciò che donna non è. Se bastasse il desiderio a definire la realtà, ognuno di noi cosa sarebbe? Quella stessa definizione moltissimi personaggi importanti, tuttologi e politici, non sono riusciti a fornirla. Non perché non abbiano chiaro cosa sia una donna, ma perché la loro ideologia cozza così pesantemente con ciò che è vero che risulta impossibile esprimerlo in parole coerenti. A questo proposito, mi è piaciuta molto un certo scambio verbale tra un intervistatore e una persona che asseriva che solo le donne potevano dire cos’è una donna. L’intervistatore le ha chiesto se era un gatto, e lei ha risposto no. Quindi le è stato chiesto: “Sa cos’è un gatto?”: è seguita la fuga.
Ma non è solo la confusione a causare l’incapacità di definire; è anche la paura dei piccoli guardiani della rivoluzione e dei loro burattinai. Quelli che si fanno chiamare i woke.
Ed ecco un altro termine che qualcuno ha difficoltà a definire, “woke”. In inglese woke significa sveglio; in una certa maniera, è l’equivalente contemporaneo dell’illuminato o del sessantottino. La nuova iterazione dello gnosticismo, cioè il pensare di saperla più lunga di tutti gli altri. Non importa cosa è, importa cosa credi che sia. Il woke odia la realtà, la nega e farà tutto il possibile per cambiarla nell’utopia da lui immaginata. Come i rivoluzionari dei tempi andati il woke non ha un pensiero originale, ma ripete senza capirne le conseguenze il mantra instillato dal potere, fino all’autolesionismo. Come per le guardie rosse, i giacobini, la gioventù hitleriana e ogni altro gruppo di simile tipo, è convinto di essere parte di un “grande movimento di persone con empatia di base che sono compassionevoli, decisi a smantellare le ingiustizie e fare del mondo un posto migliore per tutta l’umanità“. Se non sei d’accordo con la loro definizione d’ingiustizia ti saltano addosso come compassionevoli cani rabbiosi e ti costringono a tacere, fino a eliminarti se non ti adegui. Spesso nemmeno pentirti serve, perché rimani il nemico. Se cerchi di agire seguendo la ragione sei proscritto e illegale; o adori il loro dio gettando incenso nel braciere o cercano di arrostirti su di esso.
Come tutti i suoi precedenti, anche il movimento woke è autodistruttivo. Si lascerà dietro sofferenze e distruzione, poi imploderà. E i suoi sostenitori, svegliatesi dal sonno, andranno in cerca del prossimo imperatore.

Pubblicato il 23 marzo 2023 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 3 commenti.
Prima di implodere farà molti danni purtroppo
La maggior parte della gente crede di pensare perché ignora il significato dei termini che adopera. Basta presentare una definizione al più loquace di loro perché ammutolisca. – Nicolas Gomez Davila, “Tra poche parole”
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