La scelta
Da alcuni commenti che ho ricevuto sul post di ieri, mi sono reso conto che posso avere dato l’impressione che i cartoni animati giapponesi, “anime”, siano tutti protesi ad avvelenare con la loro perversità le giovani menti, e quindi andrebbero proibiti ai minori e, se possibile, anche ai maggiori.
Non nego che tramite alcuni anime si cerchino di instillare concetti dalla cultura dominante. Non per niente si chiama cultura dominante. Se parliamo di quella giapponese, poi, per molti versi è ben lontana dalla nostra. Per esempio nel fatto che i cartoni animati non sono roba da bambini, concetto che con fatica sta entrando anche nelle nostre teste occidentali. Da parte mia lo so da un pezzo. Nel 1989, la Sirenetta impazzava sugli schermi cinematografici, e la Disney si vantava della difficolta tecnica della scena della tempesta. Io ero andato da poco a vedere “Akira“, il primo film d’animazione giapponese a grande budget a giungere in occidente, eravamo in sei in sala. C’è una sequenza in cui due personaggi salgono in ascensore sullo sfondo di palazzi, e gli edifici avevano centinaia di finestre tutte una diversa dall’altra, altro che tempesta. Dal punto di vista tecnico, Akira umiliava letteralmente la Sirenetta in praticamente ogni scena. Akira è iperviolento, cinetico, immaginifico, splatter, con una trama complessa e adulta. Lì ho capito che c’era qualcosa di più in Giappone di cartoni di pastorelle alpine e robot; ho compreso che ci stavano lasciando indietro.
Ma c’è anime e anime, come c’è libro e libro. Fare di tutta l’erba un fascio e rifuggirli equivale un poco a dire che siccome ci sono i libri di Moravia, D’Annunzio e, il Signore ci scampi, Boccaccio che sono variamente licenziosi (mi sono tenuto largo) allora i libri in generale sono da vietare.
Se entrate in una qualsiasi libreria e scorrete i volumi in essa contenuti scommetto che scoprirete che la stragrande maggioranza, a parte forse le ricette di cucina, ha qualcosa di moralmente opinabile in essi. Hey, persino nella Bibbia ci sono certi episodi che potrebbero sembrare la trama di un film porno, figurarsi nel resto. Io lo so bene; nella mia adolescenza ho saccheggiato la biblioteca locale e alcune delle mie letture erano decisamente inadatte a un giovane della mia età, forse di ogni età. Nonostante ciò, o forse proprio grazie a ciò, credo di avere bene chiaro la differenza tra bene e male, il vero e il falso, il brutto e il bello. Li si riconosce solo quando li si guarda e ci si interroga. Un po’ come per le malattie e il nostro corpo, che si immunizza venendo a contatto con esse e accorgendosi che fanno male. E’ una scelta che abbiamo fatto, quella di poter scegliere, e ora dobbiamo scegliere. Il Signore voleva preservarci da questa conoscenza, neanche lui c’è riuscito. Abbiamo una tendenza a desiderare il proibito. Forse vuol dire essere uomini.

Pubblicato il 14 marzo 2023 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 67 commenti.
Akira non l’ho visto ma mi hai convinto che devo vederlo. Provvederò.
Ho appena appreso, con mia grande sorpresa, che mio figlio stasera è andato a vedere proprio Akira. Ha circa la stessa età che avevo io quando l’ho veduto per la prima volta.
Curiosamente è proprio il film di cui parlavo ieri sera con mio figlio (lo danno in edizione speciale proprio in qs. giorni in un cinema nella città dove lavoro).
Buona giornata.
Io sono d’accordo, infatti talvolta nei tuoi post discutiamo perché abbiamo visioni diverse sulla modernità (rivoluzioni, liberalismo, pensiero debole ecc…). Ma se la Chiesa di oggi fosse quella del Concilio di Trento, se la controrivoluzione avesse vinto, verrebbero pubblicati questi manga da noi? Ci sarebbe permesso leggerli e apprezzare il bebe che c’è?
Suppongo di sì. Per varie ragioni: primo, perché si è continuato a pubblicare opere licenziose anche dopo il Concilio di Trento; secondo, che comunque la stragrande maggioranza del globo se ne è fregato del Concilio; terzo, perché comunque arrivano dall’estero da genti non cattoliche; quarto, perché in generale le opere di fantasia erano raramente proibite. L’Orlando Furioso fu inizialmente messo all’Indice, poi i cardinali ci ripensarono perché “favole”.
Naturalmente non ci metto le mani sul fuoco. Proibire ciò che è dannoso non è poi una cattiva idea; Bisogna solo tracciare il confine, che non è né facile né comodo. Dove si debba o si possa tracciarlo è una discussione infinita. Anche perché dipende molto dai tempi; oggi è vietato leggere il Mein Kampf, ad esempio, se non dallo stato dai custodi della moralità pubblica.
“Proibire ciò che è dannoso non è poi una cattiva idea”. E’ lo stesso concetto sostenuto da tutte le dittature della storia. Chi decide cosa sia dannoso ? Pensate che questo blog, che alla fine è una nicchia di libertà, sopravviverebbe in uno stato che oltre che essere ateo fosse pure dittatoriale ? Dubito. Anzi…dubito che sopravviverebbe a qualsiasi forma di stato dittatoriale, pure quelli con le idee teoricamente affini. Perchè per quanto si possa essere affini…si trova sempre qualche motivo per censurare i pensatori liberi, per il solo fatto di esserlo (liberi).
Solitario76 il tuo discorso non fa una piega ed al giorno d’oggi ci sono un sacco di temi (aborto, compravendita di infanti, trans) su cui in molti vorrebbero censurare i liberi pensatori.
Anche il Decameron era opera di fantasia…
Mi risulta che i romanzi di Dumas sono stati all’indice fino a che è stato in vigore. Capisco che un equilibrio tra regole e libertà anche in questo campo va trovato. Partirei comunque come fai tu dal dato che se Dio rispetta la libertà un motivo ci sarà.
E il fatto di non vietare niente, neanche ciò che è palesemente falso, dannoso, ingannatore, è ciò che è sostenuto da tutti coloro che fanno uso consapevole della menzogna e dell’inganno per i loro fini, qualunque essi siano, come i troll. Vero solitario\mentelibera?
Non ti spubblico perché sei libero, ma perché sei bugiardo. Torna nel tuo buco, e restaci.
Zimisce, i libri di Dumas erano pervasi di anticlericalismo massonico, con l’esaltazione dello Stato sulla Chiesa. Uno dice “cardinale” e il pensiero vola subito a Richelieu. Parla uno che ne ha letti un buon numero (e sono mattonazzi). Non mi pare che l’Indice abbia nuociuto loro più di tanto. Ora, il lettore intelligente e di cultura se ne rende conto, ma io prima di rendermene conto sono passati trent’anni. Quale danno in termini di reputazione, quale idea sbagliata della Chiesa si sono fatte generazioni intere? Mettiamo che qualcuno scriva un libro diffamatorio su di te, pieno di falsità. Non desidereresti che nessuno lo leggesse?
Se così è per la reputazione, pensa quanto è più grave qualcosa che allontana dalla salvezza eterna.
Lo capisco ma, col senno di poi, quale danno di reputazione si porterà dietro la Chiesa per essere stata quella che vietava molte delle opere più importanti della letteratura (il Dante del “de Monarchia”, il Beccaria di “dei delitti e delle pene”)? Forse se ci si fosse ricordati più spesso di essere discepoli di uno che la diffamazione l’ha sopportata con coraggio, si sarebbero forniti meno argomenti ai propri nemici.
Zimisce, tu ragioni come una persona di oggi con determinate convinzioni che sono quelle di oggi, così come loro agivano con quelle del loro tempo. Magari tra cent’anni, o forse meno, si guarderà con stupore alla nostra epoca che censurava le opere di pedofilia così importanti per la letteratura (opere che, posso aggiungere, cent’anni fa o anche solo cinquanta sarebbero state guardate con indifferenza dalla cultura dominante allora).
Gli autori dei libri all’Indice potevano appellarsi, i libri oggi banditi neanche poi tanto: guarda cosa sta succedendo in America, con la modifica delle opere di Dahl, e sono giunti ad invocare la distruzione di Huckelberry Finn.
Ancora una volta, non cogli il punto: non era questione di diffamazione, ma di evitare che si diffondessero opere che potevano mettere a rischio la salute eterna delle persone con idee errate. Un’opera eretica non è solo errata, ma cerca di convincerti che è giusta. Se le credi, metti a rischio la tua anima. E quale madre metterebbe a rischio i suoi figli?
Questo sì, sono sicuro che molte decisioni erano prese per proteggere le anime dei semplici. Ma appunto anche con questa buona intenzione ci possono essere – e ci sono stati – abusi. Non so se hai mai letto “Cristiani perseguitati e persecutori” di Cardini”, da cui prendo questo passaggio:
“È arduo essere convinti di possedere la Verità che salva il mondo e al tempo stesso persuasi che per affermarla, nell’interesse di tutto il genere umano, sia illecito ricorrere alla forza, al compelle intrare: e che quella “santa violenza” non sarebbe, nella sostanza piú intima, essa stessa un atto d’amore. Nell’ebraismo e nell’Islam, religioni di Legge, quella violenza può essersi presentata o presentarsi come coerente sviluppo delle premesse del loro patto con Dio: nel cristianesimo invece, religione dello Spirito, essa diviene insanabile contraddizione, insopprimibile paradosso.”
Sono sicuro che ci siano stati abusi. Gli uomini sono ben lontani dalla perfezione. Amo questa citazione di Eliot: «O Signore, difendimi dall’uomo che ha eccellenti intenzioni e cuore impuro»
Quello che lei dice sarebbe ammissibile se mai nessuno dal ‘500 in poi si fosse opposto alla proibizione dei libri. Ma non è così: decine di intellettuali e non , da Sebastien Castellion a Menocchio il mugnaio, si sono schierati contro la censura.
Romani, si rende conto che quanto afferma non c’entra assolutamente niente? Trovo inoltre interessante che ci si stracci le vesti per la censura nel ‘500 dimenticando opportunamente la censura oggi. Viene il dubbio che…
1 possedere libri proibiti dalla congregazione dell’Indice era un reato. Per quale libro moderno in suo possesso lei rischia un processo?
2 la censura attuale , sempre che esista, riguarda alcune scelte editoriali di alcuni editori, è sempre possibile trovare i libri presso altri editori. Del Trattato Utilissimo del Beneficio di Cristo sopravvive una sola copia,riscoperta più di 300 anni dopo, le altre sono state bruciate, in certi casi assieme ai propietarii….
Mein Kampf. Un libro in russo in Ucraina. Tutte le “fake news” definite tali dal regime.
Lei ha letto il “Trattato Utilissimo del Beneficio di Cristo”? Mi sa dire quanti libri suoi contemporanei sono andati persi per sempre? No?
“è sempre possibile trovare i libri presso altri editori” valeva anche allora. Tanto è vero che tutti quegli autori e libri di cui lei sembra scandalizzato ce li abbiamo ancora. Le pene erano “spirituali e pecuniarie”, non il rogo. Quindi, che argomento è?
Mi indichi lei quale libro contemporaneo in Italia è stato annichilito per una persecuzione pubblica. Poi magari si legga i libri di Gigliola Fragnito, Adriano Prosperi, Massimo Firpo. A propisito di libri scomparsi per persecuzione : provi a leggere il Libro Grande di Giorgio Siculo , se può…
Mi ricordo a suo tempo la persecuzione di “Porci con le ali”; finirono per farci anche un film. Non ha risposto alla mia domanda su quanti siano i libri perduti di cui a nessuno frega niente, ma non ne dubitavo.
Lei parla del “Libro grande”, ponendolo quale esempio. Domanda: è perché è convinto che fosse un’opera letteraria inestimabile e quindi da conservare, perché i suoi contenuti erano veri e degni di essere imparati, o per partito preso? Secondo lei un manifesto che si proponga la ribellione, il sovvertimento dell’ordine costituito, anche mediante azioni violente, è da conservarsi e proteggere oppure può essere proibito e (persino!) distrutto?
Chi può saperlo? Il libro è stato distrutto dagli inquisitori, così come l’ autore…
Quindi la risposta 3, per partito preso. Adesso risponda alla seconda domanda.
Non so se si rende conto ma il sovversivismo era l’accusa degli imperatori contro i cristiani. E i libri sacri dei cristiani erano sequestrati e bruciati, talvolta insieme ai proprietari. Dal suo punto divista un azione giustificata e lodevole.
Romani: 1, non ha risposto (e non riponderà) 2- il mio punto di vista non l’ha proprio compreso
Per la domanda sui libri scomparsi deve essere più circostanziato : in quali paesi? In quale epoca? Che tipo di libri? Che tipo di sparizione( censura, rifiuto degli editori, tirature minime, mancate ristampe…)?
Romani, vedo che non ha paura del ridicolo.
Glielo richiedo per la terza volta, visto che le prime due non sembra avere compreso. Lei mi ha fatto un esempio di un libro “scomparso”. Quanti sono i libri altrettanto introvabili oggi appartenenti alla stessa epoca senza che siano mai stati messi all’indice?
Non lo sa e non non se ne occupa, perché non gliene frega niente in ultima analisi dei libri, le interessa solo una scusa per odiare.
Così come non ha risposto alla domanda “Secondo lei un manifesto che si proponga la ribellione, il sovvertimento dell’ordine costituito, anche mediante azioni violente, è da conservarsi e proteggere oppure può essere proibito e (persino!) distrutto?”. Cos’è, Neanche questa ha compreso?
Tipo il vangelo?
Grazie, Romani, ha dimostrato pienamente il mio punto di vista.
Comunque no: nessun libro deve essere proibito, nemmeno il Mein Kampf, le 120 Giornate di Sodoma , o il Giardino dei Supplizi.
Va bene, Romani, nessun libro deve essere proibito. E chi può leggere quel libro? Chi stamparlo e distribuirlo? Lo darebbe da leggere ai bambini delle scuole? Quello che ha detto vale anche per una raccolta di istruzioni per adescare bimbi o fabbricare armi e ordigni o incitare all’odio razziale?
Certe volte la sua malafede è un po’ noiosa, comunque la mia risposta è sempre no. Poi sarei curioso di capire che cosa possa comprendere un bambino/a di un manuale di istruzioni per uno Stinger…
Perché malafede, Romani? Sto cercando di capire il suo pensiero. Piuttosto, che significa la risposta è sempre no? No, il non distruggere non vale per le istruzioni per adescare eccetera, oppure che il non distruggere vale anche per loro, e che chiunque deve essere libero di accedervi?
berli’, che tu non sia contrario alla censura appare ovvio. e appare ovvio anche che tu sia solo geloso di chi la esercita MA senza essere te.
(sembri me quando dico che sono assolutamente antimonarchico ma farei una eccezione* nel caso intronizzassero me.
* che poi manco è vero, il re fa una vita di merda, soprattutto da vecchio)
Chiunque.
Riguardo alla sua malafede: ” o lo darebbe da leggere ai bambini delle scuole?” Ovviamente io non mi riferisco a letture obbligatorie di un testo scolastico.
Romani, prendo nota che lei permetterebbe anche ad un bambino di leggere ogni schifezza che possa essere scritta, e che non sente il bisogno di proteggere nessuno. Da parte mia invece, forse perché sono padre, e so che male possa fare un’idea in una mente semplice, non sono d’accordo.
Riempire un contenitore con qualcosa che non è pronto ad accettarlo rischia di spaccarlo.
R&S: “appare ovvio anche che tu sia solo geloso di chi la esercita MA senza essere te”. Contento che tu abbia questo genere di illuminazione e tu possa leggere così bene nella mia mente. Poi mi spiegherai attraverso quale brillante lampo di psicologia tu sia giunto a questa ineludibile convinzione. Probabilmente, non leggendo quello che scrivo.
Quanta paura per un libro. Secondo me un bambino butterebbe via il Mein Kampf o il primo libro de Il Capitale dopo poche righe… e non credo che de Sade risulterebbe più allettante…
berli’ io non leggo nella tua mente, leggo nel tuo blog:
“…opere che potevano mettere a rischio la salute eterna delle persone con idee errate. Un’opera eretica non è solo errata, ma cerca di convincerti che è giusta. Se le credi, metti a rischio la tua anima. E quale madre metterebbe a rischio i suoi figli?”
…conoscendoti, magari stai tentando il mezzuccio di prendere la sineddoche (“te” nell’espressione “senza essere te”) alla lettera. in effetti, io non credo che TU stia letteralmente cercando lavoro da censore, come il belli. tranquillizzati…
non precipitarti a rispondere: consultati prima col berlicche che sa leggere.
Mezzuccio, R&S? Sto parlando della Chiesa, e tu da questo deduci…? Il mezzuccio di prendere qualcosa che riguarda altro e riferirlo a me, e da questo dedurre una mia gelosia e brama di censura. Complimenti.
Non ti confondere, R&S; io non solo sono il Berlicche che sa leggere, ma anche quello che sa cosa ha scritto e che sa cosa vuole Berlicche. Tu, nessuno dei tre.
PS: poiché questo blog non è su di me, ma tratta di argomenti, per quanto mi possa far piacere parlare di me ciò non si accorda con la ragione del blog stesso; quindi i tuoi prossimi interventi meglio che siano sul post e non attacchi personali, incidentalmente a me.
Romani, ci sono libri ben più alettanti e dannosi per i bambini di Marx. Lascerebbe un bel libro pedopornografico illustrato a un bambino di cinque anni? E se non fosse un libro, ma un film, uno spettacolo, un, per così dire, live action?
I libri che ha nominato si sono dimostrati dannosi per gli adulti che da essi si sono lasciati convincere: sapendo il male che hanno compiuto, i milioni di morti e vite rovinate, non ha ripensamenti?
Lo sapevo che sarebbe arrivato alla pornografia… lei crede che senza adeguate illustrazioni un bambino ci capirebbe qualcosa? E comunque adesso la sua malafede è diventata proprio noiosa. Qui habet aures audiendi…,
Malafede perché non è in grado di rispondere adeguatamente? La mia non si chiama malafede, si chiama avere argomenti. Cosa che lei evidentemente non ha.
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!”
La salvezza delle anime è il compito primo della Chiesa. Oggi nemmeno più ci rendiamo conto della profondità di un simile assunto.
Pensiamo che, con il benemerito Indice dei libri proibiti, avremmo perso qualche rimasuglio di bene che ovviamente si trova anche nelle opere più perfide (“ovviamente” perché il male assoluto non esiste).
Dimentichiamo, però, quale profluvio di malvagità ci avrebbe nel contempo evitato. O quante anime di semplici si sarebbero mantenute meno prossime al peccato. Un genitore non permette al figlio di pasteggiare ad antibiotici, solo perché questi eccezionalmente possono avere effetti positivi.
Oggi è la festa di san Giuseppe.
Mi viene in mente un padre di famiglia che citavo qualche tempo fa e che era uso pregare, ogni giorno, che Dio chiamasse a Se tutti i suoi figli – e ne aveva 8, se non ricordo male – piuttosto di permettere che vivessero un solo attimo in stato di peccato mortale.
Ecco, questi erano i Cristiani di quando ancora esisteva l’Indice.
Meglio così…
Notevole che chi si pone la questione “Chi decide quali libri pubblicare e quali no?” la risolva in prima persona dicendo “Tutti i libri vanno pubblicati” o “Nessuno ha il diritto di decidere”: anche questa è una decisione fatta da qualcuno per motivi personali, non per altro. Il problema nasce quando a decidere non sono loro o si prende una decisione diversa dalla loro.
Il problema nasce quando la questione viene posta in termini di puro potere quando invece non lo è. Non si “decide” cosa è bene e cosa è male, è un dato di fatto che va riconosciuto come le acquisizioni tecniche: non sono gli scienziati a inventare le leggi naturali e le costanti fisiche, così come non sono gli uomini a inventare in maniera aleatoria ciò che è bene e ciò che è male; cosa che invece fanno tranquillamente coloro che pongono la domanda nei termini di “Chi decide quali libri pubblicare e quali no?” In tal modo stigmatizzano coloro che decidono solo in base a sé stessi e alla propria volontà, ma lo fanno a loro volta.
Lei sa cos’è il favor libertatis?
La libertà è ovviamente solo quello che hai in mente tu, come tutto il resto.
Cantatela e suonatela da solo. E’ una canzone pallosissima.
Che libertà avrei se avessi in mente solo quello che ha in mente lei?
Lo stesso vale anche per me, a parti invertite. O la libertà è oggettiva, e quindi intersoggettiva e valida per tutti, oppure è una invenzione personale. E quindi perché dovrei sacrificare la mia idea di libertà per la tua? Chi sei tu per giudicare?
Con il liberalismo non si esce da questo vicolo cieco: se la libertà è incentrata nell’uomo, guerra di tutti contro tutti e Leviatano – come la storia del 1789 ad oggi ha abbondantemente confermato.
La libertà non è una invenzione umana, né tua né mia, ma questo non sei in grado di capirlo perché per te è sempre un discorso che inizia e finisce nell’uomo (nel caso specifico TE). Non ti salta in mente che ci sono altre idee e altre prospettive, e infatti non argomenti nemmeno con chi non la pensa come te. Per cui lascio perdere il discorso, tanto spari solo frasi ad effetto e nascondi la mano.
Dio ci vuole liberi. E chi ha ragione non ha paura della libertà. Non a caso la parabola della Zizzania fa crescere l’albero buono vicino al cattivo, perchè solo Lui, alla fine, sa distinguere.
Veramente la zizzania non è un albero, ma un’erba infestante (nome scientifico Lolium temulentum) che tende a soffocare il grano.
I servitori della parabola sono perfettamente in grado di distinguere tra grano e zizzania; il motivo per cui il padrone ordina loro di non raccoglierla subito è “perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano”.
Certo, Dio ci vuole liberi; ed è perfettamente in grado di ricavare il bene anche dal male. Ma Dio ci ha anche avvertiti di quanto sia grave causare scandalo (cioè portare altre persone a peccare) – vedi la frase citata sopra da Berlicche.
@felis perché confondere la vittima con l’aguzzino. ? Se qualcuno porta altri a peccare la responsabilità ricade su di lui. Ed è sempre Il Signore che all ultimo discerne le responsabilità.
La parabola significa che non sempre è facile distinguere il bene dal male, nella profondità di questa distinzione. Dio ci lascia peccare perché è il Signore ed è un “signore”. Ci permette di deviare ma anche di valutare per scegliere liberamente. Non vuole obbligare le persone alla salvezza perché solo chi può scegliere puo optare per lui con sincerità.
Nessun governo “umanitario” può estirpare il male dal mondo, e chi tenta di farlo lo trasforma inevitabilmente in un lager.
Nemmeno la Chiesa può farlo, ma può e deve cercare nei modi opportuni di limitarne in entità e gravità i danni, adottando le necessarie misure preventive e riparative.
La libertà cristiana non è la scelta tra il bene e il male (perché altrimenti Dio non sarebbe libero, dato che non può fare il male), né tantomeno decidere cosa è bene e cosa è male (quello semmai è il peccato originale). La libertà cristiana è la libertà dal male e dal peccato, “conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi”. E dato che, come dice ToniS, nessun essere umano o istituzione umana può estirpare il male dal mondo, c’è bisogno di lasciar agire Dio a tutti i livelli: personale, etico, sociale, culturale, etc., ricordando che l’uomo è limitato e debole – altro che l’essere reso perfetto dalla libertà rivoluzionaria o da qualche ideologia socialista/sessuale. Che lo vogliamo o no, l’uomo è segnato dal peccato originale e proclive al male, per cui ha bisogno di un aiuto esterno per realizzare il bene di cui è capace. Cosa sono le varie ideologie dall’89 ad oggi se non tentativi di appoggiarsi a qualcosa di esterno per realizzare un Paradiso in terra? Si ha ragione quando si dice che nessuno può obbligare ad amare e a salvarsi, appunto perché l’amore è libero; ma nemmeno nessuno ha il diritto di mettersi a falsificare l’amore e portare altri alla dannazione o ad errori vari – come tutte le ideologie politiche hanno sempre fatto.
Il problema della libertà non è politico: la libertà non riguarda la politica né lo Stato, perché essi sono solo la gestione di mezzi per raggiungere un fine. Se diventano interni allo Stato Leviatano, unica fonte dell’ordine, della libertà, del potere, siamo nel pieno totalitarismo che viviamo oggi: una lotta tra poteri e tra risorse finanziarie, umane e militari dove chi non è l’élite è solo materiale umano o “inutili mangiatori” dei quali ci si può sbarazzare se diventano un peso per raggiungere il fine del “paradiso in terra” o della piena libertà e realizzazione umana.
Scusa Ago ma in quale magico , ma immaginario , periodo della storia i governi non hanno trattato il popolo come materiale umano o “inutili mangiatori” ?
C’è troppo mito del passato , sopratutto del passato remoto di tempi mai vissuti. Fino a 200 anni fa il modo ha avuto solo governi direttamente dittatoriali , in genere monarchici. Ora è cambiato il padrone , ma almeno abbiamo spazi e libertà di dirlo.
Certo, certo.
Ce ne sono stati, ijkijk. Così come non è neanche vero che “Fino a 200 anni fa il modo ha avuto solo governi direttamente dittatoriali”, o che “almeno abbiamo spazi e libertà di dirlo.”. Le rivoluzioni e le rivolte non sono certo cominciate con quella francese, e se studi le forme di governo, anche solo quelle italiane, troverai molti esempi che ti smentiscono.
Quello che è vero è che di solito governano quelli che hanno la forza per farlo, militare o economica. Ed è difficile che il potere non corrompa.
Do you know Hope Carrasquilla?
ijkijk, se dovessi prendere sul serio quello che dici ne risulterebbe che il popolo è solo una mandria di bestie incapaci di non farsi governare dittatorialmente e farsi trattare come animali da allevamento e carne da macello. Già in un altro commento dicesti che il popolo vuole solo mangiare e starsene in pace, come se non avesse un intelletto per sviluppare delle idee proprie e ragionasse con lo stomaco; e questa è esattamente la visione delle élite attuali e del materialismo a cui fanno riferimento.
Da parte mia ho troppa stima dell’essere umano per credere al liberalismo e alle favole che racconta.
Cosi come non è i liberalismo la soluzione a tutti i mali, credo che non lo siano forme di governo autoritarie e moraliste. È vero che il popolo vuole solo stare bene ma accanto al benessere economico vi è un benessere di vita complessiva che fa poi parte della ricerca della felicità , che è una azione di cui , entro certi limiti , ognuno ha diritto. Un governo che imponga la popria “visione” della felicità non può che invadere quella libertà che si deve agli uomini quando non sono più bambini e sanno prendersi le proprie responsabilità. Ovviamente sto parlando di quelle azioni che coinvolgono solo se stessi e non coinvolgono altri (aborto, etc etc).
L’uomo è tentato, continuamente.
Il male ci sorride e ci accarezza. Quando ci decidiamo per il bene, arriva la squadra attrezzata di pronto soccorso del male che ci circonda e ci ripete: ripensaci, aspetta, hai altro da fare!
Eppure, non credo che l’individualismo così prepotentemente imposto dall’élite neopagana
dominante riuscirà mai a sradicare dal profondo dell’uomo la sua “anima”, quel luogo dove l’impronta divina ha depositato la perenne memoria del buono, del bello e del vero.
Quando mai ho parlato di governo che impone la propria visione della felicità? Se proprio vuoi saperlo, il problema di fondo è che si continua a ragionare in termini di Stato come realtà ultima di riferimento della legge, dell’agire umano e della società. E’ questo uno dei grandi errori del nostro tempo, appiattire l’agire umano al riferimento statale, come se tutto dipendesse dallo Stato – nel liberalismo e nel socialismo è così – ed è appunto ciò che nego e a cui mi oppongo apertamente.
“azioni che coinvolgono solo se stessi e non coinvolgono altri”. Esempio riportato tra parentesi: aborto.
Annamo bene.
ijkijk, a parte la doverosa notazione che fa cacciatrice – nell’aborto c’è almeno un’altra persona coinvolta, l’ucciso – è corretto quello che dici. Il guaio è che nessun uomo è un’isola, così non mi vengono in mente atti che coinvolgono solo se stessi e non altri. Anche il respirare, come abbiamo visto negli ultimi anni, è diventato una cosa che interessa tutti, e ci è stato imposto di farlo attraverso una mascherina. Non esiste per definizione nessun governo che non cerchi di imporre una sua verità, fosse anche solo quella che uccidere è male, se no si chiamerebbe anarchia. Per il cattolico d’altri tempi come me il problema è piuttosto quanto si discosti quella verità da quella che si può chiamare morale naturale.
Cacciatrice di stelle ….È ovvio che l’aborto era l’esempio dei casi in cui invece sono coinvolte anche altre persone. Come si può leggerlo al contrario ? Bisogna dare un senso alle parole che si legge che sia compatibile col buon senso , e soprattutto senza malizia.
ijkijk, se il tuo senso era un controesempio oggettivamente non era semplice da capire: specie quando ti dicono in tutte le salse che spetta solo alla donna di decidere. Purtroppo quando il buon senso manca a livello globale è facile fraintendere ogni cosa.
ijkijk, il buon senso se n’e’ andato dalla finestra da tempo, ed e’ pieno di persone che sostengono cose sensatissime e al tempo stesso che l’aborto sia una questione personale in cui nessuno deve mettere becco. Purtroppo non e’ affatto ovvio quel che dici, sono molto felice di averti frainteso. :-)