Le macchine dell’impossibile
L’anima dell’Universo è la verità.
Avicenna
Sto pensando seriamente di lasciare il lavoro e aprire una start-up. Finalizzata a sviluppare una mia certa idea.
Vedete, il centro della Terra è come un gigantesco magnete. Energia immensa, a costo zero. La mia ditta si occuperebbe di costruire una macchina che incanali i microflussi che emergono in superfice mediante disaccoppiamento quantistico e li usi per alimentare turbine, motori o quant’altro. Gli esperti ritengono che un dispositivo del genere potrebbe esser utilizzato anche per riscaldare case oppure a bordo di veicoli, come propulsore, in maniera anche più semplice in quanto su un mezzo in movimento si potrebbe approfittare del taglio delle linee di flusso per ottimizzare l’output energetico in maniera semplice ed ergonomica.
L’antica saggezza cinese, con il Feng-Shui e la geomanzia occidentale convergono con la tecnologia più avanzata per realizzare con approccio olistico il sogno dell’energia pulita.
Intelligenze Artificiali appositamente progettate stanno già lavorando ad un prototipo che dimostri come l’energia magnetica terrestre possa essere facilmente utilizzata mediante semplici strumenti. Se avete dei soldi e volete investire sull’azienda del futuro, è il momento.
Ma, voi chiederete, come pensi di realizzare quest’idea praticamente? Oh, rispondo io, la teoria c’è, occorre solo sviluppare ingegneristicamente quanto pensato. Niente di più di un particolare.
E se credete che sia complicato, che sia pericoloso mettere denaro in qualcosa che non si sa se possa essere realizzato praticamente, vi prego di ripensarci.
Prendiamo ad esempio la fusione nucleare. Energia gratis per tutti! Da ragazzino, quaranta e passa anni fa, ero abbonato ad una rivista scientifica. Mi ricordo bene il numero dedicato alla centrale a fusione che di lì a poco avrebbe iniziato a produrre energia a costo quasi zero. Avete idea degli investimenti in questo campo? No? Ci si sarebbe potuti comprare un paio di nazioni. L’anno scorso hanno per la prima volta ottenuto una reazione che produce energia. Un centesimo di quella complessivamente impiegata, ma è sempre un inizio.
O i computer quantistici. L’idea risale agli anni ’60 del secolo scorso. Allora, naturalmente, nessuno aveva idea di come realizzare praticamente un computer quantistico. Oggi abbiamo un gran numero di industrie quotate in borsa con miliardi di capitalizzazione che ci lavorano sopra da decenni. E nessuno ha idea di come realizzare praticamente un computer quantistico. Nessuno ha mai prodotto niente di remotamente utile. Zero.
Vogliamo parlare di nanotecnologie? Di batteri artificiali che possano costruire l’impossibile? Anche qui sono stati investiti capitali immensi, si sono addirittura fatte leggi su ciò che non è mai esistito, ma diciamo che i risultati sono stati molto al di sotto delle aspettative. I più cattivi potrebbero dire che non ci sono stati risultati.
Mi asterrò dallo sparare alle anatre morte e non citerò il cambiamento climatico o la rivoluzione verde, la cui totale mancanza di fondamento e l’insensatezza dei rimedi che si vorrebbero adattare stanno lentamente emergendo per chi è in grado di ragionare. Eppure l’altro giorno la mia banca mi ha chiesto se volevo mettere i miei risparmi in quel campo. Credo che quando la bolla scoppierà gli schizzi faranno molto male ma, nel frattempo, quanti soldi si è fatto chi ci ha puntato su?
Vedete, cari miei, ad un osservatore superficiale può sembrare che gran parte della scienza oggi sia devota, più che a esplorare l’ignoto, a ottenere soldi raccontando una marea di balle. Qualcuno mi potrà ribattere che è sempre stato così: c’era gente che scriveva di calcolo digitale molto prima che i primi computer fosse anche solo ipotizzabili, e di razzi per altri pianeti quando ancora niente di più pesante dell’aria aveva mai volato. Oh, sì, si sogna l’impossibile e magari si finisce per realizzarlo. Qui però il caso è diverso. C’è differenza tra tentare di risolvere praticamente qualcosa e riempire l’aria di paroloni senza aver la più pallida idea di come farlo.
Nel tredicesimo secolo Nasreddin Hodja promise di riuscire a insegnare a leggere al suo asino, e si garantì una sovvenzione decennale dal Sultano a questo scopo. Come prototipo mise briciole di pane tra le pagine di un grosso libro e dimostrò che l’asino le girava con gli zoccoli, un promettente primo passo nella giusta direzione. Quando gli amici gli chiesero come avrebbe proseguito, rispose “Cari amici, in dieci anni morirò io o morirà il Sultano. O, altrimenti, morirà l’asino”.
Nel mio piccolo scrivo fantascienza, e confido che alcune delle idee che mi frullano in testa un giorno troveranno realizzazione pratica. Ma so anche che ci vorrà un pezzo.
E capitali; allora, contribuite?

Pubblicato il 6 marzo 2023 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 4 commenti.
Ho deciso di investire nella tua start-up i proventi della vendita di una fontana artistica a Roma. Sentiamoci in privato per metterci d’accordo.
C’è stato in passato chi vendeva lottizzazioni sulla Luna, ed ha fatto pure dei bei soldi. Perchè no, Berlicche? In fondo la tua idea è decisamente più realistica delle tante stramberie che racconti. Cerca di farti quotare in borsa il prima possibile, piuttosto.
Guarda che nella terza serie di “Start Trek: The Next Generation” c’è proprio un episodio dove si parla di piccoli nanorobot che si evolvono e diventano un’entita’ in grado di comunicare e che alla fine viene lasciata su un pianeta per svilupparsi e colonizzarlo.
Quindi è vero e ci sono risultati, contrariamente a quanto dici tu!
È più o meno quello che è successo con la Theranos e la sua macchinetta. Gli investitori hanno tirato fuori miliardi per questa imprenditrice che sembrava la nuova Steve Jobs (compreso il lasciare l’università dopo un anno) e poi 10 anni dopo e alcune vie rovinate i nodi dubbi venuti al pettine. Ma sicuramente lei era convinta che a forza di investire miliardi avrebbe prodotto qualcosa che corrispondesse alla sua idea. Sull’argomento vi consiglio la serie TV “the Dropout”, molto ben fatta e istruttiva sulla natura umana.