Vergine e martire

Se avete presente un minimo il calendario, se avete girato un po’ l’Italia dei vecchi paesi, e se magari avete anche qualche ricordo del catechismo antico, probabilmente avete un’idea del gran numero di martiri che la Chiesa ricorda nei primi secoli.
Forse non ci avete fatto caso ma spesso, per quelli di sesso femminile, la dicitura è “vergine e martire”. Perché dare tanta importanza alla verginità? Perché, a quei tempi, era normale abusare dei deboli, cioè donne, bambini e schiavi. Il cristianesimo rifiuta questo modo di pensare, e la reazione da parte di chi ha la forza e il potere è atroce. Fino alla morte di chi si oppone; un rifiuto dato non per proteggere una condizione fisica, ma per sottrarsi alla profanazione dello spirito, prima che a quella del corpo. La verginità significa non essersi piegati all’antica concezione di uomo, cioè lo sfruttamento della persona.

Una mentalità che non è solo di quei tempi. Dieci secoli più tardi, a San Tommaso d’Aquino fu fatta trovare in stanza dai fratelli una donna nuda e disponibile, per distoglierlo da quel cammino che aveva scelto (lui la cacciò con un attizzatoio, pare). Più recentemente, non sono passati duecento anni da che Carlo Lwanga fu martirizzato per essersi rifiutato di concedersi al proprio re.

Oggi avrebbe ancora luogo quel loro martirio? Da ogni dove arriva l’invito ad essere sessualmente attivi, come fosse piccola cosa, e pare che la verginità sia un peso di cui liberarsi al più presto. Nell’immaginario non si tratta più di una virtù, ma una sorta di depravazione. Non dissimilmente la pensavano quegli antichi di venti secoli fa dei primi cristiani, come i testi dell’epoca ci ricordano. Con la differenza che oggi è richiesto sia volontario ciò che allora era spesso forzato; per adesso, almeno. Ma, in fondo, sempre di sfruttamento per il proprio piacere si tratta, anche se reciproco.

Chi oggi ancora predica la verginità, o anche solo la castità? Sembra ormai impossibile parlarne. Anche dentro la Chiesa edificata su quei martiri e che chiama sacramento il matrimonio c’è chi è più che propenso a dichiarare accettabili non solo i rapporti fisici senza vincolo e promessa definitiva, ma anche quelli occasionali e persino quelli che un tempo si chiamavano contro natura.
E’ sempre amore, no?
No.

Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 31 gennaio 2023 su tra lassù e quaggiù. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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