Il sole, l’atomo e gli scacchi 3D
Ieri ho avuto una illuminazione. Del come mai apparentemente anche coloro che dovrebbero avere meno interesse a promuovere l’agenda “verde” e la balla del riscaldamento globale, tanto per dirne una i produttori di petrolio, sembrano invece sostenerle con tutto il cuore.
La risposta è semplice. L’energia solare ed eolica sono tecnologie costose e assolutamente incostanti. Se non si vogliono rischiare blackout disastrosi, se si desidere avere elettricità anche nelle notti senza vento, allora occorre un rifornimento di energia supplementare in grado di sostenere il 100% del fabbisogno, come se le rinnovabili non ci fossero. Insomma, occorre costruire comunque centrali a metano, petrolio, carbone, o nucleari.
Il guaio delle centrali atomiche è che rendono tanto, ma costano un sacco. Sono quindi in alternativa alle cosiddette fonti rinnovabili: se costruisci pale eoliche e sovvenzioni i pannelli solari non avrai abbastanza soldi per impiantarle, e dovrai ripiegare sui più economici idrocarburi. E’ un semplice problema di ricerca operativa, trovare il mix più conveniente di ingredienti.
Le pale eoliche e i pannelli solari si degradano in fretta. Quando il cambiamento climatico sarà ormai indubitabilmente una panzana e si sgonfierà (dovrebbe essere chiaro da anni, ma non tutti prestano attenzione alla realtà) non varrà la pena di continuare ad investire in tecnologie a basso rendimento e alto costo, anche ambientale. Per allora, però, il nucleare sarà fuori gioco.
Forse sto semplificando troppo, e sicuramente ci sono livelli che mi sfuggono. Ma ho l’impressione che la gente pensi che si stia giocando a pari e dispari, mentre la partita è a scacchi tridimensionali. Non è entusiasmante vedere come la realtà, se guardata con attenzione, sia molto più complessa della faciloneria binaria di certi poveretti?

Pubblicato il 26 gennaio 2023 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 7 commenti.
Nel 2011 frequentavo un corso universitario nel quale si parlava delle energie alternative, e in una di queste lezioni si parlò del fatto che la British Petroleum era una grande sostenitrice delle “fonti rinnovabili”, e il professore liquidò il tutto con “sanno che resta poco petrolio e cercano di non fallire”, dicendo che ormai dovrebbe chiamarsi “Beyond Petroleum”. In un’altra lezione del corso si portarono modelli secondo i quali l’estrazione del petrolio sarebbe diventata antieconomica più o meno a partire dal 2013, al netto dei rallentamenti prodotti dalla crisi economica.
Anche chi ha una cattedra universitaria può convincersi che si stia giocando a pari e dispari, specie se crede che i giocatori siano stupidi perché non vedono la “realtà” che insegnano nei loro corsi…
Sono sempre stato fin da piccolo un appassionato di storie e geografia e ho un sacco di atlanti di vario tipo. Negli anni ’80 quando avevo circa 10 anni mi feci regalare un atlante che si chiamava “Atlante di Gaia” (che oggi definirei “atlante ecologico”), il quale già parlava di tutti i problemi di inquinamento, sovrappopolazione, carenza di risorse, catastrofi su cui oggi si continua ad insistere.
Non voglio entrare nel dettaglio, ma tutti i cattivi presagi enunciati in quella pubblicazione, a distanza di 40 anni, sono ancora ben lontani dal verificarsi (anche se secondo loro a quest’ora dovremmo già essere tutti morti o agonizzanti).
In primis la carenza di risorse, sia da un punto di vista alimentare che energetico. L’India che negli anni ’70 pendeva pesantemente dalle importazioni di cibo e che nel 2000 rischiava di vedere morire di fame la propria gente (secondo l’atlante suddetto), ora invece gode di completa autonomia alimentare, con il doppio della popolazione ed esporta pure la produzione in eccesso. PREVISIONE ERRATA.
Nel 2000 dovevamo vedere quasi azzerate le disponibilità di petrolio e in difficoltà la produzione di metano. Ad oggi le riserve di petrolio sono ancora in pieno sfruttamento e i giacimenti stimati di metano sono schizzati alle stelle con le scoperte degli ultimi anni. PREVISIONE ERRATA
E magari… vuoi vedere che forse… si verrà a scoprire che i combustibili fossili in realtà sono anch’essi una risorsa rinnovabile? (quanti miliardi di miliardi di animali devono essere rimasti intrappolati nel fango tettonico e morti lì, per generare tutti questi miliardi di tonnellate di combustibili vari?)
In sostanza, alla luce dei fatti, qualcuno ci marcia e sfrutta tutti i modi per fare soldi, in un senso o nell’altro, ingannando e soggiogando la gente e condizionando i governi ad emettere atti legislativi stupidi che favoriscono solo speculazioni e ulteriore sfruttamento.
P.S. ad Antonio: ho regalato il tuo libro a mia moglie e le è piaciuto moltissimo (lei è anche appassionata di Tolkien e della De Mari) e dice che sarebbe bellissimo se un giorno ci fosse un seguito della storia. Complimenti!
Grazie, Simone.
Dì a tua moglie che quel giorno potrebbe non essere così lontano…
Ho sempre avuto l’impressione che gli autori di queste previsioni siano persone fondamentalmente limitate, ma superbe oltre ogni dire. Loro non vedono una soluzione al problema (a parte sterminare parte dell’umanita’), percio’ nessun altro potra’ trovarla, e quindi tutto finira’ in tragedia. Sono decenni che persone piu’ brillanti di loro, ma che non fanno caciara, trovano soluzioni ai problemi migliorando non solo la vita delle persone ma anche l’impatto ambientale.
Cacciatrice, mi permetto di dissentire. Quando falsifichi i dati per dimostrare la tua tesi sai benissimo che questa non è vera. Quello che tu dici potrà valere per la manovalanza, ma chi tira le fila della narrativa lo fa per altri fini. Non è che non pensa ci sia soluzione, sa che non c’è un problema.
Avvicinandomi ai novanta ho visto TUTTE le previsioni catastrofiche degli ultimi ottant’anni rivelarsi errate. Nella mia adolescenza il problema era la sovrapopolazione (eravamo meno di due miliardi), negli anni 70 la glaciazione prossima ventura, la mancanza d’acqua -come se l’acqua di disperdesse- e così via. Ora non credo più a niente di ciò che dicono gli esperti, anche nel breve periodo. Basta l’esempio di questa guerra: la Russia avrebbe dovuto crollare in pochi mesi, per le sanzioni e l’aiuto NATO all’Ucraina, ma ora si parla di guerra che durerà anni. Quale sarà la prossima previsione sbagliata?
Di base dietro a queste urgenze create ad hoc ogni un certo numero di anni c’è la necessità di generare nuovi filoni di investimento con rendimenti a doppia cifra, che remunerino adeguatamente i capitali di chi ha il problema di doverli impiegare. Con un’adeguata azione di lobbing si riesce a rendere la singola causa come prioritaria in modo da attrarre i soldi e le attenzioni messe a disposizione della politica. Il punto di partenza è un problema reale (come reali sono l’inquinamento e gli effetti dannosi che ha sulla salute), ma poi la cosa viene ingigantita ad arte, per aumentare il senso di urgenza che canalizza le risorse. Dietro a queste operazioni vedo innanzitutto l’avidità.