L’ultimo custode
Le vecchie fotografie sono finestre su un mondo alieno, su un’altra dimensione.
Il bianco e nero degli anni cinquanta, i colori pastello di quelli sessanta, quelli esagerati degli anni settanta. Visi, che rammenti antichi, ti guardano con guance lisce e il sorriso della gioventù che ha davanti una vita. Paesaggi scomparsi, e ricordi come falene che per un istante frusciano sulla tua memoria. Ero davvero io, lì? Ridevo, mi divertivo. Il passato ritorna ad intermittenza, e sono solo io ormai che posso ricordarlo. L’ultimo custode.
Il giorno succede al giorno, e niente sembra cambiare davvero, poi ti guardi indietro e scopri che ogni cosa è differente. Quella casa è stata demolita, e al posto di quegli spessi tronchi, di quelle fronde c’era un prato. Ciò che hai costruito, che era nuovo, ormai non sta più in piedi. I detriti di una vita si accumulano, finché qualcuno li spazzerà via, inutili. Il nostro tempo è poco, e tuttavia ci sfugge dalle dita, mentre desideriamo un’eternità che salvi anche il più piccolo dimenticato frammento di noi.
Forse sono io l’alieno, io che ricordo.

Pubblicato il 3 ottobre 2022 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 3 commenti.
Splendido.
Hai colto esattamente quello che molto spesso è il mio stato d’animo, il mio pensiero.
Ma quello in centro alla foto è Dart Fener che va a fare la spesa? Bizzarro, avrei giurato che se la facesse fare dalla cameriera… O portare da Glovo.
All’epoca andava ancora da solo poi, dopo che ha soffocato quattro commessi…