Vite perdute
Ho passato parte della notte ad ascoltare il rantolo di un moribondo. Di fronte alla morte hai due strade: tirarti fuori, distogliere lo sguardo, o prendere consapevolezza che quella che sta per cessare è una vita umana come la tua, con una ricchezza che tu non potrai mai afferrare, che ha visto e conosciuto cose che mai potrai sapere. Memorie di attimi irripetibili di cui non rimarrà traccia. Sogni, conoscenze, idee; perdute per sempre, in questo mondo.
Così vedi un filmato delle truppe russe all’offensiva. Un ponte distrutto. Pietre macchiate di sangue. Localizzi il posto esatto sulla mappa, fotografie risalenti a tempi diversi, senza i crateri delle esplosioni. La mappa diventa curiosamente reale, comprendi che in quel luogo delle persone stanno morendo. Stanno perdendo la loro vita, ogni cosa. Non saprai mai altro di loro. Qualcuno li attenderà invano.
Puoi pensare che ogni cosa sia perduta per sempre in ogni istante; che il tempo non sia che una scia di naufragi, di relitti abbandonati in isole irraggiungibili. Oppure che ogni cosa sia salvata; che ogni tempo sia presente a qualcosa, o Qualcuno, che è al di fuori del tempo. Anche noi; anche quel moribondo nel suo letto, anche quel soldato morto sotto un ponte distrutto.
Se distogli lo sguardo, può sembrare irreale. Guerra, sanzioni, bombardamenti; malattia, agonia, un respiro sempre più affannoso. Può non riguardarti.
E che ci puoi fare, è la tentazione.
Come cambierebbe il mondo se ci importasse di ogni vita.

Pubblicato il 22 giugno 2022 su meditabondazioni. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 1 Commento.
…. Di ogni vita…