Cristiano è

“Stupido è chi lo stupido fa”, diceva Forrest Gump nell’omonima pellicola di qualche anno fa. E’ una affermazione che non posso che trovare saggia, e che può essere estesa ad altri aggettivi.

Io penso che cristiano è chi il cristiano fa. Ma su quel “fare” c’è un attimino da discutere. Se sei intimamente convinto che Cristo è il Figlio di Dio, il centro della storia, la via, la verità, la vita, allora fai, agisci, di conseguenza. Prendi le decisioni di conseguenza. Vivi, ti muovi, esisti di conseguenza. Essere cristiani per me è esattamente questa convinzione e ciò che con-segue.

Il guaio è che, la maggior parte del tempo, del fatto di Cristo non ne siamo poi così convinti. Pensiamo che sia altro ciò che con-viene. Quindi viviamo, ci muoviamo, facciamo secondo altri criteri, altri parametri, non-cristiani.

Nella nostra civiltà forgiata da duemila anni di fede, quella convinzione inespressa si riflette inconsapevole nelle nostre azioni. In altre parole, ci comportiamo da cristiani senza saperlo, senza capirlo davvero; funzioniamo come con il pilota automatico. Non è una brutta cosa: essere cristiani conviene, si vive cento volte più intensamente. Anche se nel fare senza essere uno si perde il meglio.
Questa civiltà, però, è sempre più insidiata da un pensiero che mira a sostituirla. Quell’inconsapevolezza pur sempre cristiana progressivamente viene meno.

Seguendo un pensiero non cristiano, può anche capitare che atti apparentemente cristiani non lo siano. Ad esempio, la filantropia è molto diversa dalla carità, anche se ad uno sguardo superficiale sembrano simili, come certi frutti assomigliano alle fragole senza averne il gusto. La legge umana non è la giustizia divina. Ogni virtù cristiana ha un suo corrispondente che ne serba l’apparenza ma ne nega la sostanza, come un malevolo doppelganger.

Il disseccarsi della vena nascosta provoca anche lo scomparire di quella religiosità a volte superficiale che affondava comunque la radice in Cristo.
Se le processioni, le statue dei santi, i rosari possono essere biasimati da qualcuno come superstizioni popolari, e possono anche esserlo, la loro esistenza indica che al di sotto corre una vena di cristianesimo non ancora estinto. Sono come certi funghi che emergono alla luce mentre la gran parte di loro rimane sepolta. Ma se non vi fosse la radice invisibile, niente di visibile apparirebbe.

Se continuate a tagliare la pianta, anche le radici muoiono, se non sono più che affondate in un terreno vivo. Se la fede non è visibile si dissecca. Così, non abbiano a dispiacersi certi ecclesiastici di processioni, invocazioni ai santi e sventolio di rosari; se non vi fossero sarebbe molto più grave, vorrebbe dire che la sorgente sotterranea si è del tutto inaridita.

Cristiano è chi il cristiano fa. Dentro e fuori. L’esterno non sempre collima con l’interno.
Sono d’accordo, certa gente finge ciò che le conviene. Non è brandire un rosario che mi dice se sono cristiano oppure no. Ma, se è per questo, non lo è neanche essere ordinato prete.

Informazioni su Berlicche

Ufficialmente, un diavolo che dà consigli ai giovani demonietti. Avrai letto anche tu "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, vero? Attenzione, però: i diavoli CREDONO in Dio. E questo in particolare svolazza, un po' su un po' giù, ma complessivamente diretto verso l'alto, verso quel cielo di cui ha nostalgia.

Pubblicato il 31 Maggio 2019 su tra lassù e quaggiù. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 1 Commento.

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