Entopo, cugino di Esopo – Fiaba XV – Il Pioppo superbo
Un vecchio Frassino guardava crescere i nuovi alberelli del bosco, e parlava a loro nella lingua degli alberi, che è una lingua molto lenta. Una singola lettera è uno stormire di fronde, e per completare una frase può volerci anche un giorno intero. Nonostante questo, generalmente, gli alberi stanno ad ascoltare.
"Crescete dritti", raccomandava ai virgulti. "Sapete, quelle cose piccole e fastidiose che talvolta girano intorno ai nostri tronchi si chiamano uomini, e prestando sufficiente attenzione si riesce anche a capire il loro linguaggio. Quelli che abitavano questa landa quando io ero un alberello della vostra età chiamavano chi ha il tronco dritto "pro-bus", secondo la propria natura, probo. Sarete probi se affonderete le vostre radici in profondità. Con gli anni diventerete alberi robusti e antichi come me o Nonna Quercia."
"Bah", fece un giovane Pioppo, "io ho pochi anelli nel tronco eppure sono già alto come lei; ancora poco e supererò anche te"
"Attento," ammonì il vecchio Frassino, "porta rispetto agli anziani. Se metti tutta la tua forza nell’innalzarti e svettare non renderai le tue radici abbastanza solide. Non dimenticare ciò su cui poggi e ti permette di crescere."
"Da quando hai iniziato la frase sono cresciuto di altri dieci centimetri, vecchio" ribattè il Pioppo, "non vengo certo da te a farmi insegnare qualcosa."
"Sai come chiamavano gli antichi uomini uno come te? Super-bus", gli rispose con calma il Frassino, "uno che è più alto di quello che la sua natura vorrebbe."
E veramente il pioppo in breve divenne l’albero più alto del bosco, e guardava tutti dall’alto in basso.
Però un giorno si alzò un vento maligno, che fece vorticare le foglie antiche e vibrare i rami più robusti. Nonna Quercia e Vecchio Frassino ripararono con la loro mole gli alberelli più piccoli, ma Pioppo svettava di parecchio su tutti e si prendeva in pieno le raffiche più possenti. Le sue radici erano deboli e superficiali perchè aveva convogliato tutta la forza nel crescere più degli altri. E non fu meraviglia che cedessero, e che il giovane albero si rovesciasse alla fine al suolo con un gran fragore di legno spezzato.
Vecchio Frassino scosse la chioma, frusciando. "Questo accade quando si dimentica la solida terra dalla quale si proviene. In lui c’era il seme della sua distruzione. Non era" concluse, "alla nostra altezza".
Pubblicato il 31 dicembre 2009 su Entopo. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 2 commenti.
Le tue radici danno la saggezza…
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