Diritto all'ovetto
Tutto cominciò con un ovetto.
Gli ovetti di coccolata sono delle trappole letali. Costano relativamente poco, si trovano ovunque, contengono una sorpresa dal valore commerciale pressochè nullo ma che agli occhi di un bambino è un tesoro prezioso. Le sorprese arrivano in set di dieci differenti oggettini o più, ed una breve analisi di calcolo di probabilità può aiutare a stabilire il valore medio di uova che è necessario acquistare per ottenere il set completo. Sono insomma il regalino ideale per zittire i capricci del figlio durante le compere o una passeggiata.
Anche noi grandi siamo soggetti alla sindrome del collezionista: perchè un bambino dovrebbe essere differente?
Ad un dato momento ti accorgi che stai spendendo in questi oggettini mangerecci una consistente percentuale del tuo stipendio mensile, e che il bambino assume dosi di simil-cioccolato sufficienti a far collassare un bufalo.
Come genitore, ti rendi conto che continuando in questa maniera condannerai il tuo pargolo ad una vita di problemi gastro-cardiaci e la tua famiglia ad oltrepassare la soglia della povertà. E quindi decidi di dire basta all’ovetto quotidiano.
Qui cominciano i veri problemi.
Perchè tuo figlio non è d’accordo.
Ormai vede l’ovetto come un diritto acquisito. Se cerchi di negarglielo, s’inalbera e ti accusa di essere dispotico, totalitario, dittatoriale. Mette in dubbio il tuo affetto, recrimina, si inalbera, fa i capricci, piange, urla. Gli altri bambini hanno genitori che glieli comprano…
Tu hai un bel spiegare la differenza tra diritto naturale e positivo, che quello all’ovetto non è un diritto costitutivo della persona ma rientra in uno dei possibili accomodamenti familiari – ovetto libero, ovetto come gratifica a determinati patti, ovetto solo in particolari momenti e a specifiche condizioni. Che lo fai per il suo bene, che quando sarà grande capirà.
Ma l’ovetto è l’ovetto, l’ovetto è buono, piace, contiene un giocattolo gradevole. Il futuro è oltre la soglia della sua comprensione.
Occorrerà spiegare, farlo maturare, educarlo per riuscire a fargli capire che le uova di cioccolato non sono indispensabili alla vita e che a lungo andare fanno male; che le cose, tutte le cose, si gustano veramente solo quando sono desiderate, attese, e si fatica ad ottenerle. In fondo non è che un bambino che occorre far crescere.
Nel frattempo, maledici il momento in cui gli hai comprato il primo ovetto.
Pubblicato il 6 ottobre 2005 su diavolerie e cattiverie. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.
Sai cosa e’ bestiale, quando tu non glielo compri l’ovetto, cioe’, non puoi maledire il momento che lo hai comprato, ma che LA NONNA fetente, glielo ha messo in mano senza che manco lui lo chiedesse.
guarda mi viene da urlare.
Ma io che la educo a fare se tu fai cosi’. Mi cascano le braccia!!!
Mamma siamo messi peggio!
I nostri ovetti fanno male più dei suoi!
Difficile rimanere bambini e non farli più.(non in senso biologico) :-)
Bisogna avere un Padre di cui ci si fida più da grandi che da piccoli.
faglielo guadagnare.
…e chi ha orecchi da intendere intenda.
Grande Berlic! ;-)
P.S: Sul valore educativo del “farglielo guadagnare” io, da credente, ho molti dubbi, specialmente per i riflessi che cio’ puo’ avere sull’immagine di padre che i figli si costruiscono e che poi proiettano sul Padre vero. L’idea del “sacrificio propiziatorio” non mi piace…è importante che sappiano che tutto ciò che è bene costa sacrificio ma è anche importante che sappiano che non tutto è bene, non tutto è da desiderare e che non si deve assolutizzare ciò che assoluto non è. Alle volte ho atteso, prima di concedere qualcosa, che la fase del “desiderio acuto e ossessivo” si placasse e che il desiderio venisse relativizzato, per ora sono in fase “di studio” ma mi sembra una strada valida… :-)
grazie del consiglio.
La mia bimba è ancora troppo piccola, per mangiare l’ovetto, ma appena possò, lo eviterò…
grazie del consiglio.
La mia bimba è ancora troppo piccola, per mangiare l’ovetto, ma appena possò, lo eviterò…
grazie del consiglio.
La mia bimba è ancora troppo piccola, per mangiare l’ovetto, ma appena possò, lo eviterò…
grazie del consiglio.
La mia bimba è ancora troppo piccola, per mangiare l’ovetto, ma appena possò, lo eviterò…
Condivido con poemen anche sul fatto che è vero che l’immagine che si ha del padre si rifletta poi sul Padre vero.
Io credo che sia necessario mentre si impara che ciò che è bene costa sacrificio, ogni tanto essere stupiti dalla gratuità..è bello a volte ricevere qualcosa non solo perchè lo si è “guadagnato”, ma come un dono..una sorpresa da non pretendere perchè non ti è dovuta, ma che non ti arriva solo perchè corrispondi sempre alle aspettative.
ciao upi. sono completamente d’accordo con te. E la sorpresa non deve essere necessariamente un bene materiale: può essere un abbraccio imprevisto, l’invito a uscire insieme, un po’ di tempo passato a parlare. Mi hai fatto pensare che forse è questo il motivo più forte per cui ho atteso prima di concedere certe cose: deve essere chiaro che il dono ottenuto non è frutto del tuo desiderio spasmodico di ottenerlo. Il forte desiderio non crea il diritto di ottenere…solo a quel punto il dono può essere veramente dono e veramente gratuito, altrimenti è conquista.
tutte belle cose, ma non comprendo il concetto di sacrificio, la funzione pedagogica non è che per ottenere le cose bisogna soffrire, ma che “non esiste una cosa coem un pasto gratis” coem dicono gli economisti, ovvero che l’ovetto che ti da il papà vuol dire che se lo è guadagnato, in un certo senso costruito.
Poi va bene sui bisogni più o meno in sintonia con il sentimento morale e religioso, ma un ovetto, per quanto sia un po’ diabolico, non è Satana :-)
Ciao Buffy, l’ovetto del bambino non è satana, ma siamo sicuri che satana non abbia messo in circolazione un bel po’ di ovetti molto più grossi e molto più colorati ?
by Leon
Gli ovetti per noi..difatti.
Te li incartano ben bene, te li fanno passare per indispensabili alla tua fame, ci mettono dentro qualcosa che ti è utile profondamente meno delle sorpresine di plastica e intanto che giochicchi con quelli rovinandoti l’appetito per la cena..il banchetto preparato, ti viene la gotta all’anima senza aver mai assaggiato un cibo solido davvero.